- 28/03/2023
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Il P2P lending o social lending è una forma di investimento o finanziamento di origine anglosassone innovativa e molto attrattiva.
Questo strumento consente di ottenere dal capitale investito un rendimento decisamente interessante a fronte di un rischio basso e allo stesso tempo non espone alle costanti oscillazioni dei mercati finanziari.
Scopri, allora, tutto sul P2P lending, dalle sue caratteristiche ai rendimenti, dalla sua sicurezza alle piattaforme italiane su cui investire inclusa la differenza con il crowfunding.
Cos'è il P2P lending
Il P2P lending abbreviazione di peer-to-peer lending rappresenta una nuova forma di finanziamento o investimento, a seconda della prospettiva in cui ci si pone per utilizzarlo.
Questo sistema, conosciuto anche come social lending, è nato in Gran Bretagna nel 2005 con la piattaforma Zopa e poi si è sviluppato prevalentemente nel mondo anglosassone, soprattutto, dopo la crisi del 2008 che ha causato una stretta sui crediti.
Il P2P lending consente, infatti, di chiedere o prestare denaro a terzi attraverso il supporto di una piattaforma web senza la necessità dell’intermediazione di una banca.
Attraverso la piattaforma di peer-to-peer il capitale degli investitori confluisce in un unico fondo che viene poi utilizzato per concedere prestiti a soggetti di cui si possono conoscere il profilo di rischio e garanzie offerte ma non identità o motivi che hanno originato la richiesta di denaro.
Il prestito concesso ha un tasso fisso e deve essere ripagato in un arco temporale definito.
Come funziona il P2P lending
Il funzionamento del P2P Lending è piuttosto semplice e vede coinvolti i seguenti soggetti:
- i prestatori o P2P Lenders, che possono essere cittadini o aziende che decidono di investire una somma di denaro
- i richiedenti detti anche P2P Borrowers ovvero cittadini o aziende che desiderano ricevere un prestito per somme che possono oscillare da poche decine di euro a qualche milione
- piattaforme di peer to peer lending o marketplace lending che mettono in contatto richiedenti e prestatori. Queste a loro volta possono essere regolamentate da un’autorità di vigilanza oppure prive di ogni tipo di controllo.
La piattaforma riceve una richiesta di finanziamento da parte del richiedente, ne analizza la situazione economico-finanziaria e in base ai risultati decide se è idoneo a ottenere il credito. In caso affermativo, gli attribuisce un rating e un tasso di interesse e rende la sua richiesta visibile ai potenziali prestatori.
Questi possono così decidere di investire una cifra anche minima, su alcune piattaforme gli investimenti partono anche da poche decine di euro, e nel momento in cui il richiedente ha ottenuto il 100% della somma richiesta riceverà un bonifico bancario.
Successivamente, il richiedente restituisce in rate, di solito mensili, il finanziamento ricevuto oltre a una quota di interessi.
Caratteristiche
Il P2P lending è uno strumento di investimento caratterizzato da una bassa correlazione con i mercati finanziari. Il rimborso di un prestito non dipende dall'andamento delle borse e questo può essere un vantaggio, soprattutto, in periodi caratterizzati da cambiamenti repentini e molto veloci che inevitabilmente generano incertezze e tensioni sui mercati.
Allo stesso tempo questo strumento si caratterizza per una bassa volatilità dei rendimenti che si dimostrano molto costanti nel tempo, infatti, l’incidenza di debitori insolventi o che rimborsano in anticipo causando oscillazioni nei rendimenti è irrisoria.
Questo strumento, inoltre, offre tassi più vantaggiosi rispetto a una banca sia a chi richiede un prestito, sia a chi investe.
Con queste caratteristiche, il P2P lending è utile anche a diversificare il proprio portafoglio d'investimenti.
Rendimenti
I rendimenti del P2P Lending si aggirano intorno all’8-10%, alcune piattaforme possono offrire fino al 12%.
Il consiglio è, comunque, evitare piattaforme che offrono rendimenti molto più alti rispetto alla media e privilegiare operatori sul mercato da anni e sottoposti a regolamentazione da parte di organi di vigilanza.
È sicuro il P2P lending?
Le potenzialità del P2P lending sono decisamente interessanti ma prima di iniziare a valutarlo come investimento è naturale che sorga la domanda “È sicuro il P2P Lending?” e come per ogni strumento, non è possibile replicare con un sintetico "Sì" o “No” ma è necessaria una risposta più articolata.
Il principale fattore di rischio del peer to peer lending è che il debitore non sia in grado di ripagare il proprio debito.
Le piattaforme cercano di limitare questa possibilità effettuando sempre un’accurata due diligence ovvero un’analisi e controllo della situazione economica e finanziaria delle aziende richiedenti da cui scaturisce un rating di rischio che il potenziale investitore può visualizzare.
Il rischio d’insolvenza è, inoltre, attenuato da molte piattaforme con l’offerta di una buyback guarantee o garanzia di riacquisto che prevede il rimborso del prestito all’investitore anche nel caso questo non sia pagato. I termini di questa garanzia possono variare molto in base alla piattaforma scelta, ma la maggior parte prevede il rimborso dopo 60 giorni di insolvenza.
Due diligence e buyback guarantee non riducono comunque a zero il rischio di insolvenza che deve sempre essere tenuto ben presente.
Altri rischi connessi al social lending possono riguardare ritardi nel ricevere il pagamento del credito, situazione che causa la mancata liquidità dovuta per la data prevista, oppure un minor guadagno rispetto al previsto poiché il credito viene ripagato in anticipo rispetto alle previsioni.
In generale, per ridurre i rischi è preferibile investire su molteplici piattaforme e molteplici debitori con profili di rischio diverso in modo da frazionare il più possibile il credito.
È, inoltre, consigliabile affidarsi alle piattaforme più conosciute e che operano da tempo piuttosto che andare alla ricerca di soluzioni poco autorevoli che offrono guadagni più alti rispetto alla media.
Il P2P lending in Italia
Il P2P lending in Italia non è ancora molto conosciuto nonostante vi siano diverse piattaforme che offrono questo servizio.
Tutte le piattaforme italiane operano con l’autorizzazione della Banca d’Italia e quindi sono inquadrate come soggetti bancari, intermediari vigilati oppure agenti di istituti di pagamento.
Questo è sicuramente un plus rispetto a quanto avviene per alcune piattaforme estere che operano senza essere regolamentate da un’autorità di vigilanza.
Piattaforme italiane
Tra le principali piattaforme di P2P lending italiane ci sono:
- Soisy, un marketplace dove i privati finanziano altri privati che desiderano pagare a rate i loro acquisti presso siti e-commerce convenzionati. La soglia di ingresso è 10 euro.
- Smartika, realtà di proprietà di Banca Sella Holding Spa che offre un'interfaccia semplice, intuitiva e trasparente ed è specializzata nei finanziamenti tra privati. L'investimento minimo è di 100 euro.
- Prestiamoci, una compagnia di investimenti attiva nel settore da oltre 10 anni specializzata nei prestiti tra privati che richiede una commissione di iscrizione che varia in relazione all’essere prestatore o richiedente.
- EvenFi (ex Criptalia) è una piattaforma che collega PMI di valore, interessate a finanziare i propri progetti di crescita, a finanziatori alla ricerca di ottime opportunità d'investimento.
Bitcoin e P2P lending
Le logiche del P2P lending vengono applicate non solo ai capitali tradizionali ma anche al mondo delle criptovalute.
È possibile sia offrire criptovalute che richiederle in prestito e le piattaforme di crypto lending possono essere di due tipi:
- centralizzate, nel caso l’incontro tra prestatori e richiedenti avvenga all’interno delle stesse;
- decentralizzate, se il processo del prestito avviene tramite Smart Contact e quindi la distribuzione di prestiti e rimborsi è totalmente decentralizzata.
In genere, la prima tipologia di piattaforme è più sicura e regolamentata, mentre per le seconde non esiste alcun organo di controllo e pertanto possono essere più rischiose, soprattutto, per chi non possiede una conoscenza approfondita delle logiche che le governano.
Crowdfunding vs. P2P Lending
Crowdfunding e P2P lending spesso possono venire confusi per alcune somiglianze, ma in realtà sono molto diversi.
Il crowdfunding consiste nell’investire in un certo progetto del denaro mentre il P2P lending nel prestare denaro, di conseguenza le principali differenze tra i due riguardano:
- tipologia di partecipazione ai progetti, nel crowdfunding gli investitori sostengono un progetto e ne detengono una partecipazione mentre nel P2P lending si effettua un prestito;
- tempistiche, la partecipazione a un progetto di crowdfunding ha una durata di tempo indeterminata, in quanto l’investitore può detenere le partecipazioni fino a quando desidera mentre nel 2P2 lending si conosce la data in cui il prestito verrà rimborsato ed estinto;
- grado di rischio, nel crowdfunding il rischio è più elevato poiché non si può avere a priori la certezza dell’esito del progetto mentre nel P2P lending il default rate è molto basso;
- prevedibilità dei rendimenti, nel crowdfunding è più difficile fare previsioni in quanto entrano in gioco molteplici variabili, nel P2P lending si conoscere a priori la cifra che verrà corrisposta per il prestito.
Questi strumenti di investimento, inoltre, attraggono tipologie di investitori diversi. In genere, nel crowdfunding operano investitori esperti e istituzionali che conoscono le dinamiche dei mercati finanziari e il progetto su cui si investe.
Il P2P lending è un’opportunità che viene colta anche da persone meno esperte in quanto la sua logica è semplice, non bisogna avere competenze in ambito finanziario e non richiede un investimento di tempo quotidiano o quasi per il suo monitoraggio e gestione come invece può avvenire per altri tipi di investimento.
Investitori istituzionali del P2P lending
L’offerta da parte della piattaforme di P2P lending di un tasso di default piuttosto basso a fronte di rendimenti interessanti ha attratto in questo mercato anche investitori istituzionali come banche o fondi d’investimento privati.
Se da un certo punto di vista questo può essere considerato positivo e confermare l’attrattività di questo metodo d’investimento bisogna considerare anche altri aspetti. Tra questi vi sono, ad esempio, un eccesso di capitale rispetto ai progetti da finanziare che comporta inevitabilmente una riduzione delle rendite.
Ora le piattaforme possono far fatica a trovare un numero di debitori considerati “buoni” che consentano di utilizzare tutto il capitale a disposizione e il rischio è che inizino a finanziare anche richiedenti più a rischio insolvenza abbassando il default rate.
Questa situazione non incide sugli investitori istituzionali che hanno in genere un profilo di rischio più elevato rispetto ai privati anche per via dei maggiori capitali che dispongono ma può fungere da deterrente per i piccoli investitori che investono nel P2P lending per ottenere rendimenti con un rischio basso.
Tale scenario per ora non è, comunque, diffuso in quanto dalle analisi di settore pare che nonostante l’ingresso degli investitori istituzionali nel P2P lending la maggior parte delle piattaforme privilegia il mantenimento di un tasso di default basso.
Questa scelta deriva probabilmente dall’ottenimento di maggiori guadagni complessivi da tanti piccoli investimenti a un rischio più basso rispetto all’opposta situazione di avere pochi investitori che investono su prestiti a un tasso di rischio più elevato.