Reddito di cittadinanza, le date dei pagamenti di novembre 2022

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Il reddito di cittadinanza (RdC) e la pensione di cittadinanza (PdC) potrebbero subire delle modifiche con il nuovo governo, tuttavia per ora resta in vigore la normativa vigente e su quella dovremo continuare a basarci per quanto riguarda la richiesta e anche le date di pagamento mensile.

Le date di pagamento del reddito di cittadinanza di novembre 2022 e anche della pensione di cittadinanza, seguono uno schema collaudato che chi percepisce la misura di sostegno al reddito conosce bene.

Proseguendo la lettura apprenderai quali sono le date dei pagamenti del reddito di cittadinanza previste per il mese di novembre 2022, quali sono le ipotesi di modifica per il 2023, quindi forniremo un aggiornamento sui meccanismi di funzionamento della misura alla luce delle più recenti modifiche attualmente in vigore.

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Reddito di cittadinanza: date di pagamento novembre 2022

Reddito di cittadinanza e pensione di cittadinanza vengono accreditati tra il giorno 15 e il giorno 27 del mese. Questo significa che nel mese di novembre 2022 bisogna attendersi il pagamento a partire dalla seconda metà del mese, controllando la carta RdC ricevuta presso gli sportelli di Poste Italiane.

I nuovi percettori del reddito di cittadinanza o della pensione di cittadinanza, riceveranno il primo accredito in data 15 novembre. Infatti, contestualmente al ritiro della carta RdC presso gli uffici postali riceveranno anche la prima ricarica.

Per i già possessori della carta RdC, se entro il 27 novembre 2022 non dovessero ricevere l’accredito del reddito di cittadinanza o della pensione di cittadinanza, potranno rivolgersi al servizio assistenza dedicato che risponde attraverso il numero verde 800 666 888. In alternativa al call center, si può conoscere il saldo e i movimenti della carta presso un ATM Postamat.

Il Reddito di Cittadinanza resterà in vigore nel 2023?

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L’arrivo del nuovo governo a guida Giorgia Meloni potrebbe significare un cambiamento per il reddito di cittadinanza.

Il nuovo governo, per motivi oggettivi legati ai tempi della sua nomina, potrebbe decidere di lasciare attivo il reddito di cittadinanza anche per il 2023 apportando solo alcune modifiche “accessorie”, ma di facile attuazione, da introdurre nella prossima legge di bilancio che deve essere tassativamente approvata entro il 31 dicembre di quest’anno.

La prima modifica potrebbe riguardare il rifiuto delle offerte di lavoro, le quali potrebbero passare da due a una: rifiutata la prima offerta di lavoro (ricevuta dai centri per l’impiego o da aziende private) non si potrà rifiutare la seconda pena l’esclusione dal sostegno al reddito.

La seconda modifica potrebbe riguardare un ulteriore rafforzamento dei meccanismi di controllo, allo scopo di ridurre al massimo le possibilità che possano percepire il sussidio anche coloro i quali non hanno i requisiti previsti dalla legge.

Dopo una potenziale modifica “soft” della normativa da introdurre nella prossima manovra economica, nel corso del 2023 il nuovo governo avrebbe tutto il tempo per riformulare o addirittura abolire il reddito di cittadinanza e la pensione di cittadinanza.

Anche se si resta nel campo delle ipotesi e non c’è ancora alcuna proposta concreta, secondo le prime ricostruzioni il nuovo governo nel corso del prossimo anno potrebbe procedere a un graduale depotenziamento del reddito di cittadinanza, garantendo sussidi a chi è disoccupato.

In particolare, il reddito di cittadinanza potrebbe essere sostituito con misure più efficaci di inclusione sociale e di politiche attive del lavoro. Quanto appena scritto lo si evince dal programma elettorale del centrodestra presentato prima delle elezioni politiche dello scorso 25 settembre.

L’eventuale abolizione del reddito di cittadinanza, tuttavia, non dovrebbe lasciare un vuoto riportando la situazione della povertà in Italia alle condizioni precedenti.

Il RdC verrebbe sostituito da un nuovo strumento normativo che tuteli i soggetti privi di reddito, le persone effettivamente fragili, quelle impossibilitate a lavorare o i difficilmente occupabili. Si pensi ai disabili, agli over 60, i nuclei familiari con minori a carico e in situazioni economiche difficili.

Chi è abile al lavoro, dunque, potrebbe essere chiamato a passare attraverso politiche attive di reinserimento al lavoro tra cui percorsi di formazione specifici per apprendere un mestiere.

Se queste sono al momento le ipotesi di modifica del reddito di cittadinanza e della pensione di cittadinanza, vediamo cosa prevede la normativa in vigore in questo momento.

Come funziona il Reddito di cittadinanza

welfare

Il reddito di cittadinanza è una misura di sostegno al reddito delle famiglie residenti sul territorio nazionale (da almeno 10 anni, di cui gli ultimi 2 continuativi) introdotto dal decreto legge 28 gennaio 2019 per contrastare la povertà in Italia.

Il sostegno al reddito è finalizzato al reinserimento nel mercato del lavoro e all’inclusione sociale, infatti, le novità introdotte dalla legge di bilancio 2022 (articoli 20 e 21 della manovra) hanno riformato il reddito di cittadinanza nelle modalità di applicazione che vedremo più avanti.

La misura prevede un sussidio economico mensile della durata di 18 mesi (rinnovabile per ulteriori 18 mesi), compreso tra i 400 euro e gli 840 euro, calcolato sul numero dei componenti il nucleo familiare. Per richiedere il reddito di cittadinanza i nuclei familiari devono chiedere a un patronato/CAF di elaborare l’ISEE, il quale dovrà essere inferiore a 9.360 euro.

I maggiorenni disoccupati del nucleo familiare con età fino a 64 anni, hanno l’obbligo di seguire un percorso di reinserimento lavorativo.

La disponibilità al percorso di reinserimento lavorativo è la modifica più evidente introdotta nel 2022 e riguarda la domanda stessa di accesso, che ora equivale a una dichiarazione di disponibilità al lavoro. Una modifica sostanziale e non solo formale, che impone al percettore di accettare le offerte di lavoro pena il decadimento del sostegno al reddito. Bastano due rifiuti di proposta di lavoro per perdere il sussidio, rispetto alle tre proposte rifiutabili previste in precedenza.

Accettando il reddito di cittadinanza, infatti, si sottoscrive il “patto per il lavoro” legato al Centro per l’impiego territoriale e il “patto per l’inclusione sociale” legato ai servizi sociali del Comune di residenza.

Tutti i maggiorenni del nucleo familiare con età inferiore ai 29 anni sono convocati dai Centri per l’impiego territoriali per firmare il patto per il lavoro, anche se il nucleo familiare ha già sottoscritto un patto per l’inclusione sociale.

Sono esclusi dai patti chi ha più di 65 anni, i minorenni, le persone con disabilità e i beneficiari della pensione di cittadinanza.

Quanto spetta per il nucleo familiare?

Il reddito di cittadinanza, ma anche la pensione di cittadinanza, prevede due componenti. Una prima componente (quota A) serve a integrare il reddito familiare, la seconda componente (quota B) è elargita per coprire l’affitto o il mutuo. La quota B non è dovuta a chi è proprietario di casa e non ha un mutuo da pagare.

La quota A è variabile e dipende dal numero di componenti il nucleo familiare. La quota B, in caso di nuclei familiari in affitto, non può essere superiore ai 280 euro mensili (3.360 euro annui) per il reddito di cittadinanza o 150 euro mensili (1.800 euro) per i percettori della pensione di cittadinanza.

Per i nuclei familiari con rata del mutuo, la quota B non può superare i 150 euro mensili sia nel caso di RdC che di PdC.

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Come e dove presentare la domanda

La domanda di richiesta del reddito di cittadinanza o della pensione di cittadinanza, è disponibile sul sito web dell’Inps alla voce “Prestazioni servizi/Reddito di cittadinanza e pensione di cittadinanza”.

In alternativa è stato costituito da tempo il sito web www.redditodicittadinanza.gov.it, dove reperire tutte le informazioni necessarie alla preparazione della domanda.

Sia sul sito dell’Inps che sul sito dedicato, è necessario essere in possesso delle credenziali di accesso SPID (l’identità digitale del cittadino), le quali permettono di accedere all’area per l’inserimento della domanda online e a tutti gli altri servizi della pubblica amministrazione e non solo.

I CAF e i patronati possono aiutare nella compilazione e presentazione della domanda, e possono essere d’aiuto anche per la presentazione della domanda di rinnovo. Rinnovo che può essere richiesto al termine dei 18 mesi di percezione del RdC, lasciando correre un mese come intervallo tra il primo periodo e il secondo periodo (18 mesi, un mese di intervallo, 18 mesi).

Presentata la domanda, i tempi di lavorazione è di 30 giorni come previsto dalle normative vigenti. In alcuni casi, se ad esempio vengono richieste informazioni mancanti o integrative, i tempi potrebbero essere più lunghi.

Reddito di cittadinanza, i nuovi requisiti 2022

Dal 2022 i criteri di ammissione e di mantenimento dei requisiti per ricevere il reddito di cittadinanza sono diventati più stringenti.

Oltre all’obbligo di seguire un percorso di reinserimento nel mercato del lavoro, la legge di bilancio 2022 ha previsto le seguenti novità:

  • le aziende che assumono i percettori del reddito di cittadinanza ottengono più agevolazioni;
  • introdotta la verifica dei redditi e patrimoni maturati all’estero, grazie all’incrocio dei dati con le autorità di controllo straniere;
  • maggiori controlli sulla fedina penale dei componenti del nucleo familiare, grazie allo scambio di informazioni tra le banche dati dell’INPS e del ministero della Giustizia (il controllo è stato automatizzato tramite richiesta diretta al Casellario centrale del ministero della Giustizia).

Cosa si può comprare con la carta Reddito di cittadinanza

La carta RdC ha dei limiti di acquisto. Non si possono comprare servizi e prodotti legati a giochi che prevedono vincite in denaro, non è possibile acquistare servizi di noleggio e leasing di navi e imbarcazioni da diporto, o altri servizi portuali.

Non sono contemplati i servizi e prodotti per adulti, servizi finanziari e creditizi, articoli di gioielleria, di pellicceria, acquisti presso gallerie d’arte e in club privati. Tutte queste categorie merceologiche sono escluse.

Con la carta RdC e PdC si può invece pagare il locatore indicato nel contratto di locazione effettuando un bonifico mensile, ed è possibile soddisfare tutte le esigenze del nucleo familiare beneficiario della misura di sostegno al reddito.

Con la carta si possono anche pagare le utenze domestiche presso gli esercizi commerciali abilitati (tabaccai, bar, Poste Italiane), oppure le mense scolastiche dei figli.

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Fabio Carbone

Scrittore web tecnico ma versatile dal 2013, ha studiato informatica e filosofia ed anche un pizzico di sociologia. Dal 2016 si occupa di temi legati all'Industria 4.0 e al mondo del digitale. Scrive di finanza, criptovalute e blockchain per quotidiani online, siti di settore e aziende.

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