- 11/04/2023
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Come noto il reddito di cittadinanza (Rdc) sta per andare in “soffitta”, sostituito da una nuova misura di inclusione che prenderà il nome di Misura di Inclusione Attiva (MIA) già a partire da settembre 2023.
Il cambiamento sarà di sostanza, poiché si torna alle caratteristiche del sostegno per l’inclusione attiva (Sia) terminato nel 2017 e che prevedeva l’assegnazione del sussidio solo a chi aderiva a un progetto personalizzato di attivazione sociale e lavorativa.
La Mia, infatti, dovrebbe prevedere sin dall’inizio un percorso di inserimento o di reinserimento nel mercato del lavoro, a differenza di quanto ha fatto il reddito di cittadinanza che si è basato esclusivamente sulla figura del “navigator”.
Scopriamo, quindi, come funziona la misura di inclusione attiva (Mia), pur sottolineando il fatto che si resta in attesa di una approvazione definitiva della bozza di legge da parte del Parlamento italiano.
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Perché viene sostituito il Reddito di cittadinanza?
Il nuovo governo a guida Giorgia Meloni ha deciso di soppiantare il reddito di cittadinanza, introdotto dal primo governo di Giuseppe Conte, apportando delle modifiche sostanziali alle fasce di cittadini e famiglie che ne potranno usufruire, e legando il sostegno al reddito all’obbligo di frequentare dei corsi di formazione professionali o simili.
La preparazione all’importante modifica è contenuta già nella legge di bilancio 2023 che ha posto un termine al Rdc entro il 31 dicembre 2023.
Il Reddito di cittadinanza aveva il limite di accompagnare il percettore del reddito di cittadinanza con un tutor chiamato “navigator”. Questi aveva il compito di aiutare i percettori del reddito di cittadinanza nel percorso di ricerca di un nuovo lavoro.
Purtroppo, come mostrano i dati raccolti dall’Inps nel corso del 2022 e pubblicati da Il Sole 24 Ore, soltanto 86 mila percettori del Rdc hanno trovato un impiego e, mancando dati statistici specifici, non è detto che tutti lo abbiano trovato attraverso un Centro per l’impiego (cioè grazie a un navigator). Ciò a fronte di 1,6 milioni di nuclei familiari che sono arrivati a percepire il reddito di cittadinanza (dati Osservatorio statistico Inps).
Cos’è la Misura di Inclusione Attiva (Mia)?
La nuova misura di inclusione attiva (MIA), sarà una misura di contrasto alla povertà che continuerà a basarsi sul calcolo dell’ISEE dei nuclei familiari.
Oltre a prevedere una soglia ISEE più bassa, prevede un sussidio economico con tetto massimo annuale ridotto rispetto al Reddito di cittadinanza.
Limitazioni sono previste anche in riferimento ai requisiti di residenza in Italia.
Come funziona la Misura di Inclusione Attiva?
Secondo la bozza circolata in queste settimane, la Mia entrerà in vigore a partire dall’1 settembre 2023 e dovrebbe prevedere un importo determinato dalla soglia ISEE calcolata sulle condizioni e i componenti del nucleo familiare.
La soglia ISEE verrà abbassata dagli attuali 9.360 euro ai 7.200 euro. Una decisione che farà perdere il diritto a richiedere la Mia a chi supera un reddito ISEE oltre i 7.200 euro (salvo modifiche in fase di approvazione della legge).
La misura di inclusione attiva si presenta come una integrazione al reddito delle famiglie, per questo la soglia sarà di 6.000 euro annui.
Oltre a essere una misura di sostegno al reddito, la Mia è pensata anche come un progetto di politica del lavoro attiva. Ciò significa che i beneficiari della Mia dovranno obbligatoriamente prendere parte a un percorso di inclusione lavorativa e sociale.
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Chi potrà accedere alla Misura di inclusione attiva (Mia)? Requisiti
Potranno accedere alla misura di inclusione attiva (Mia) un’ampia categoria di persone e nuclei familiari che presentano i requisiti menzionati in precedenza.
- Nuclei familiari con una persona con disabilità, con un minore a carico o con almeno una persona che abbia 60 anni di età e più.
- Nuclei familiari senza persone nelle condizioni sopra indicate e che siano nella condizione di occupabilità.
- Nuclei composti da una sola persona che rientrano nella soglia ISEE.
Negli ultimi due casi la Mia verrà erogata con una riduzione ulteriore del 25% (quindi 4.500 euro annui).
Passando alla cittadinanza e alla residenza, i requisiti della Mia prevedono quanto segue.
- Essere un cittadino dell’Unione Europea o un suo familiare, o essere in possesso del permesso di soggiorno di lungo periodo rilasciato dall’Ue.
- Essere residente in Italia da almeno 5 anni di cui gli ultimi due in modo continuativo.
- Essere residente in Italia.
Andranno tenuti in considerazione anche i requisiti patrimoniali che concorrono alla soglia ISEE. Ad esempio, non si potrà avere un patrimonio immobiliare superiore ai 30 mila euro.
Sotto il profilo del patrimonio mobiliare, quindi liquidità e titoli finanziari, non dovrà essere superiore ai 6 mila euro per i singoli e non superiore ai 10 mila euro per i nuclei familiari (i minori successivi al secondo consentono di accrescere la soglia di ulteriori 1.000 euro cadauno).
Altri limiti riguardano il possesso di veicoli con motorizzazioni superiori ai 1.600 cc per le auto e di cilindrata superiore ai 250 cc per i motoveicoli. Così come nessun membro del nucleo familiare potrà risultare intestatario di una imbarcazione.
Non ultimo, come accadeva per il Rdc, non potranno accedere al beneficio quanti sono sottoposti a misure cautelari o i condannati in via definitiva nei 10 anni precedenti.
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Quanto dura la Misura di Inclusione Attiva (MIA)?
Per quanto riguarda la durata del sostegno al reddito Mia, bisogna fare una distinzione tra nuclei familiari.
Le famiglie con un componente disabile (o più), con un minore a carico o una persona che supera i 60 anni di età, potrà accedere al beneficio per 18 mesi massimo, con la possibilità di rinnovare la domanda.
I nuclei familiari composti di sole persone occupabili percepiranno la Mia in forma ridotta del 25% e per un periodo non superiore ai 12 mesi, rinnovabili di ulteriori 6 mesi. Al termine del rinnovo dovrebbe essere possibile presentare una nuova domanda, ma con un mese di stop come avviene per il Rdc.
Quanto si percepirà con la MIA?
Il contributo non potrà essere inferiore a 480 euro annui, inoltre, nella forma attuale la Mia non prevede alcun contributo per pagare l’affitto o il mutuo.
Il reddito massimo che si percepirà sarà di 6.000 euro annui, ridotto del 25% per i nuclei familiari dove tutti i membri sono occupabili.
Nulla dovrebbe cambiare per quanto riguarda la carta elettronica attraverso cui si percepirà il sussidio. La carta di pagamento, infatti, era già stata introdotta con successo per l’erogazione del reddito di inclusione (Rei) e il sostegno per l’inclusione attiva (Sia).
Conclusioni
La Misura di Inclusione Attiva (MIA) torna a legare i sussidi di sostegno alla povertà a politiche attive come avveniva dal 2015 con la già citata Sia.
Il ritorno alla formula precedente consentirà la nascita o la riattivazione di scuole di formazione nate con l’obiettivo di sostenere percorsi di formazione professionalizzanti, volti a inserire le persone in percorsi lavorativi non poveri, anzi, capaci di offrire prospettive di crescita economica e sociale.