- 13/05/2024
Per valutare correttamente il mercato azionario, può essere interessante mettere a confronto la redditività delle azioni con quella di altre forme di investimento, tipicamente le obbligazioni.
Per comparare i rendimenti di questi due diversi strumenti di investimento bisogna servirsi di indicatori che rendano comparabili i rendimento dei titoli azionari e obbligazionari.
Indicatore Earning Yield Ratio
Uno degli indicatori di sintesi più utilizzati a tal proposito è il cosiddetto “earning yield ratio”, che rappresenta il rapporto tra il rendimento dei titoli obbligazionari a tasso fisso e il cosiddetto “earning yield”, il quale a sua volta è il rapporto tra l’utile della singola azione (o dell’indice azionario) e il prezzo della singola azione (o dell’indice azionario).
Indicatore Dividend Yield Ratio
Un altro indicatore di sintesi abbastanza utilizzato nel confronto della redditività relativa tra le azioni e le obbligazioni è il cosiddetto “dividend yield ratio”, che rappresenta il rapporto tra il rendimento dei titoli obbligazionari a tasso fisso e il dividend yield, vale a dire il rapporto tra il dividendo della singola azione (o dell’indice azionario) e il prezzo dell’azione (o dell’indice azionario).
Che significato ha per le azioni un rialzo di questi indicatori?
I due indicatori menzionati – l’earning yield e il dividend yield – sono sostanzialmente indicatori della redditività dell’azione. Secondo l’interpretazione più diffusa, un rialzo di questi indicatori implica che le azioni potrebbero essere eccessivamente care e di riflesso il mercato azionario merita da parte dell’investitore un grado di cautela in più.
Come si può intuire, in queste fasi è generalmente ritenuto meno conveniente comprare azioni.
Non tutto è sempre semplice come sembra, però.
Votati 4,7 stelle da oltre 400.000 clienti.
Il Conto Trading è perfetto per iniziare per chi vuole fare solo trading. Il canone è gratuito.
L’interpretazione dei vari parametri non è sempre semplice
Purtroppo, nonostante la ragionevolezza delle premesse, l’utilizzo di questi indicatori non sempre conduce a conclusioni corrette circa la valutazione delle performance delle azioni rispetto alle obbligazioni. Come mai? Perché alcuni indicatori si modificano nel tempo e non sempre in maniera prevedibile.
Prendiamo il rapporto prezzo/utile di un titolo azionario. Il cosiddetto P/E (dall’inglese “Price Earning”), ossia il rapporto tra il prezzo di mercato di un’azione e l’utile per azione, è l’inverso dell’earning yield e rappresenta il prezzo, per unità di utile, di un titolo azionario (o di un indice azionario).
Dire, per esempio, che il P/E è pari a 15 equivale a dire che il mercato è disposto a pagare 15 volte un’unità di utile prodotto da quella società. A livello intuitivo, se assumiamo utili costanti nel tempo, il rapporto prezzo/utile rappresenta il numero di anni necessari per recuperare il costo iniziale dell’investimento.
Sebbene il calcolo del rapporto prezzo/utile sia relativamente semplice, la corretta interpretazione di questo parametro e del suo andamento nelle varie fasi di mercato è piuttosto complessa, per tre ragioni:
- il rapporto prezzo/utile non è costante nel tempo, perché gli investitori sono disposti a pagare prezzi diversi per unità di utile a seconda delle diverse fasi di mercato;
- non è affatto scontato che un titolo o un indice con un rapporto prezzo/utile basso sia per questo meno costoso e, quindi, destinato a registrare performance migliori nel tempo;
- viceversa, non è detto che un titolo (o un indice) con un rapporto prezzo/utile alto sia per questo più costoso e, quindi, destinato a performance peggiori.
Conoscere i concetti è utile, non fare da sé è meglio
Insomma, come sempre c’è la teoria e poi c’è la pratica, e tra l’una e l’altra tutta una serie di variabili non sempre di facile interpretazione e previsione. Per questo, se da una parte è utile avere un’infarinatura di questi concetti per sapere che mettere a confronto la redditività delle azioni con quella, per esempio, delle obbligazioni è possibile, dall’altra nelle scelte d’investimento quotidiane è sempre bene affidarsi all’esperienza dei professionisti del settore, che possono orientarci nel modo migliore.