- 02/04/2024
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Agli italiani i soldi piacciono dove possono vederli. C’è chi li ha ammucchiati per anni nella scatola delle scarpe dentro l’armadio, chi nella cassaforte dietro il quadro, chi in soffitta, qualcuno perfino in cantina. L’aneddotica su questo è sufficientemente ampia, basta fare una banale ricerca su Google per rendersene conto.
Ma, in sostanza, è quel che ci confermano le indagini delle autorità pubbliche come Consob e Banca d’Italia e le ricerche di molte istituzioni private.
In un momento storico nel quale può venire la tentazione di buttarsi perinde ac cadaver sui vecchi metodi di conservazione del risparmio – che per la verità conservano ben poco, visto che, come vi diciamo sempre, il valore reale di ciò che non investiamo se lo rosicchia ben bene l’inflazione – vale la pena di fare un ripasso sugli strumenti di liquidità più amati dagli italiani: conti correnti e depositi.
Cos’è il conto corrente: la guida della Banca d’Italia
La Banca d’Italia ha pubblicato una versione aggiornata e rivista della guida dedicata al conto corrente. In questa guida, ci ricorda che il conto corrente bancario dà, fra le altre cose, la possibilità di affidare alla banca la custodia e l’amministrazione dei titoli nei quali decidiamo di investire il nostro denaro.
La banca può infatti offrire la possibilità di aprire un altro conto, collegato al conto corrente: è il deposito titoli, che va ad accogliere titoli pubblici come Bot e Btp, quote di fondi comuni di investimento, azioni, obbligazioni o altri titoli.
Come ricorda la Banca d’Italia nella sua guida, il deposito titoli è un conto che viene utilizzato solo ed esclusivamente per “ospitare” i risultati delle operazioni di compravendita di strumenti finanziari, come appunto titoli pubblici tipo Buoni ordinati del Tesoro e Buoni del Tesoro poliennali, quote di fondi comuni, azioni, obbligazioni.
Sul conto corrente al quale è abbinato vengono addebitate le imposte di bollo e le commissioni e accreditati invece i guadagni ricavati dai titoli, come per esempio dividendi e cedole.
Che differenza c’è tra conto corrente bancario e deposito?
E qui arriviamo al punto. Prendendo come riferimento sempre la guida della Banca d’Italia intitolata “Il conto corrente in parole semplici” aggiornata a novembre 2022, sintetizziamo in una tabella le tre caratteristiche che differenziano questi due tipi di prodotto
Conto corrente bancario | Deposito | |
---|---|---|
Funzione | Consente la gestione quotidiana del denaro custodito dalla banca: prelievi e versamenti sempre disponibili. | Consente di custodire il denaro con la finalità d'investimento. Solitamente è prevista una scadenza durante la quale il denaro non è disponibile. |
Rendimento | Tasso di interesse molto basso o assente. | Tasso di interesse più alto e variabile, dipende dal tempo e dall'ammontare del deposito. Tasso di interesse comunque basso in quanto di tratta di uno strumento poco rischioso. |
Servizi | Operatività molto ampia. | Operatività limitata a scopi d'investimento, non permette l'uso di carte di pagamento o sconfinamenti temporanei del saldo. |
Conti di Deposito: basso rischio ma attenzione al potere d'acquisto
Ricapitoliamo le differenze fondamentali: il conto corrente è essenziale per le transazioni quotidiane, ma quando si parla di investimenti, il conto di deposito emerge come un'opzione a basso rischio.
Tuttavia, è cruciale riconoscere che, sebbene i conti di deposito offrano una maggiore sicurezza finanziaria, i loro rendimenti tendenzialmente modesti potrebbero non essere sufficienti a contrastare l'erosione del potere d'acquisto causata dall'inflazione.
Questo implica che affidarsi esclusivamente ai conti di deposito per la gestione dei risparmi potrebbe risultare in una rivalutazione dei fondi inferiore alle aspettative, limitando la capacità di soddisfare le necessità attuali e future, nonché di raggiungere gli obiettivi personali e familiari. È, dunque, fondamentale valutare una diversificazione adeguata degli investimenti per bilanciare sicurezza e potenziale di crescita.