- 16/04/2024
Emissioni e raccolta dei Minibond calate nel 2023. Le cause sono molteplici: dalla stretta della BCE, che ha riportato i volumi al livello della pandemia, alle incertezze sulle garanzie pubbliche, ormai lontane dai provvedimenti di emergenza del post pandemia. Dal lato della domanda, anche il blocco degli investimenti ha contribuito a un minor ricorso a questi strumenti.
A ben guardare, una nota positiva in questa contrazione la si trova. Un terzo delle emissioni 2023 ha riguardato i Minibond Esg, collegati alla sostenibilità ambientale, sociale e governativa: green bond e sustainability-linked bond hanno raccolto in totale 351 milioni di euro. sociale. Non meno interessante è che un euro su quattro destinato ai Minibond provenisse da banche e fondi esteri, il valore più alto degli ultimi anni. Fatte salve le turbolenze citate, lo strumento ha una sua validità nel favorire transizione ecologica e sostenibilità e per collegare il sistema produttivo nazionale con la finanza internazionale.
Cosa ci si aspetta per l’anno in corso? Il 2024 non sembra confermare il trend a ribasso, complici l’emissione attesa di nuovi basket bond e le innovazioni apportate con la Legge Capitali e il Regolamento Ue Ecsp sul crowdfunding. Salvo ulteriori scossoni macroeconomici, quello dell’anno appena passato potrebbe essere archiviato come una semplice sosta ai box.
I numeri del report Minibond
Introdotti dal Decreto Sviluppo nel 2012, i Minibond sono una forma di finanziamento alternativo al credito bancario. Questo strumento permette alle imprese di dimensioni minori di rivolgersi direttamente a uno o più investitori qualificati.
Da dieci anni, il Report dell’Osservatorio su Minibond si concentra sui titoli di debito emessi da società di capitali o cooperative residenti o principalmente attive in Italia. Nel periodo di rilevazione, l’Osservatorio ha censito quasi 1.160 emittenti, per poco meno di 1.180 emissioni. Questi finanziamenti sono rivolti al settore industriale o commerciale: le società finanziarie sono considerate solo se costituite come veicoli per operazioni di Leveraged Buy Out, utili ad acquisire aziende produttive o parti di esse. Le emissioni hanno un importo massimo di 50 milioni di euro, anche ripartiti in più emissioni con scadenze ravvicinate. Per rientrare nella definizione di Minibond, questi titoli non devono essere quotati sul mercato retail. Grazie a questo strumento, le Pmi italiane possono diversificar le fonti e accedere al mercato degli investitori professionali.
Il 2023 Minibond e basked bond in numeri
Il 2023 è stato un anno di involuzione per Minibond e basket bond, i progetti di sistema che aggregano le emittenti per area geografica o filiera produttiva. Tassi in risalita ed economia debole sono state le cause del calo di volumi ed emittenti, particolarmente marcato nel primo semestre del 2023. Dagli 1,9 miliardi del 2022, il valore è sceso a poco meno di 1,1 miliardi, con un numero di società emittenti passato da 268 a 165. La nota positiva è che tre emittenti su quattro erano alla loro prima emissione, segno che, nonostante le condizioni peggiorate, l’interesse per lo strumento c’è.
L’identikit tipico della società emittente è quello di una SpA lombarda che opera nella manifattura. Con poco più del 50 percento, le SpA rappresentano la forma societaria principale, seguite dalle S.r.l., al 45 percento e da un trascurabile uno percento di società cooperative. Dopo la manifattura al 30 percento, seguono le attività professionali e il commercio, rispettivamente al 15 al 13. Cinquantasei sono le emittenti lombarde, contro le 19 della Campania le 15 di Emilia-Romagna e Lazio. A livello dimensionale, il calo ha colpito principalmente le società di maggiori dimensioni.
Piccoli, internazionali e indicizzati
Piccolo non vuol dire locale, per i Minibond. Quattro su dieci hanno avuto un importo inferiore ai 2 milioni di euro, con un valore medio tendenziale dei collocamenti che nel secondo semestre del 2023 è sceso a 5,2 milioni di euro, contro i 7,5 del primo semestre. Delle 184 emissioni, solo l’8 percento è stato quotato in borsa, dove le collocazioni estere hanno superato quelle all’Euronext Access Milan per 11 a 3.
Per quanto concerne le scadenze, il valore medio è sceso a 5,2 anni con la maggioranza degli strumenti che prevede un rimborso a rate successive. Solo per le scadenze più brevi la modalità più frequente è quella del rimborso integrale alla scadenza. Poco più della metà delle cedole segue una remunerazione a tasso variabile, che applica uno spread ai tassi di mercato. Tanto i tassi fissi quanto quelli variabili hanno subito un aumento durante il 2023, con valori medi a 7,17 percento per il fisso e al 6,69 per il variabile.
Ventuno emissioni presentavano una cedola indicizzata alle performance ESG, segno che la sinergia tra finanza e imprese inizia a saldarsi. 16 i Minibond green, legati a progetti a impatto positivo per l’ambiente, e 21 quelli sustainability linked, connessi a strategie sostenibili di più ampio respiro.
Nel complesso, il mercato conferma la preferenza per i titolo garantiti, sulla scia dei provvedimenti adottati durante il Covid: solo il 26 percento ne è sprovvisto. Limitato il ricorso alle società di rating, che ha coinvolto il 28 percento delle emissioni.
Minibond: come evolve la normativa
Negli ultimi mesi, il mercato dei Minibond ha visto importanti novità regolamentari. Da aprile 2023 è attiva la garanzia pubblica sul portafoglio di Minibond detenuti da banche e finanziarie, introdotta dal D.L. 73/2021. Questa offre una copertura fino al 25% per portafogli tra 40 milioni e 300 milioni di euro, e singoli bond da 500 mila a 8 milioni di euro.
Il Regolamento UE Ecsp, attivo dal novembre 2023, ha apportato cambiamenti significativi alle piattaforme di crowdfunding, tra cui l'operatività cross-border, che permette agli operatori nazionali autorizzati di competere sul mercato comune, espandendo le opportunità per i Minibond. Il Regolamento Ecsp definisce un framework comune per il crowdfunding, valido sia per il capitale di rischio che per il debito, come i Minibond. Entrato in vigore il 10 novembre 2021, stabilisce norme per l'intermediazione nella concessione di prestiti e il collocamento di valori mobiliari attraverso piattaforme Internet. Il D.L. 30/2023 ha assegnato a Consob e Banca d’Italia il compito di vigilanza sul crowdfunding, con il Regolamento Consob che aggiorna le regole sul processo di autorizzazione e gli obblighi informativi. Alla data del 1 marzo 2024, 25 portali di crowdfunding erano autorizzati dalla Consob, dimostrando un interesse crescente verso il finanziamento attraverso Minibond.
Infine, il DDL Capitali, approvato il 27 febbraio 2024, ha introdotto modifiche favorevoli per SpA e S.r.l., facilitando l'emissione di titoli di debito e la loro circolazione tra investitori professionali, anche non vigilati, eliminando alcuni ostacoli normativi all'accesso alla finanza alternativa per le PMI. Il DDL Capitali mira a stimolare la crescita del mercato dei capitali, semplificando l'emissione di Minibond per le PMI e modificando le norme sul limite delle emissioni e sulla circolazione di obbligazioni, facilitando l'accesso ai canali di finanza alternativa. Queste novità rappresentano passi avanti significativi nel rendere il mercato dei Minibond più accessibile e flessibile per le imprese italiane, offrendo nuove opportunità di finanziamento e sostegno alla crescita economica.
Garanzie e Soggetti pubblici
Il 2024 si contraddistingue anche per una progressiva riduzione delle garanzie sui crediti ottenuti dalle Pmi. A quattro anni dalla pandemia e due dalla fiammata inflazionistica, vengono ridotti gli aiuti transitori introdotti con il Temporary Framework. A rendere più graduale la transizione contribuisce l’innalzamento a 300 mila euro degli aiuti de minimis alle imprese, quegli aiuti che, per l’entità modesta non contravvengono alle norme comunitarie sugli aiuti di Stato: sussidi diretti, esenzioni fiscali, prestiti a tasso agevolato e garanzie contribuiscono a rafforzare le Pmi che operano sul mercato italiano. In attesa dell'approvazione della riforma da parte della Commissione Europea, il Fondo di Garanzia gestito da Mediocredito Centrale manterrà il massimale di garanzia di 5 milioni di euro per impresa, variando i livelli di copertura in base al tipo di operazione.
Per quanto concerne la finanza alternativa, la notizia positiva è la riduzione dell’importo minimo dei Minibond nell’ambito delle operazioni di basket bond, che si scende da 2 milioni a 500 mila euro ai fini dell’eleggibilità della garanzia. Questa permette di ridurre la percezione di rischio dell’operazione da parte degli investitori, con una riduzione sul tasso di interesse richiesto.
I basket bond: la Cdp gioca da anchor investor
Visto nel complesso, quello del Basket bond è uno strumento di primaria importanza. Nella forma, questo rappresenta operazioni di cartolarizzazione dei Minibond, che permettono alle Pmi emittenti di superare la difficoltà di attrarre investitori professionali. Il taglio medio dei Minibond può risultare troppo modesto per questo genere di investitori.
Attraverso i basket bond, sono aggregate più emissioni di singoli Minibond in un unico veicolo, che può essere finanziato sul mercato tramite l'emissione di Asset Backed Securities (ABS). In questo modo, gli investitori finali possono prendere posizione su di un portafoglio diversificato e può essere raccolta una massa critica di investimento.
Questo schema può prevedere diverse tranche di ABS, con profili di rischio e rendimento diversi, rese più appetibili sul mercato grazie anche alla possibilità di ottenere garanzie sul rischio di credito. Esistono anche modelli di basket bond che prevedono un periodo di ramp-up, dove i Minibond vengono emessi individualmente e successivamente aggregati, o che si focalizzano su specifiche filiere o aree geografiche per creare economie di scala.
Queste iniziative hanno mobilitato risorse significative, con Cassa Depositi e Prestiti che ha svolto un ruolo chiave come anchor investor. Il Basket Bond Italia, lanciato congiuntamente da Cassa Depositi e Prestiti, Mediocredito Centrale ha raccolto 100 milioni di euro per favorire i progetti di crescita delle imprese italiane selezionate. La Banca Europea degli Investimenti ha contribuito al progetto fornendo le sue garanzie. Ad agosto 2023 è stato il turno del Basket Bond ESG, emesso da Cassa Depositi e Prestiti in collaborazione con Unicredit, che ha superato il traguardo dei 100 milioni di euro raccolti.
Da aprile 2023, il fondo di garanzia accetta la domanda per beneficiare delle garanzie sui basket bond. Banche, intermediari finanziari, imprese assicurative, Organismi di controllo collettivo del risparmio (Oicr), Confidi e Società Veicolo (Spv) possono presentare la domanda per una garanzia del 25 percento del portafoglio complessivo, compreso tra 40 e 300 milioni di euro.