- 08/02/2022
“Je ne veux pas travailler”. “Non voglio lavorare”, cantavano nel 1997 i Pink Martini, band musicale americana che ha voluto omaggiare la Francia con una canzone stile rétro, diventata in pochi anni il simbolo della douce vie e della nonchalance tipiche francesi.
25 anni dopo, i discendenti di Napoleone e Gérard Depardieu hanno più voglia che mai di lavorare e produrre. La Francia del 2022, guidata da Monsieur Macron, si è imposta nel continente europeo come una “Startup Nation”, capace di sfornare ben 25 licornes, unicorni, ovvero le startup che hanno raggiunto (o superato) il miliardo di dollari di valutazione.
La Francia della burocrazia e dei gilets jaunes, degli attacchi terroristici a matrice islamica e delle banlieue come bombe a orologeria pronte a scoppiare, si riscopre distributore di innovazione tech (e fintech), capace di competere con “giganti” di startup e Venture Capital come Germania e Regno Unito.
Tutto questo grazie alla French Tech, etichetta lanciata nel 2013 dal governo francese che viene assegnata sia alle aree metropolitane riconosciute per un ecosistema di startup ampio e sviluppato, sia alle aziende innovative francesi.
Il confronto con il BelPaese? Impietoso. Come riporta il Sole 24 Ore, nel 2021 in Italia sono stati investiti un miliardo e 348 milioni di euro, un aumento dell’85% rispetto agli investimenti effettuati nel 2020. Un anno record, non solo per le startup italiane in generale, ma anche per il comparto del fintech.
Secondo quanto riportato dal report 2021 dell’Osservatorio FinTech PwC, infatti, nei primi tre trimestri del 2021 le startup fintech di casa nostra hanno raccolto più di 410 milioni di euro, più del doppio rispetto agli anni precedenti. E la Francia? Nell’anno d’oro italiano delle startup, le cugine startup d’Oltralpe hanno raccolto ben 11,6 miliardi di euro (10 volte il raccolto italiano nello stesso periodo!) e prodotto ben 12 unicorni (di cui 5 fintech e due insurtech, che vedremo di seguito). È quanto riportato dal report annuale sul capitale di rischio in Francia prodotta da EY.
Per quanto concerne il comparto del fintech francese, invece, secondo i dati dell’Associazione France Fintech, nel 2021 le startup fintech in Francia hanno raccolto un totale di 2,3 miliardi di euro (quasi sei volte il raccolto italiano). Inoltre, una “chicca” interessante: come riporta TechCrunch, 3 delle 5 startup francesi diventate unicorni nel gennaio 2022 sono startup fintech.
Il fintech francese: 10 bellissimi (e ricchissimi) unicorni
Al fine di dare una panoramica ancora più approfondita dell’ecosistema fintech francese, in questo paragrafo andremo a elencare 10 unicorni fintech d’Oltralpe e i servizi offerti da ciascuno di essi, ordinati (in ordine crescente) in base al round di finanziamento chiuso, dati provenienti da Crunchbase e espressi in dollari.
Ivalua - 134,4 milioni
Nata nel 2000, Ivalua è una piattaforma B2B che aiuta le aziende a ottimizzare l’efficienza e l’efficacia della gestione di tutte le spese aziendale nonché delle relazioni con i fornitori. Allo stato attuale, l’unicorno specializzato nello “spend management” conta 300 grandi aziende clienti in tutto il mondo e oltre 500 miliardi di dollari di spese dirette e indirette gestite tramite la piattaforma.
Lydia - 262,6 milioni
Fondata nel 2011 ed entrata sul mercato nel 2013, Lydia offre diverse soluzioni per rendere i pagamenti i più semplici, intuitivi e sicuri possibili: carte di pagamento, pagamenti mobile contactless, conti condivisi, etc. L’unicorno parigino è oggi l’app leader dei pagamenti mobile, con oltre 3 milioni di utenti in Europa e più di 4.000 nuovi clienti registrati ogni giorno sull’app.
Spendesk - 311,8 milioni
Fondata nel 2016, Spendesk è un’altra soluzione di “spend management” che permette alle aziende di avere il 100% di visibilità sulle spese aziendali. Spendesk si presenta come una piattaforma “7-in-1”, ovvero in grado di offrire sette differenti servizi in un’unica soluzione: carta aziendale, pagamento delle fatture, rimborsi spese, note spese, budget, reporting, e compliance, il tutto tramite una piattaforma semplice e scalabile. Oggi Spendesk è utilizzata da migliaia di aziende, dalle startup a brand internazionali, permettendo loro di risparmiare tempo e denaro nella gestione dell’intero processo di spesa.
Swile - 325,9 milioni
Lanciata sul mercato nel 2018, in meno di quattro anni Swile è riuscita a raggiungere il tetto d’oro del miliardo di dollari di valutazione. La startup offre una carta pensata per i dipendenti aziendali: buoni pasto, carte regalo, rimborsi, acquisto biglietti per teatri, cinema, parchi divertimento, viaggi e hotel, etc. Swile semplifica la vita tra colleghi, permettendo di rimborsare denaro in modo ultra-rapido, dividere il conto al ristorante, organizzare eventi, etc. Senza limiti di pagamento, i buoni pasto caricati su Swile sono accettati da oltre 220.000 esercenti in Francia.
Alan - 363,9 milioni
Nata nel 2016, Alan è una startup insurtech che ha portato sul mercato francese la prima assicurazione sanitaria digitale, nonché la prima assicurazione indipendente approvata dal 1986. Alan offre ai propri clienti un’esperienza di utilizzo snella e intuitiva, fornendo una copertura semplice e trasparente con un ottimo rapporto qualità-prezzo. Ad oggi, ben 7.000 imprese, dalle startup alle grandi aziende, si sono affidate ad Alan per offrire l’assicurazione sanitaria ai propri dipendenti.
Ledger - 380 milioni
Lanciata nel 2014, Ledger è una piattaforma mondiale per l’acquisto, l’immagazzinamento, la protezione e la gestione di crypto-asset. Oltre il 15% di tutti i crypto asset mondiali sono protetti attraverso Ledger Nano S, il wallet hardware di Ledger (di cui ne sono state vendute oltre 4 milioni di copie in 180 nazioni). Con sede a Parigi e Vierzon, Ledger ha uffici a Londra, New York e Singapore nonché un team di oltre 500 professionisti.
Payfit - 485,8 milioni
Fondata nel 2015, PayFit è una soluzione B2B dedicata ai dipartimenti HR: una piattaforma Software as a Service che mira alla completa digitalizzazione delle paghe e, più in generale, della gestione delle risorse umane. La soluzione permette di gestire le assunzioni di nuovi dipendenti, i bonifici per gli stipendi, le ferie pagate, la fine dei contratti, le note di spesa, etc.
Shift Technology - 545 milioni
Nata nel 2013, Shift Technology è una soluzione “Artificial Intelligence - native” che permette l’automazione e l’ottimizzazione di soluzioni costruite per il comparto assicurativo. Il servizio offerto dall’azienda parigina, ovvero lo “Shift Insurance Suite”, aiuta gli assicuratori a ottimizzare la gestione di reclami e risoluzione delle controversie, grazie all’analisi e al processamento di miliardi di operazioni assicurative.
Qonto - 703,9 milioni
Nata nel 2016, Qonto si presenta come un’alternativa alle banche tradizionali attraverso l’offerta di un conto corrente online per imprese e liberi professionisti, grazie al quale i clienti business potranno gestire le operazioni bancarie in modo semplice e intuitivo, tramite processi completamente digitalizzati. Dai pagamenti alle note spese dei team, dalla contabilità al controllo dei flussi di cassa in entrata e in uscita, Qonto garantisce una gestione delle attività finanziarie a tutto tondo. Ad oggi, 200.000 imprese si sono affidate a Qonto per gestire le proprie operazioni finanziarie.
Sorare - 739,4 milioni
Concludiamo il nostro giro di unicorni fintech francesi con Sorare, l’azienda fintech che domina questa speciale classifica con quasi 740 milioni di dollari di finanziamenti raccolti. Sorare è una soluzione “blockchain-based” pensata dagli amanti del calcio per gli amanti del calcio: un “fantasy football game” in cui gli utenti possono acquistare, vendere e gestire squadre di calcio virtuali tramite carte da gioco digitali. Oggi Sorare è una comunità online che registra un volume di vendita delle carte da gioco digitali pari a 80 milioni di dollari al mese in oltre 140 nazioni.
Conclusioni
Abbiamo visto dieci unicorni che stanno rivoluzionando il comparto fintech e insurtech, non solo in Francia ma a livello mondiale, grazie a una profonda innovazione tecnologica che sta permettendo a queste aziende di affermarsi come player globali.
Con gli incredibili risultati messi a segno in termini di raccolta di capitale, la Francia ci ha insegnato come, attraverso una politica di promozione dell’innovazione e dell’imprenditorialità, una nazione senza una lunga tradizione imprenditoriale (come il Regno Unito o gli Stati Uniti) può in pochi anni diventare un competitor mondiale nella “produzione di startup”.
La Francia delle baguettes e delle pâtisseries, dei grandi boulevards parigini e dei vini di Bordeaux e della Borgogna, è oggi uno dei migliori Paesi d’Europa dove far nascere e crescere una startup, il Paese delle escargots e degli unicorni. L’Italia prenda appunti.