- 04/12/2019
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Credem Banca è partner di Magic Wand, il programma di accelerazione per startup Fintech, Insurtech, Blockchain e Cybersecurity di Digital Magics. Abbiamo avuto modo di intervistare Piergiorgio Grossi, Chief Innovation Officer di Credem Banca.
Tra i verticali della call (fintech, insurtech, blockchain e cybersecurity), quali vi interessano di più e perché?
Difficile rispondere perché in generale quando si “cerca” non si sa mai quello che si trova. Oltretutto l’obiettivo che abbiamo con la partecipazione in questo programma è sì quello di identificare Startup interessanti per noi o per i nostri clienti, ma anche proseguire nel processo di cambiamento dell’azienda. Per poter lavorare con le startup infatti, e non trattarle come ‘fornitori’, è necessario mettere in atto un cambiamento sia mentale (approccio) sia di processo (come si fanno i contratti? Che processo autorizzativo? Che procedure di rilascio?). Quindi la nostra partecipazione al Programma non è mirata ad attaccare UNO di quei temi: siamo con gli occhi, le orecchie e lo ‘stomaco’ aperto a idee e cambiamento.
Come si sta muovendo la banca rispetto al tema dell'Open Banking?
In parallelo abbiamo tre tipi di attività: in primis c’è quella normativa. Vogliamo fare bene e in modo affidabile la nostra parte; siamo e vogliamo continuare ad essere una azienda affidabile che rispetta le regole.
Stiamo lavorando, da tempo, ad una nostra strategia di attacco sui vari temi dell’Open Banking, sia nel B2C che nel B2B: sfruttando anche l’agilità data dalle caratteristiche peculiari del nostro Gruppo che comprende aziende specializzate in svariati ambiti di business (come Credemtel, Avvera, Credemleasing, Credemassicurazioni, Credemfactor…) siamo in grado di sfruttare in direzioni diverse l’Open Banking.
A fare da colla tra normativa e strategia, l’Innovazione entra con le attività di prototipazione siano esse interne o in open innovation con Startup, Università o altri partner, per validare modelli, prodotti e servizi. Insomma, mai come in questo periodo, Banking is Cool dal punto di vista dell’innovazione.
Le challenger banks sono una minaccia concreta alle banche tradizionali?
Io credo abbiano generato una importante perturbazione nel sistema: per chi si occupa di Innovazione direi una cosa molto positiva. Minaccia o non minaccia, la loro capacità di soddisfare in un modo chirurgico esigenze specifiche di alcuni utenti sta insegnando molto e ci permette di scoprire cosa funziona, o sembra funzionare, cosa non funziona, cosa dobbiamo fare per differenziarci… alla fine QUALE cliente vogliamo servire, per quali bisogni e come.
Quali saranno le professioni del futuro in banca?
Io vedo tre poli importanti: Il primo riguarda la relazione con il cliente… quella umana, che continua e continuerà a fare una gran differenza. Il secondo è quello della tecnologia (meno slide, più codice). Terzo, la sicurezza intesa come informatica o di processo o normativa che dovrà essere sempre più specifica ma con la capacità di favorire l’innovazione la sperimentazione.
Quali sono gli impatti dell'arrivo delle Big Tech nel settore?
Beh la base ‘clienti’ di questi giganti è pari a quella di continenti interi. La capacità di spesa è quella di un Governo di un paese medio grande. La loro capacità di conoscere e dare risposte (anche a domande ‘provocate’) agli utenti è sterminata. L’impatto è già colossale e non solo nel mondo della Finanza.
Dando un'occhiata alla sfera di cristallo: che ruolo avrà la banca nel settore dei servizi finanziari nei prossimi 5 anni?
Anche qui vedo due estremi: alcuni servizi saranno sempre più veloci, digitali, polverizzati in ecosistemi. Qui probabilmente le banche faranno parte con i loro servizi di ecosistemi terzi o avranno, chi potrà e lo saprà fare, i propri ecosistemi. Dall'altra parte la cura del cliente, la competenza, l’essere lì sul campo fianco a fianco saprà fare la differenza.
Grazie Piergiorgio per la tua disponibilità e alla prossima!