Il social distancing porterà alla scomparsa del contante in Italia?

Gli Italiani sono noti per pagare quasi tutto in contanti. Il distanziamento sociale sta cambiando le nostre abitudini, pian piano stiamo adottando nuove forme di pagamento. È la fine del contante?

social distancing contante

Alcuni dei servizi finanziari presenti su Fintastico ci sono stati segnalati dai nostri partner che ci compensano.

La valutazione di Fintastico deriva dalla media ponderata delle valutazioni provenienti da Trustpilot, App Store, Google Play store

In questi mesi ognuno di noi si è ritrovato almeno una volta in questa situazione: dopo aver preso ciò che ci interessa dal fruttivendolo, in panetteria o dal macellaio arriva il momento di pagare. Ed è panico più totale solo all’idea di tirar fuori il portafogli per dare quanto dovuto in contanti: non è pensabile utilizzare la carta di credito o lo smartphone per importi così bassi o semplicemente perché in quel piccolo negozio di quartiere non vengono accettati pagamenti con POS, per l’appunto.

Quindi fuori i contanti - magari dobbiamo ricevere anche del resto - ed ecco che si attiva nella nostra testa tutto un mondo fatto di sterilizzazione meticolosa di banconote e monete, risaputamente covo di germi e batteri.

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Sappiamo di essere lontani anni luce da Paesi come la Svezia, nei quali la percentuale di chi utilizza il contante per pagare instore è pari a un irrisorio 13% - con tantissimi negozianti che nemmeno accettano questa tipologia di pagamento -, al contrario di quanto accade in Italia, dove invece questa percentuale si aggira attorno all’86%.

Una delle domande principali che ci si pone da due mesi a questa parte è se con il coronavirus e il social distancing, al quale siamo e saremo sottoposti per i prossimi mesi, cambierà definitivamente l’approccio ai pagamenti instore, accogliendo sempre di più metodi innovativi e senza contatto - nella più rosea delle ipotesi arrivando alla morte del contante.

Quali sono quindi le possibili soluzioni di pagamento da implementare per una user experience che possa essere full-contactless?

Partiamo dal più classico, il pagamento contactless con carta di credito. Sembrerà scontato parlarne, ma solo di recente sempre più negozianti si sono dotati di POS abilitato e ancora oggi non tutte le banche emettono carte bancomat dotate di tecnologia NFC.

I dati parlano chiaro: 1 carta su 2 è contactless, ma sono 2 negozi su 3 a possedere il POS, e solo il 53% di queste ha la funzione contactless (Fonte: SumUp).

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Il Mobile Proximity Payment - contactless e cardless - può essere la prima valida soluzione, che prevede l’utilizzo dello smartphone al posto della carta di credito. Basato su tecnologia NFC, permette di effettuare il pagamento avvicinando il telefono al POS senza che avvenga contatto e senza ricorrere alla carta (nota: questo metodo funziona oggi anche su tutti gli sportelli bancomat, rendendo possibile effettuare un prelievo di contanti senza carta) - Google Pay, Apple Pay e Samsung Pay sono solo alcuni degli ormai tantissimi provider che offrono questo servizio.

Un ulteriore esempio di Proximity Payment sono i QR Code, pagamenti attivati da codici bidimensionali, e i Data Matrix, da codici a barre, così come i pagamenti da mobile che usano il numero di cellulare e la geolocalizzazione (come Satispay).

I Pay by Link possono essere un’ulteriore soluzione per offrire un’esperienza di pagamento contactless in-store: attraverso un link inviato via e-mail o lo scan di un QR Code il cliente viene reindirizzato a una pagina di pagamento, nella quale potrà scegliere il proprio metodo preferito: carta di credito, PayPal...O anche finanziamento o pagamento rateale per gli importi più alti.

Con alcune soluzioni che offrono il Pay by Link è inoltre possibile effettuare il pagamento in un secondo momento, direttamente da casa.

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Ci sono poi i dispositivi wearable, cioè smartwatch, braccialetti e anelli con i quali è possibile effettuare pagamenti contactless. Anche la loro tecnologia è basata su NFC: questa tipologia avrebbe un potenziale enorme in questa nuova “normalità”, anche se poco sfruttata e di fiducia, in quanto si stima che nel 2019 solo il 3% degli utenti ne facesse utilizzo lasciando il restante 97% ai pagamenti mobile.

Infine Bluecode, una soluzione interoperabile di origine austriaca, permette a merchant e banche di avere un collegamento diretto. Tramite il codice a barre generato nell’app viene tranquillamente effettuato il pagamento, anche questa volta contactless e cardless. Non solo: con Bluecode è possibile continuare la propria raccolta punti e sfruttare gift card o buoni acquisto.

Che cosa ci fa sperare in un abbandono progressivo e definitivo del contante? In queste ultime settimane di lockdown sono state tantissime le piccole realtà commerciali che, dovendo fare i conti con la chiusura del proprio store fisico, hanno ricorso alla creazione di e-commerce dell’ultimo minuto e a sistemi di pagamento digitale (fra i quali anche POS wireless e contactless, come SumUp per le consegne a domicilio con pagamento alla consegna).

Questa spinta verso il mondo digitale fa ben sperare che, in un’ottica di social distancing e regole restrittive per l’acquisto instore, questi stessi metodi di pagamento innovativi possano essere implementati - anche per acquisti di piccole cifre. Lo stesso DPCM dello scorso 17 maggio, fra le raccomandazioni, cita di favorire modalità di pagamento elettroniche, in ogni caso.

Non solo social distancing, ma anche le nuove regolamentazioni imposte con il Decreto Fiscale legato alla Legge di bilancio 2020 potrebbero essere decisive per l’abbandono definitivo del contante: fra solo un paio di mesi (dal 1° luglio 2020) infatti diventerà obbligatorio l’uso del POS per tutti coloro che vendono beni, servizi e prestazioni. Questa novità sarà anche incentivata da un bonus del 30% sul credito di imposta.

Tutte notizie che ci rendono positivi e piuttosto convinti nel dire che presto si abbandonerà il contante. Diventeremo come la Svezia? Stiamo a vedere!

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