Risparmio fintech: intervista a Francesca Giubergia Online SIM

Francesca Giubergia Online SIM

Abbiamo avuto il piacere di intervistare Francesca Giubergia, Presidente di Online SIM. Online Sim è la piattaforma italiana del risparmio gestito che opera nel mercato dei fondi comuni d'investimento. Nata nel 2000 come società indipendente, nel 2004 entra a far parte del Gruppo Ersel.

Come funziona Online SIM e quali sono i vantaggi rispetto ai canali tradizionali?

Online Sim è un pioniere in Italia del mondo digitale: siamo nati nell'epoca dei .com ed il prossimo anno festeggeremo ben 20 anni di attività. Ci siamo sempre contraddistinti per la continua propensione verso le evoluzioni tecnologiche del mercato finanziario ed oggi offriamo ai nostri clienti la possibilità di confrontare, scegliere ed acquistare oltre 4.000 fondi comuni di investimento delle 130 maggiori case di investimento al mondo, il tutto senza commissioni, con un conto a zero spese e con la comodità di poter operare totalmente online.

Il nostro cliente può investire in autonomia, può appoggiarsi ai nostri servizi di consulenza generalizzata fruibili on demand, come ad esempio i portafogli modello o il check up di portafoglio, oppure richiedere una consulenza su misura, scegliendo tra più robo advisor quello più adatto ai propri obiettivi di investimento.

Inoltre, mettiamo da sempre a disposizione della nostra clientela un customer care composto dai nostri professionisti che è in grado di gestire a 360° la relazione con il cliente.

Negli anni abbiamo anche investito molto sul nostro blog, perché crediamo nell’importanza di diffondere informazioni ed approfondimenti sui temi caldi di mercato, aiutare gli investitori a muoversi correttamente sui mercati e renderli più consapevoli delle proprie scelte. Il successo in termini di numero di lettori ci ha dato ragione.

Come sta cambiando il rapporto tra investitori e web?

Le statistiche ci dicono che in Italia gli utenti che utilizzano il canale online sono in costante aumento. Nel 2018 hanno raggiunto i 43 milioni, rappresentando quindi il 73% della popolazione totale. Si tratta di una percentuale molto elevata, che nell’88% dei casi accede ad internet giornalmente.

Solo il 35% della navigazione in rete avviene in Italia da mobile, una quota ancora nettamente al di sotto della media globale (pari al 52%), ma comunque in costante crescita.

Per quanto riguarda il rapporto investitori e home banking, l’Italia ha un indice di penetrazione dell’internet banking e del mobile banking nettamente inferiore alla media globale. Secondo i dati Eurostat, solo il 31% della popolazione italiana utilizza il web per accedere alla propria banca, un dato ben al di sotto della media europea, che è superiore al 50%.

Seppur ancora in ritardo rispetto ai dati europei, possiamo oggi affermare che per gli investitori l’utilizzo del canale online non è più una barriera e il web ha sorpassato la filiale nelle preferenze dei clienti, rappresentando il mezzo preferito per l’acquisto e la gestione di prodotti e servizi finanziari (56% web vs 55% filiale).

Il fintech è qui per rimanere oppure è una moda passeggera?

Il Fintech è un fenomeno in crescita anche in Italia: nel biennio 2017-2018 si è registrato un +27% di imprese Fintech. Parliamo ormai di quasi 300 realtà, operanti in oltre 60 segmenti che spaziano dai pagamenti alla insurtech, dal lending alla cybersecurity.

Il panorama per le imprese nascenti si configura promettente, l’84% delle istituzioni finanziarie intende avviare partnership con imprese Fintech e questo dimostra che non si possa considerare una moda passeggera.

La necessità di dotarsi di acceleratori di processi per generare innovazione fa del Fintech un elemento imprescindibile per le istituzioni finanziarie che vogliono stare al passo con i tempi. L’adozione dell’open innovation consente di intercettare gli imminenti passaggi generazionali attraverso un’offerta che risponde alle nuove generazioni in modo dinamico, senza appesantire la struttura dei costi e portando approcci creativi adatti alle loro necessità.

Quali sono state le motivazioni che vi hanno spinto a diventare partner di Magic Wand?

L’obiettivo da parte nostra è partecipare alla creazione di un centro di eccellenza internazionale dedicato al mondo Fintech ed alle sue declinazioni (ad esempio, insurtech, blockchain e cyber security), contribuendo alla costruzione di forti alleanze e sinergie tra i più importanti operatori del mercato e le piccole realtà.

Online Sim è stata una startup Fintech ante litteram, in quanto progetto nato nel 2000. Dopo 20 anni di mercato vorremmo portare la nostra esperienza a supporto delle nuove realtà nascenti, con la consapevolezza di quali sono le difficoltà nell’affermare il proprio posizionamento sul mercato una volta superata la fase di incubazione di un’idea.

Con quali startup fintech vi piacerebbe entrare in contatto?

I settori ai quali guardiamo maggiormente sono l’investment, il banking ed il regtech. I primi due ci interessano perché desideriamo far evolvere ulteriormente la nostra piattaforma di personal finance, ampliando i prodotti ed i servizi rivolti alla clientela privata attraverso logiche di Open Banking e sinergie con piattaforme di virtual e mobile banking.

Il terzo, il regtech è uno dei temi di maggior rilievo ed impatto negli ultimi anni. In questo ambito vorremmo approfondire le opportunità di integrazione tra piattaforme diverse, sfruttando in positivo le imposizioni legislative, nonché gestirne l’attuazione nel modo più efficiente ed efficace possibile.

Che consiglio daresti a chi vuole avviare un'impresa nel settore della finanza digitale?

Il mio primo consiglio è di conoscere bene il contesto della finanza, in particolare approfondendo la regolamentazione che definisce il perimetro nel quale muoversi. In passato ci è capitato di entrare in contatto con start-up che non sono poi decollate proprio perché non avevano considerato alcuni fattori regolamentari che impedivano di fatto la messa a terra del servizio.

E’ importante inoltre non fermarsi all'analisi quantitativa dei Big Data per intercettare un fenomeno, spesso non è sufficiente e può dare conclusioni fuorvianti. Consigliamo sempre di incrociare le evidenze quantitative con analisi qualitative “bottom up”, tramite ad esempio focus group dai quali possono emergere le reali aspettative e le corrette risposte agli stimoli degli utenti.

Grazie Francesca per la tua disponibilità e alla prossima.

Sei una startup early stage che opera in ambito fintech, blockchain, insurtech o cybersecurity? Digital Magics e Online SIM ti invitano a partecipare al programma di accelerazione Magic Wand, clicca e candida subito la tua startup!

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