- 05/01/2018
Sospinto dal vertiginoso aumento di prezzo durante l'anno, Ripple (XRP), oggi seconda criptovaluta per capitalizzazione, sta prendendo sempre più piede e riconoscimento dal grande pubblico. Se solo un anno fa un token Ripple valeva infatti meno di un centesimo di dollaro, questa settimana ha toccato i 3 dollari su alcuni exchange, rimanendo poco al di sotto di quella soglia nel resto delle borse virtuali. Ripple è un sistema di trasferimento di fondi in tempo reale (RTGS), uno scambio valute e trasferimento di denaro fornito dall'omonima società Ripple.
Ma cos'è Ripple?
Anche se originato dallo stesso movimento sottostante le criptovalute, un network di credito come Ripple è concettualmente diverso. Un network come Ripple permette transazioni rapide nella valuta specificata dagli utenti. Il protocollo Ripple, rilasciato nel 2012, è un open payment network attraverso il quale il suo token nativo XRP viene trasferito. La Ripple Foundation, l'emittente centrale della valuta, ha creato 100 miliardi di XRP prima di inizializzare il network. La fondazione ha mantenuto la maggior parte dei tokens per pagare operazioni e mantenimento del progetto nel presente e nel futuro. Ripple è un esempio di moneta digitale centralizzata. Questo rende molte persone dubbiose rispetto a Ripple, visto che l'ammontare detenuto dai suoi fondatori è estremamente generoso. Recentemente, inoltre la Ripple Foundation ha dichiarato di aver bloccato l'88% dei fondi da essa detenuti in smart contracts, in modo tale da rilasciarli sul mercato lentamente. Questa mossa è stata pensata per tranquillizzare gli holders di XRP, tutti quelli utenti che hanno nei loro wallet digitali XRP e non li vendono sperando che raggiunga quotazioni simili (se non superiori) a quelle di bitcoin. Infatti, se una grande quantità di tokens detenuti dalla Foundation dovesse "inondare" il mercato, il prezzo potrebbe risentirne fortemente.
La tecnologia Ripple
Come bitcoin, RippleNet (il network di pagamenti di Ripple) utilizza la tecnologia blockchain. RippleNet connette banche, providers di pagamenti, borse per assets virtuali per un'esperienza di pagamenti completamente nuova e senza attriti, dando accesso, velocità, certezza e bassi costi. La blockchain sul quale è costruita la RippleNet è scalabile, sicura e opera all'interno di diversi network. Tra i clienti di RippleNet si possono trovare diversi nomi di un certo peso, come Santander, Bank of America e UBS. Ripple inoltre lavora con gateways di pagamento: se un'azienda deve gestire i depositi di diversi clienti in valute diverse (come per esempio dollari o euro), si possono scambiare automaticamente le diverse valute senza che esista un ente centrale che svolga il compito di monitoraggio. Il protocollo di Ripple è interamente open-source e dunque può essere utilizzato da chiunque senza che ci sia un'autorità che lo prevenga.
A cosa serve Ripple?
I cross-border payments (le rimesse internazionali) e quindi il trasferimento di denaro tra le banche al momento sono molto lenti e costosi (crica 1.6 trilioni di dollari in costi annuali, secondo la World Trade Organization), anche se facilitati da messaggi SWIFT e dalle istruzioni dei pagamenti come la ISO 20022. I costi e la lentezza sono dovuti alle strutture burocratiche bancarie, e conseguentemente dai diversi passaggi richiesti dai pagamenti interbancari. Considerando che esistono da quasi 20 anni sistemi come Paypal per lo scambio istantaneo di valuta, sembra un paradosso che per i pagamenti bancari i tempi siano così lenti e la strada così tortuosa. Questo, ovviamente, è una semplificazione di un discorso molto più complesso. Sono diverse le ragioni per le quali i trasferimenti di denaro internazionali sono lenti, ma una ragione principale è sicuramente rappresentato dalle infrastrutture informatiche difficili da cambiare, nate prima di tecnologie che potrebbero potenzialmente rivoluzionarle.
Ripple entra in gioco
Ed è qui che Ripple entra in gioco. Le transazioni in XRP sono pressoché istantanee e questo permette di eliminare (quasi) il rischio di credito e di liquidità dal processo di pagamento, diminuendo fortemente i costi bancari. Il network trova il miglior prezzo per exchange e liquidità, ottimizzando il prezzo di scambio e non lasciandolo agganciato ai differenziali oggi presenti tra i tassi offerti dalle banche. Ripple inoltre utilizza gli standard industriali ISO, e visto che i partecipanti al suo network sono direttamente e multi-lateralmente connessi, non c'è rischio di perdita di dati aziendali nei messaggi di pagamento. Le commissioni di Ripple inoltre sono già conosciute a prescindere, fattore molto importante per la riconciliazione bancaria.
Ripple vs. Swift
Il Global Interbank Financial Telecommunication Company (SWIFT) è nato nel 1973 in Belgio. La sua attività principale è la trasmissione di messaggi finanziari tramite lo SWIFTNet network. I messaggi finanziari sono utilizzati per facilitare i pagamenti internazionali. SWIFT è diventato lo standard dell'industria finanziaria, e visto che la maggior parte dei messaggi interbancari utilizza il network SWIFT, quest'ultimo gestisce più di 150 trilioni di dollari in messaggi finanziari. SWIFT, in risposta alla tecnologia offerta da Ripple, sta lanciando GPII (Global Payments Innovation Initiative). GPII è semplicemente un set di regole che permetterà alle banche una maggiore collaborazione per quanto riguarda i pagamenti internazionali, supportandole con tracking di pagamenti e dati per monitorare il rispetto delle nuove procedure. Le regole sono inserite in un "service level agreement" (SLA) che le banche devono firmare per aderire al GPII. SLA scoraggia le banche a ritardare o applicare commissioni eccessive. GPII è ancora lontano dall'essere un vero e proprio concorrente per Ripple, vista la velocità ancora troppo bassa, le commissioni nascoste e i tassi più alti, rispetto a quelli di RippleNet.
Ripple è una criptovaluta?
Ripple non è stato progettato per essere una criptovaluta. Può essere paragonato a una piattaforma fintech che ha combinato degli elementi della classica valuta fiat e della blockchain, caratteristica delle criptovalute. Un'altra caratteristica di Ripple è l'assenza del processo di mining, fondamentale per il funzionamento di altre criptovalute, una fra tutte il bitcoin. Non c'è inolre decentralizzazione rispetto alle transazioni, o alla loro verifica: sono centralizzate e controllate dal Ripple Labs.
Per concludere
Al contrario di altre realtà fintech, possiamo dire che Ripple è banco-centrica. Non è infatti un sistema pensato per connettere i clienti di una banca, bensì la banca stessa. Questo è un fattore che molti criticano (e a volte, giustamente) ma che può portare tanti benefici a Ripple. Infatti, le autorità spesso preferiscono trattare con realtà provenienti (o che lavorano) con le banche, che sono istituzioni di fiducia, rispetto ad altre realtà fintech più underground. L'aumento del prezzo del token XRP quest'anno ha attirato molte attenzioni su Ripple, anche se non è da sottovalutare l'assoluta eccessiva capitalizzazione di Ripple, che è di circa 100 miliardi di dollari, per un token che non dovrebbe fungere da veicolo di investimento (sopratutto considerando l'incredibile quantità di token che possiedono i fondatori di Ripple). Nonostante tutto ciò, il progetto è interessante, molto criticato e sicuramente ne farà vedere delle belle in questo 2018, dove tante novità ci aspettano in ambito criptovalute e fintech.