Revenue-based financing: come funziona il finanziamento smart

Revenue-based financing

Il revenue-based financing può essere definito come una forma di finanziamento “ibrido”, a metà strada tra debt ed equity financing, per cui i fondi investiti vengono restituiti pagando un anticipo del fatturato futuro che l’azienda sarà in grado di generare. Dopo il successo in mercati tradizionalmente maturi come Regno Unito e Stati Uniti, il revenue-based financing è recentemente approdato in Italia grazie a Viceversa, neonata startup milanese capace di chiudere un round di investimento pari a 23 milioni di euro tra debito e equity. Grazie a Viceversa, adesso le PMI italiane con un business legato all’e-commerce potranno contare su una nuova forma di finanziamento per accrescere i propri investimenti. Vediamo nel dettaglio come funziona.

Revenue-based financial: cos’è e come funziona

Il revenue-based financing, letteralmente “finanziamento basato sul fatturato”, è caratterizzato da un piano di restituzione dei fondi agli investitori tramite il pagamento di una percentuale delle entrate lorde dell’azienda finanziata. Tale pagamento, frazionato su più tranche legate al raggiungimento di obiettivi intermedi, non può mai essere superiore al 20% del totale dell’ammontare erogato. L’ammontare totale del finanziamento (nel caso del servizio offerto da Viceversa) parte da un minimo di 10.000 euro e arriva a un massimo di un milione di euro.

Un altro elemento di differenziazione del revenue-based financing rispetto ad altre forme di finanziamento alle imprese è il fatto di non avere un tempo specifico di restituzione dei fondi investiti, che varierà a seconda delle performance registrate dall’azienda finanziata.

Come spiega Matteo Masserdotti, cofondatore e CEO di Viceversa, il revenue-based financing è una vera e propria scommessa sulla crescita futura dell’azienda, che riceverà un anticipo sul fatturato, calcolato in base alle previsioni di crescita della società, in cambio di una percentuale pre-accordata tra soci e finanziatori.

Dato che il rimborso è legato all’andamento dell’azienda, cosa succede in caso di riduzione delle entrate mensili? Semplicemente, la rata di rimborso diminuirebbe di conseguenza. Stessa logica nel caso di aumento del fatturato: la somma elargita all’investitore crescerebbe in proporzione alla crescita delle entrate.

Il revenue-based financing è un modello win-win per entrambe le controparti, in quanto permette all’investitore di guadagnare in proporzione alla crescita dell’impresa finanziata, e alla società di aumentare il proprio raggio di investimenti senza rischiare di perdere il controllo del business (come può accadere con l’equity financing), o di dover pagare un debito non proporzionato alle entrate (come nel caso del debt financing).

Viceversa: la startup pioniera in Italia del revenue-based financing

Fondata nell’ottobre 2020 da Matteo Masserdotti, Pietro Pogliani, Pedro Salvi e Patrick David, Viceversa è la startup italo-irlandese (oltre Milano, ha una sede anche a Dublino) che ha importato il revenue-based financing nel BelPaese. Il CEO Matteo Masserdotti era già conosciuto negli ambienti startup italiani in quanto fondatore di Two Hundred, una piattaforma di Equity Crowdfunding che ha permesso a oltre 60 aziende italiane di raccogliere più di 20 milioni di euro.

Viceversa potrà allargare il proprio business tramite investimenti nel proprio portafoglio di asset dell’azienda e partnership con piattaforme di e-commerce, fondi di venture capital e agenzie di marketing. Tra gli investitori che hanno supportato il progetto Viceversa rileviamo Fasanara Capital Limited, fondo hedge britannico specializzato in credito alternativo, Fabrick, società del gruppo Banca Sella specializzata in Open Finance, Digital Magics, acceleratore di startup, Enrico Pandian, CEO di Startup Gym e, infine, Roberto Ferrari, ex Managing Director di CheBanca.

Come accennato, i capitali erogati alle imprese tramite il revenue-based financing proposto da Viceversa variano da un minimo di 10.000 euro a un massimo di un milione di euro. Per poter accedere al finanziamento, le aziende devono presentare un “curriculum” di almeno sei mesi di vendite e investimenti nel marketing, nonché un minimo di 10.000 euro di entrate mensili.

A chi si rivolge il servizio Viceversa? A un’ampia gamma di imprese, purché si tratti di business digitali: marketplace, e-commerce e servizi online con modelli di business basati sulla sottoscrizione di abbonamenti.

Come funziona? Per le società che intendono presentare domanda di finanziamento è prevista la compilazione di un questionario sul sito web di Viceversa e, dopo aver collegato alla piattaforma della startup milanese gli account di digital advertising, Viceversa invia entro tre giorni dalla richiesta dell’azienda candidata una proposta di finanziamento “spacchettata” in tre diverse opzioni di erogazione del credito. La proposta include l’ammontare totale dell’importo, il multiplo dell’investimento nonché la percentuale di condivisione dei ricavi, compresa tra l’1% e il 20%.

Una volta selezionata la soluzione più idonea, l’azienda ottiene il finanziamento entro tre giorni. Vediamo, dunque, come il processo di selezione e analisi dei potenziali clienti nonché di erogazione del credito segua un percorso semplice, rapido e snello, perfettamente in linea con le specificità tipiche di una startup.

Ritmo, Uncapped, Requr e Capchase: le altre realtà del finanziamento smart

La startup milanese Viceversa non è l’unica società di revenue-based financing in rapida espansione. Infatti, sono diverse le imprese del panorama fintech europeo (e americano) ad essere entrate in questo verticale con elevata crescita potenziale. Vediamo quali sono:

Ritmo: il revenue-based financing approda in Spagna

Fondata nel 2020 a Madrid, Ritmo aiuta le startup digitali a raccogliere fondi per finanziare la propria crescita. La società madrilena denuncia le difficoltà delle nuove aziende tech ad aumentare il proprio capitale tramite i canali tradizionali, ovvero il prestito bancario e il venture capital, in quanto spesso non possiedono ancora sufficienti ricavi o asset strategici per accedere al credito bancario, oppure non presentano i requisiti minimi di scalabilità richiesti dai venture capitalist. Ritmo garantisce un finanziamento in 24 ore da 50.000 a 3 milioni di euro.

Uncapped: la startup londinese scelta dai grandi

Fondata nel 2019 a Londra, Uncapped è una società di revenue-based financing che può vantare oltre 100 imprese clienti, tra cui Brand24, software company polacca quotata in Borsa e Wise, azienda londinese, dal 2021 quotata alla London Stock Exchange con una valutazione pari a 11 miliardi di dollari. Uncapped promette un finanziamento erogato in 24 ore tra le 10.000 e le cinque milioni di sterline, applicando una “flat fee” pari al 6%.

Requr: la nuova arrivata del revenue-based financing

Fondata ad Amsterdam nel 2021, la neonata Requr risulta essere la startup più giovane della lista. La società olandese si rivolge ad aziende che presentano un business model di tipo Software as a Service (Saas) o, più in generale, di “recurring revenue”, ovvero un modello di fatturato basato su entrate ricorrenti derivanti dalla sottoscrizione di abbonamenti. Inoltre, le imprese devono essere attive sul mercato da almeno 12 mesi e registrare delle entrate mensili non inferiori ai 20.000 euro.

Capchase: il revenue-based financing d’Oltre-oceano

Come Viceversa e Ritmo, anche Capchase nasce nell’anno dello scoppio della pandemia, ma stavolta negli States, a New York. Nonostante la tenerissima età, Capchase presenta già un team di quasi 100 dipendenti nonché oltre 1.000 clienti e partner commerciali. Una crescita strabiliante per l’azienda Made in USA, che promette alle imprese di convertire il “recurring revenue” in fondi per sostenere la crescita del business. Capchase ha già messo a disposizione delle aziende un ammontare totale di fondi pari a 800 milioni di dollari.

Conclusione

Come abbiamo visto, il revenue-based financing rappresenta un innovativo sistema di finanziamento che ha già permesso a numerose startup e PMI di accedere al mercato della raccolta di capitali per finanziare l’espansione del proprio business.

Nello specifico, con l’avvio delle operazioni da parte di Viceversa in Italia, il tessuto imprenditoriale domestico potrà contare su nuove opportunità di finanziamento, in un Paese, il nostro, in cui durante il 2021, i finanziamenti alle imprese sono diminuiti di 9 miliardi (secondo i dati dell'Ufficio Studi della Cgia di Mestre) e in cui i livelli di raccolta di capitale tramite fondi di Venture Capital rimangono ancora lontani dalle cifre registrate da grandi player europei come Regno Unito, Germania e Francia.

Il revenue-based financing sta rivoluzionando il mercato dei finanziamenti alle imprese, l’ennesima “idea brillante” di un settore, quello del fintech, destinato a far parlare di sé ancora a lungo.

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Francesco Adile

Cofondatore di Thanks Finance e copywriter finanziario, mi piace scrivere di finanza, investimenti e fintech

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