- 13/09/2017
Ogni azienda, nello svolgimento della propria attività economica, vende beni o servizi. A fronte dei quali emette fattura. La fattura, oltre ad essere un documento fiscale, rappresenta il credito che l'azienda fornitrice ha nei confronti dei propri clienti. Ragioni di carattere commerciale, così come la crisi economica, hanno spinto, e continuano a spingere, le aziende ad essere piuttosto elastiche nei confronti dei propri clienti, concedendo loro dilazioni di pagamento sempre più lunghe, per cui le fatture sono pagate ad una certa scadenza. Ma un credito differito, supponiamo a 180 giorni (sei mesi per intenderci), moltiplicato per il numero di clienti dilazionati, significa una cosa sola: avere immobilizzato un discreto patrimonio (che non frutta interessi). Avere questa parte del circolante bloccata significa non poter pagare in tempi rapidi i fornitori (col rischio di perdere la possibilità di avere degli sconti), o dover posticipare gli investimenti. La soluzione ad un credito dilazionato esiste e si chiama cessione del credito, nelle sue due forme di pro-soluto e pro-solvendo. Nulla di nuovo sotto il sole, si potrebbe dire. Vediamo, però, come le imprese fintech hanno avuto un impatto anche su questo aspetto della vita aziendale.
Il merito di credito
Prima di procedere è bene fare una breve premessa. A prescindere da chi sia il creditore (una banca, un'azienda, ma anche i genitori che finanziano i figli), l'attività di valutazione del merito creditizio del debitore è fondamentale: da essa non si può prescindere. Un errore o una leggerezza in questa fase comporta una conseguenza piuttosto spiacevole: la perdita di denaro (o il suo incasso in tempi non previsti e magari poco graditi). Non mi soffermerò sulle tecniche e le procedure di affidamento, ma voglio sottolineare un aspetto. Oggetto di questo articolo è la cessione di un credito, ossia della promessa fatta da un soggetto debitore ad un'azienda venditrice di pagare una determinata somma ad una certa data. Quello che spesso le banche si dimenticano di fare è l'analisi di credito non del loro cliente che emette fattura (quella la fanno sempre), ma del cliente del loro cliente, ossia di colui che dovrà, in ultima istanza, pagare quella fattura (quello che potremmo chiamare debitore di ultima istanza) Come fare in modo rapido e puntuale l'analisi del merito creditizio? Anche in questo caso la tecnologia offre un grosso aiuto. Informazioni anagrafiche e quantitative, eventi rilevanti (sia positivi che negativi) e informazioni fondamentali vengono prima raccolte e poi frullate ed elaborate per poter offrire un voto (rating) sulla bontà sia del proprio cliente che del debitore ceduto. Più si è attenti (oserei dire bravi), in questa fase e più si ridurrà il rischio di insolvenza. Anche se, bisogna ricordarlo, esistono fattori imponderabili che possono influire sulla capacità di rimborso del debitore. Il processo di affidamento, è bene ricordarlo, richiede la raccolta di dati, la loro elaborazione, l'ottenimento di informazioni. Per poi approdare alla decisione finale di accogliere ovvero rifiutare l'affidamento. Questo processo si applica a tutte le richieste di fido, dallo sconfino in conto corrente al mutuo, alle carte di credito. In estrema sintesi: macchina e uomo (sempre meno, come si vedrà nel prossimo paragrafo), lavorano assieme per arrivare ad una valutazione del prenditore di fondi.
Fintech e credito: il caso delle fatture scontate
Ci si potrebbe domandare, e noi lo abbiamo fatto, come sia possibile che l'aspetto umano venga azzerato nella valutazione delle fatture da scontare. Non serve andare in banca, non serve che il gestore della relazione vada in azienda. Basta collegarsi a un sito, inserire i dati richiesti e aspettare qualche giorno (pochi per la verità), perché venga espressa l'ardua sentenza. Come è possibile tutto questo? La risposta è piuttosto semplice e risiede in una parola che ricorre piuttosto frequentemente quanto si parla di fintech: standardizzazione. Riuscire a far ricadere all'interno di una ben definita (e facilmente gestibile) fattispecie di affidamento le fatture che vengono presentate, aiuta nel processo di valutazione e consente la sua automazione: in sostanza, in questo processo, si cerca di non avere eccezioni (che andrebbero gestite manualmente). Non è un caso che le fatture emesse su clienti esteri vengano spesso rifiutate, non è tanto un problema di tipo tecnico, quanto "legale", ossia legato alla possibilità di adire le vie legali, all'estero, nel caso di mancato pagamento del debito da parte del debitore. Così come spesso non vengono ammesse le fatture emesse sulla Pubblica Amministrazione (anche se ultimamente anche la Pubblica Amministrazione sta migliorando nel rispetto delle scadenze dei pagamenti). Discorso analogo per quanto riguarda l'importo delle fatture presentate: non troppo basso (non sarebbe remunerativo per il finanziatore o i diversi finanziatori a seconda del modello di business che utilizza la piattaforma online), né troppo elevato (in modo da contenere il rischio di controparte). Un importo che esce da dei livelli prestabiliti, viene di solito valutato caso per caso. Questi sono solo degli esempi di eccezioni che richiederebbero un intervento di tipo straordinario (intervento dell'essere umano), con perdita di tempo e conseguente innalzamento dei costi. Una situazione standard, invece, diventa di facile gestione e, sopratutto, è processabile tramite procedure automatizzate. Il che comporta due conseguenze molto apprezzate dai clienti: costi contenuti e trasparenti e rapidità nell'erogazione del denaro. Giova ricordare quali siano i principali driver che l'azienda ricerca nel momento in cui richiede lo sconto di una fattura. Il fattore costo è importante, ma spesso non è l'elemento determinante (grazie anche al fatto che i tassi di interesse sono al minimo storico). È la tempistica nella risposta e nell'accredito dei fondi ciò che spinge le aziende verso le fintech per lo sconto delle fatture.
Uno sguardo al futuro
Cosa potrebbe accadere se lo sconto fatture prendesse sempre più piede? Cosa ci potremmo aspettare? Almeno tre cose. Da un lato vi sarebbe una spinta a livello concorrenziale tale da indurre le banche a rendere i costi più trasparenti e competitivi e ad accelerare i tempi di risposta (cosa non facile, viste le procedure bancarie). Le banche dovrebbero abbastanza pesantemente intervenire sui loro sistemi informatici (cosa fattibile, ma piuttosto costosa e di non immediata implementazione). Dall'altro si verrebbe a delineare una situazione in cui alle banche ci si rivolgerebbe solamente per scontare quelle fatture non standard, se vogliamo le più difficili da gestire, andando a definire quella già paventata situazione in cui le imprese fintech lasciano alle banche le operazioni più articolate, complesse e a minor valore aggiunto (ovvero più costose). Sulla tempistica della diffusione della e-invoice è difficile sbilanciarsi, ma non è da escludere che una volta preso un minimo di confidenza con il nuovo strumento si assista ad una improvvisa accelerazione nell'utilizzo dello stesso da parte delle aziende.