Quando è difficile fare la morale all’intelligenza artificiale

Come l’intelligenza artificiale sta cambiando il lavoro freelance, creando nuove sfide e opportunità per i liberi.

Braccio di ferro AI

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Come si fa a non parlare di Intelligenza artificiale?

L’avvento dell’intelligenza artificiale sta sicuramente rivoluzionando il modo in cui viviamo, lavoriamo ed interagiamo. Le tecnologie emergenti come l’intelligenza artificiale, l’apprendimento automatico e l’automazione stanno trasformando diversi settori, aprendo nuove opportunità ma anche creando sfide significative.

Come ogni innovazione, i duellanti ne magnificano le potenzialità o individuano i rischi, e tra questi emerge in modo evidente il tema delle minacce all’occupazione. Si susseguono titoli che parlano di milioni di lavoratori che avranno un futuro incerto, a partire dai guidatori di camion sostituiti dai chip, fino agli scienziati sostituiti da sistemi più veloci ed intelligenti di loro.

Doveva già capitare con i computer e con internet, e se andiamo indietro nella storia, con il telaio meccanico e le macchine a vapore, ma i dati dicono che non è vero che queste rivoluzioni hanno aumentato il tasso di disoccupazione. Se guardiamo le due aree del mondo che hanno avuto il maggior impatto delle tecnologie informatiche, USA ed Europa occidentale, nelle due aree il tasso di disoccupazione è sostanzialmente lo stesso dal 1995 ad oggi.

Ho fatto un paio di controlli, ma tutti i dati me li ha forniti un sistema di AI.

Una delle preoccupazioni più rilevanti infatti riguarda l’impatto di queste tecnologie su un settore in particolare: quello dei freelance.

Molti si chiedono se l’intelligenza digitale ridurrà le opportunità di lavoro per i professionisti autonomi. In questo articolo esploreremo le diverse sfaccettature di questa problematica, analizzando i potenziali rischi e le opportunità per i freelance nell’era dell’intelligenza digitale.

Il panorama attuale del lavoro freelance

Prima di addentrarci nei dettagli, è importante comprendere il contesto attuale del lavoro freelance. Negli ultimi anni, il numero di freelance è cresciuto in modo esponenziale. Grazie alla flessibilità, alla possibilità di lavorare da remoto e alla diversificazione delle competenze richieste, sempre più professionisti scelgono di lavorare in modo indipendente.

Piattaforme come Upwork, Freelancer e Fiverr hanno reso più facile per i freelance trovare clienti e per le aziende accedere a talenti globali anche grazie a un giusto mix tra lavoro casalingo e spazi di co-working, ormai diffusi come i bar tanto che, se una volta ogni paese aveva un sindaco, una stazione dei carabinieri ed un parroco, tutte e tre le istituzioni sono in crisi, ma non c’è paese che non abbia a buon titolo il suo co-working.

Anche il sistema fiscale aiuta queste persone il cui avvio al lavoro parte dal “mitico” forfettario, da cui in ormai tarda età è passato anche chi scrive.

I freelance che operano in settori creativi come la scrittura, il design grafico e l’illustrazione, molto connessi al digitale e territorio di grande utilizzo della forma più diffusa di Intelligenza artificiale, i LLM, ovvero ChatGPT (Generative Pre-trained Transformer), e simili, sono strumenti che possono generare contenuti basati sull’intelligenza artificiale, oppure i software di design automatico e le piattaforme di creazione di immagini che stanno diventando sempre più sofisticati e permettono a chiunque di creare articoli e post sui blog, riducendo la domanda di scrittori freelance, di testare diversi tipi di design professionali senza la necessità di un designer grafico e così via.

Alcuni casi pratici

Chi scrive ovviamente usa tutto ciò per pigrizia e per efficienza. Facciamo un esempio: devi organizzare un hackathon e sei davanti al foglio bianco, tastino, prompt, caffè e torni, e il foglio è pieno di proposte ed il lavoro è tutto in discesa.

Quindi l’intelligenza artificiale ti migliora la vita, ma a questo punto ti metti di buzzo buono ed il tuo prodotto sarà migliore. Ti impigrisci e lo mandi al cliente… la prossima volta farà da solo.

Un altro settore significativamente influenzato è quello della traduzione. Con l’introduzione di strumenti di traduzione automatica sempre più avanzati, la velocità aumenta, il risultato è migliore e, se ti ci metti con la testa, migliora anche il tuo inglese o qualsiasi lingua ti tocchi di utilizzare. Questi strumenti non sono ancora perfetti e questa imperfezione è la splendida opportunità di personalizzare la tua risposta senza perdere tempo a costruire una grammatica che dagli anni del liceo ti tortura.

Arriva la prompt economy

Innanzitutto, cos’è un prompt? In sintesi, una nuova modalità nell'interazione uomo-macchina, che apre nuove possibilità per l'utilizzo dell'intelligenza artificiale in modo creativo ed efficace.

La "prompt economy" è un concetto emergente nel campo dell'intelligenza artificiale e del machine learning, riferito all'economia generata attorno all'uso e alla creazione di "prompt" o comandi testuali che guidano i modelli AI a produrre risposte specifiche. Il valore dei prompt è diventato evidente a chiunque li usi, poiché determinano la qualità e la pertinenza delle risposte generate.

Nella prompt economy, gli sviluppatori e i creatori di contenuti si impegnano per progettare prompt efficaci innanzitutto per risolvere i propri problemi, ma che in prospettiva non è difficile pensare che potranno essere venduti o condivisi con altri, anche grazie alla nascita di piattaforme dedicate alla condivisione e alla vendita di prompt ottimizzati, creando un mercato in cui la domanda di prompt di alta qualità è in costante crescita.

Il ruolo cruciale dei prompt nella generazione di contenuti ha implicazioni significative per vari settori, dall'educazione al marketing, dall'assistenza clienti alla produzione creativa. Ad esempio, nel marketing, prompt ben strutturati possono aiutare a creare campagne pubblicitarie più efficaci, mentre nell’educazione, possono essere utilizzati per sviluppare materiali didattici personalizzati.

Uno degli aspetti interessanti della prompt economy è la sua accessibilità. Chiunque con una buona fantasia e curiosità potrà sperimentare prompt sempre più efficaci, dando a una vasta gamma di persone la possibilità di partecipare e trarre profitto.

Questo potrà portare a una democratizzazione delle competenze AI, rendendo la tecnologia più accessibile e utilizzabile su scala globale… in fondo basta scrivere cose intelligenti per avere risposte intelligenti con la certezza matematica che a domande banali si otterranno risposte dozzinali, perché il meccanismo fondamentalmente statistico cercherà la frase più frequente che non potrà che risuonare già sentita e poco originale.

Una nuova opportunità

Il mantra deve diventare collaborare con l’IA, utilizzare strumenti e software avanzati per migliorare la propria efficienza e qualità del lavoro e precipitarsi verso le nuove nicchie di mercato e settori emergenti che richiedono competenze specializzate. Ad esempio, l’analisi dei dati, la consulenza sull’IA (niente di meglio che aver sperimentato le cose per insegnarle) e, per i più bravi, lo sviluppo di software a “quattro mani” con i tool di intelligenza artificiale, la sentiment analysis di lunghe chat o di discussioni online sui server di Discord o di Reddit, aprendo nuove strade per i professionisti indipendenti.

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Mariano Carozzi

Imprenditore nel Reg-tech con 20+ anni in fintech, ha co-fondato aziende di successo, utilizzando tecnologie blockchain. Ora, come fondatore di First personal coin, sta sviluppando modelli di business e prodotti per la finanza personale e sociale in ambienti digitali, sfruttando DAO e una rete di giovani professionisti.