- 16/02/2022
Bitcoin è stato presentato al mondo nel 2008 e dal primo giorno di vita è stato oggetto di critiche da parte di giornali, professori e media mainstream. Le accuse di essere uno schema ponzi, di essere utilizzato solo da criminali e le previsioni di fallimento imminente sono continuate per anni.
Da poco più di un anno tuttavia Bitcoin è diventato un asset talmente popolare e riconosciuto anche nel mondo tradizionale e anche le accuse si sono evolute. Gli attacchi a Bitcoin si sono quindi evoluti dal “non può funzionare” a “inquina troppo”, andiamo a smontare questa fake news.
Premessa: calcolare il consumo del network Bitcoin non è semplice. Il numero dei dispositivi di mining non è facilmente stimabile in quanto non esiste un registro di minatori, vengono utilizzati dispositivi con consumi diversi e che non andrebbero confusi con il mining di altre criptovalute.
Per chi si accosta per la prima volta a questo tema, in questo video esemplificativo spieghiamo cos'è il mining:
Quanto consuma effettivamente Bitcoin?
Iniziamo dal dato fondamentale. Le stime più affidabili presentate parlano di un consumo energetico pari allo 0.04% dell’energia utilizzata da tutto il mondo (dati riferiti al 2020).
Da dove nasce quindi questo mito dello spreco energetico? Spesso avrai letto titoli come “Bitcoin consuma più della Danimarca”, mettendo quindi a paragone un protocollo globale come Bitcoin con un paese di 5.8 milioni di abitanti, corrispondenti allo 0.70% della popolazione mondiale.
Anche solo con questa informazione si potrebbe definire questa accusa un paragone inadeguato, però in questo articolo analizzeremo la questione ancora più a fondo.
Che fonti energetiche utilizza il mining di Bitcoin?
Calcolare il consumo energetico del network Bitcoin non è l’unico aspetto da considerare, in quanto la maggior parte del mining di Bitcoin utilizza fonti rinnovabili (energia idroelettrica, solare, nucleare, geotermica) e quindi poco impattanti in termini di inquinamento.
Il mining di Bitcoin è un’industria che ha portato sia nuovi posti di lavoro, che innovazioni tecnologiche, diventate quasi necessarie, e introdotte da Big Tech come Intel. Negli ultimi anni, inoltre si è scoperto che, non solo il mining di Bitcoin utilizzava già abbondantemente fonti rinnovabili, ma che addirittura ha migliorato molti processi nel settore energetico, spieghiamo come.
Molte fonti in grado di produrre grandi quantità di energia green sono posizionate in località remote, portando i governi a finanziare complicate e costose infrastrutture per il trasporto di questa energia verso le città e le aree industriali o addirittura a rinunciare al loro utilizzo.
Bitcoin permette di utilizzare energia che l’uomo non è mai riuscito ad utilizzare semplicemente posizionando una mining farm vicino alla fonte di energia (un vulcano o una piattaforma oceanica che sfrutta le maree sono solo due esempi) trasferendo poi i bitcoin minati su un wallet del minatore in qualsiasi parte del globo.
Questo è solo uno dei modi in cui Bitcoin aiuta il settore energetico: alcune aziende stanno utilizzando il mining per ridurre le emissioni derivanti dal gas flaring, l’attività che consiste nel bruciare il gas naturale in eccesso estratto insieme al petrolio.
Bitcoin consuma troppo rispetto a che cosa?
Quando parliamo di consumi energetici si mettono a confronto due elementi simili, a che cosa potremmo paragonare Bitcoin? Se definissimo Bitcoin come moneta dovremmo calcolare, al fine di avere un termine di paragone attendibile, i consumi delle Banche e di tutti i sistemi che oggi permettono alle monete fiat di sopravvivere, tra cui gli stessi Stati nazionali senza cui le monete fiat non potrebbero esistere per definizione in quanto mancherebbe l’enforcement del legal tender tramite gli enti preposti.
Calcolare i consumi del mondo bancario non è sicuramente facile, bisognerebbe stimare i consumi di centinaia di migliaia di dipendenti che ogni giorno si recano nelle proprie sedi oltre che ai sistemi gestiti dalle Banche Centrali.
Bitcoin però non è utilizzato solo come mezzo di pagamento, ma anche come forma di investimento e di Store of Value, da qui il nome “oro digitale”. Il paragone tra oro e Bitcoin risulta a favore di Bitcoin non solo per il fattore energetico ma anche dei diritti umani. Si stima infatti che circa il 25% dell’oro sia estratto da circa 10-15 milioni di lavoratori senza alcun diritto e in condizioni di lavoro estreme.
Quanto consuma una transazione Bitcoin? Smontiamo questo mito
Quando si parla dei consumi di Bitcoin spesso viene indicato un “costo energetico per transazione” completamente errato per diversi motivi.
- Una transazione Bitcoin non è paragonabile ad una transazione tradizionale perché potrebbe corrispondere ad un batch payment, un pagamento cioè verso decine, centinaia o migliaia di utenti. Questo tipo di pagamenti vengono utilizzati per esempio dagli exchange durante i prelievi verso i wallet degli utenti per risparmiare commissioni di rete e velocizzare i tempi di conferma.
- Bitcoin è un protocollo che funziona per livelli proprio come Internet (TCP/IP) e la Blockchain è il settlement layer, il livello cioè più sicuro e costoso su cui trasmettere un pagamento ed è paragonabile a Fedwire (il settlement layer con cui le 12 banche centrali americane trasmettono denaro verso altri enti finanziari). La rete Fedwire permette oggi circa 800.000 trasferimenti al giorno mentre Bitcoin è arrivato ad avere circa 1.2 milioni di output (destinatari di transazioni). Il protocollo Bitcoin offre già oggi diversi livelli sopra la Blockchain per esempio Lightning Network oppure sidechain come Liquid o RootStock, protocolli che utilizzano la blockchain solo per la conferma (settlement) di migliaia o milioni di transazioni.
- Le transazioni Bitcoin potrebbero contenere una notarizzazione, un trasferimento di token o altre funzioni non monetarie.
Cosa succederebbe se tutti usassimo Bitcoin?
Un altro ragionamento errato che spesso leggo è la convinzione che il consumo del network Bitcoin sia direttamente proporzionale al numero dei suoi utenti.
Come abbiamo spiegato nel paragrafo precedente i minatori lavorano sul settlement layer (la blockchain), l'adozione di Bitcoin come strumento di pagamento per milioni di individui (come nel caso di El Salvador) sta già portando sempre più utenti sui livelli sopra la blockchain, come Lightning Network: più veloci, economici e che non richiedono lavoro da parte dei minatori.
Qui puoi trovare la quantità di bitcoin bloccati su Lightning Network sempre aggiornata.
Conclusioni
In questo articolo abbiamo affrontato solo una parte di questo interessante e ampio argomento che richiederebbe ore di approfondimento per essere studiato seriamente, tuttavia sono sicuro che avrai già le idee più chiare. Se ti stai chiedendo cosa sia un minatore Bitcoin ti consiglio di leggere l’articolo precedente!