- 28/10/2021
Gestire una Partita IVA da freelance significa avere a che fare con tasse, contributi e spese di vario genere. Riuscire a bilanciare entrate ed uscite è quindi la priorità assoluta per non trovarsi in brutte situazioni, specialmente quando si avvicina il periodo in cui bisogna adempiere ai propri “doveri” nei confronti del fisco.
Oggi vogliamo, quindi, trattare un tema particolarmente delicato: parliamo, infatti, delle imposte che ciascun freelancer è tenuto a versare all’Agenzia delle Entrate, delle modalità con cui vengono calcolate nel regime forfettario e delle possibili soluzioni per chi volesse effettuare, con largo anticipo, delle previsioni.
Risparmiare sulle imposte: il regime forfettario
Per prima cosa, ricordiamo che i contribuenti che hanno scelto di assoggettarsi al regime forfettario godono di diverse agevolazioni, a cominciare dallo “sconto” sulle tasse – che, come vedremo, corrispondono ad una piccola parte del reddito imponibile – per proseguire con la franchigia IVA, l’assenza di contabilità , ecc.
Le aliquote sono due: l’aliquota “standard” al 15% e l’aliquota “start-up” ridotta al 5%. La seconda, tuttavia, richiede il possesso di requisiti ulteriori, che si aggiungono a quelli normalmente previsti per usufruire del regime, e ha una durata limitata nel tempo (ovvero soltanto per i primi cinque anni dall’inizio dell’attività ).
Entrambe le aliquote – specifichiamo – non si calcolano sulla totalità degli incassi fatturati con la Partita IVA in qualità di freelance (o come ditta individuale), ossia su quello che tecnicamente si chiama “fatturato lordo” incassato, bensì solamente su una sua “porzione”, detta reddito imponibile, frutto di una semplice operazione matematica (che analizzeremo punto per punto nel prossimo paragrafo).
Come calcolare le imposte nel regime forfettario?
Se il nostro obiettivo è scoprire l’esatto importo delle prossime tasse, dobbiamo partire dalla somma di tutte le fatture emesse ed incassate nell’anno in questione. Da qui ricaviamo, dapprima, il reddito lordo (moltiplicando il fatturato lordo per il coefficiente di redditività ) e, in seconda battuta, il reddito imponibile.
Conoscere il coefficiente di redditività non è difficile: esso dipende, infatti, dal Codice ATECO associato alla Partita IVA. Per la maggioranza dei liberi professionisti, ad esempio, si tratta del 78% (mentre le spese deducibili sono il 22%).
Le attivitĂ artigianali, invece, hanno un coefficiente del 67% (e spese deducibili pari al 33%). Infine, per commercianti, ambulanti, ristoratori, e-commerce, hotel e alloggi, ecc., le percentuali sono: coefficiente del 40% e spese deducibili pari al 60%.
Per ottenere il reddito imponibile – su cui si calcola l’imposta sostitutiva – vi è però bisogno di un passaggio ulteriore: la deduzione dei contributi previdenziali versati alla propria Cassa durante lo stesso periodo cui si sta facendo riferimento.
Ecco un esempio facile facile che vi aiuterĂ a capire questi concetti.
Valerio, che lavora come fisioterapista libero professionista, nel 2020 ha fatturato ed incassato 20.000 € e versato 2.000 € di contributi. Il coefficiente di redditività associato al suo Codice ATECO (86.90.21 – Fisioterapia) è 78%.
Vediamo, quindi, come determinare il suo reddito imponibile in due step:
1) 20.000 * 78% = 16.400 €
2) 16.400 – 2.000 = 14.400 €
Scopriamo così che l’imposta sostitutiva di Valerio si calcola su un reddito imponibile di 14.400 €, e non sul fatturato lordo incassato (ossia 20.000 €).
Partita IVA freelance: quante tasse si pagano?
Come abbiamo anticipato, è sul reddito imponibile che i contribuenti forfettari applicano l’imposta sostitutiva.
Eseguire il conteggio, perciò, è davvero semplicissimo, in quanto basta moltiplicare tale importo per l’aliquota “standard” (15%) o per l’aliquota “start-up” (5%).
Tornando, quindi, all’esempio proposto poco prima, il “nostro” Valerio, su un imponibile di 14.400 €, deve versare un’imposta sostitutiva corrispondente a:
1) 2.160 € (con aliquota al 15%)
2) 720 € (con aliquota ridotta al 5%)
Conclusione
Termina qui la nostra “guida” finalizzata al calcolo e alla previsione delle tasse per i freelance che si avvalgono del regime forfettario. Come abbiamo visto, tenere il conto delle fatture emesse e, poi, incassate, sommare tutti i compensi e i ricavi, individuare correttamente il coefficiente di redditività e l’aliquota da applicare e, infine, eseguire i vari passaggi richiede tempo, attenzione ed esperienza.
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