Normative sulle ICO a livello globale

Questo articolo descrive lo stato normativo per quanto riguarda le Initial Coin Offering ICO a livello globale e spiega perché alcune nazioni si stanno muovendo velocemente per ufficializzare la loro posizione riguardo queste particolari e controverse forme di investimento.

ICO: Cosa è, come funziona e normativa in Italia delle Initial Coin Offerings

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Il 2017 è un anno che ha visto la nascita di moltissimi progetti finanziati tramite Initial Coin Offering (ICO) e il metodo di raccolta fondi su blockchain è diventato sempre più utilizzato per l'estrema facilità con cui si possono raccogliere ingenti somme di denaro senza realmente avere un prodotto o un servizio finito. Spinte sopratutto dalla voglia speculativa degli investitori, nel terzo trimestre del 2017 sono stati raccolti 1,3 miliardi di dollari, superando di cinque volte gli investimenti da parte dei fondi di venture capital. Se la ICO mania sembra affermarsi anche agli inizi del 2018 va sottolineato che ci si trova davanti a un mercato deregolamentato, che come tale presenta innumerevoli rischi, oltre a quelli già presenti nell'ambito speculativo. La necessità di tutelare i diritti degli investitori da parte delle istituzioni governative incombe. 

La situazione legislativa globale

Una data da tenere a mente è il 25 luglio 2017, giorno in cui la SEC ha pubblicato un report dove esprimeva le proprie considerazioni sulle ICO e le criptovalute. All'interno del documento si delinea come tutte le offerte pubbliche che enfatizzeranno la possibilità di ottenere profitti promossi dallo sforzo di terzi dovranno dimostrare che la valuta virtuale emessa non è uno strumento finanziario. In caso contrario dovranno soddisfare tutti i requisiti previsti dalla legge. Va menzionato che il corrispettivo delle criptovalute spese per finanziare una ICO è un token, ossia un'informazione digitale che generalmente assegna un diritto di proprietà al soggetto. Questo diritto è conferito e registrato su blockchain ed è trasferibile tramite un protocollo. Grazie ad un sistema di smart contracts è possibile incorporare al token dei diritti addizionali governativi. 

Le difficoltà nel regolamentare questo settore sono svariate, dalle differenze dei vari token alle modalità di raccolta dei capitali. Tuttavia, per quanto globalmente i governi siano ICO scettici la Svizzera sembra voler diventare il polo europeo più innovativo nel settore criptovalute. La FINMA (Swiss Financial Market Supervisory Authority) sostiene in un documento del 16 febbraio, che all'interno del paese non è presenta alcuna norma o dottrina legale per la gestione delle ICO e ha rilasciato linee guida volte a regolamentare le ICO. Per poter valutare, in futuro, più facilmente le ICO e poter determinare quali leggi dovranno essere applicate o meno, la FINMA ha suddiviso i token dei progetti in tre categorie: payment token, utility token e asset token. 

La Germania, il 20 febbraio, ha chiarito quali sono gli obblighi delle ICO all'interno del paese. La BaFin (l'autorità federale per la supervisione del settore finanziario) ha dichiarato che dovranno essere gli stessi operatori ICO a dover verificare se stanno distribuendo dei beni regolamentati, quali security o strumenti finanziari, o meno. Nel qual caso, dovrà essere rispettato ogni possibile requisito legale, senza vuoti giuridici. 

Da marzo 2018, in Russia, è in fase di test un progetto denominato ICO-hub presso la Globex Bank. Questo programma ha lo scopo di creare un sistema intermedio che si ponga come garante dei progetti sviluppati al suo interno, per incrementare la fiducia nei confronti dei progetti. L'Hub mette a disposizione un conto segregato, uno strumento finanziario detenuto da una terza parte per conto di altre due che stanno risolvendo una transazione, per raccoglie valute fiat e un portafoglio digitale (wallet) dov'è possibile ricevere criptovalute. Tuttavia, mancando una legislazione specifica i detrattori dell'iniziativa sostengono che in questo modo non ci sia un meccanismo giuridico che protegge e tutela i diritti degli investitori. L'unico criterio disposto dal Ministero delle Finanze Russo per lo sviluppo di un'ICO è che si raccolgano al massimo 17,7 milioni di dollari in capitale nominale e che vi sia una preventiva licenza rilasciata dal ministero stesso. 

La Cina, nei primi sette mesi del 2017, aveva visto nascere 65 ICO che hanno raccolto un totale di 400 milioni di dollari. Il 4 settembre è arrivata una notizia che era nell'aria da tempo, la People's Bank of China (PBoC) ha emesso un comunicato sostenendo che la vendita di token tramite ICO è:"illegale e pericolosa per la stabilità economica e finanziaria del paese". L'interdizione da parte della Banca Centrale ha emesso in allarme tutta la comunità immaginando che potesse causare un effetto domino con molti altri paesi che avrebbero seguito il suo esempio. In Sud Corea, il 29 settembre, la FInancial Services Commission ha vietato ogni forma di raccolta di capitali su blockchain sostenendo che vista la natura eccessivamente speculativa le ICO costituiscono una violazione della legge del mercato di capitali. 

Per analizzare la disciplina italiana in merito alle ICO è necessario classificare e analizzare le caratteristiche di ciascun token per determinare l'eventuale materia legale da applicare. Essendo un'offerta pubblica il prodotto oggetto della vendita è il token, che garantisce al possessore una serie di diritti specifici in base alla sua natura. 

Da qui si possono categorizzare in tre gruppi: 

  • Token classe 1: questa categoria di token non conferisce nessun diritto avendo le caratteristiche classiche di una valuta virtuale. Nel caso specifico di una ICO (in Italia) la vendita del token dev'essere autorizzata dagli exchange che dovranno adempiere agli obblighi previsti dalla disciplina antiriciclaggio.
  • Token classe 2: conferisce al titolare del token dei diritti nei confronti del soggetto emittente o di terzi 
  • Token classe 3: conferiscono diritti di comproprietà gestiti da una piattaforma di smart contracts, grazie alla quale si può ottenere una remunerazione economica proveniente dall'uso che terzi fanno dei token all'interno della piattaforma

Conclusioni

Dato questo momento di incertezza giuridica, le manovre atte a regolamentare questo fenomeno dovranno essere efficaci e mirate a tutelare gli investitori e limitare la possibilità di frode. Se è indubbio che le ICO siano uno strumento notevole per raccogliere capitali e finanziare progetti ad alto potenziale è altrettanto vero che i casi di successo si contano sulle dita di una mano. 

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Michele Centomo

Passionate about cryptocurrencies and blockchain since 2014. Economic study at the Università Cattolica del Sacro Cuore and trying to find out as much as possible about Fintech.