Moneymour e la fintech exit che da coraggio all'Italia

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Abbiamo avuto modo di intervistare Giacomo De Lorenzo, CEO & founder di Moneymour, la fintech startup che recentemente è stata acquisita facendo una exit da Klarna, colosso svedese dei pagamenti digitali.

Ciao Giacomo, dall'ultima volta che ci siamo sentiti quali sono le novità?

La domanda corretta sarebbe quali “non” sono le novità. L’unica costante rimane la nostra missione: semplificare la vita finanziaria delle persone liberandole da tutto il tempo insignificante che sprecano nella gestione dei propri soldi.

Tutto il resto è cambiato. Moneymour è stata acquisita da Klarna, quindi cambia la forza con cui portiamo avanti questa missione: ora non siamo più una piccola startup con un grande sogno, ma la maggiore fintech in Europa.

Cambia il nostro lavoro, in primis per me, perché la mia attività principale non sarà più quella di rafforzare la società con la ricerca di investitori e partner bancari. Potrò, invece, focalizzarmi a tempo pieno sulla creazione di prodotti di valore per le persone.

Cambia il livello di rischio per tutti gli investitori in Moneymour, che hanno fortemente creduto in noi sono stati ripagati della loro fiducia con una bella exit raggiunta in tempi record, e anche per me e Michele Giannotta, l’altro fondatore di Moneymour, che lasciamo la veste da imprenditori e diventiamo dipendenti, ma con un ruolo davvero speciale.

Come è nato il contatto con Klarna?

Siamo stati trovati da loro.

Klarna è in una fase di forte espansione internazionale e il loro dipartimento di M&A (Fusioni e Acquisizioni) ha ricevuto mandato di cercare fintech interessanti nel panorama europeo.

Hanno trovato Moneymour su una mappa dell’ecosistema fintech in Italia e si sono incuriositi vedendo che facevamo il loro stesso lavoro, in un mercato per cui nutrono grande interesse, attraverso un approccio brillante e innovativo alla tecnologia e alle decisioni di credito.

Ricordo che l’algoritmo di credit scoring sviluppato da Moneymour esegue una valutazione creditizia istantanea grazie all’accesso in sola lettura alle transazioni di conto corrente, previo consenso del consumatore, sfruttando la Direttiva PSD2.

Dopo uno scambio di email e una telefonata di 30 minuti, i responsabili dell’M&A di Klarna erano a Milano per conoscere il team di Moneymour.

Quali sono stati gli aspetti determinanti nella decisione di Klarna?

In primo luogo, è emersa una qualità del team fuori da comune, dimostrata sì nei diversi confronti, ma soprattutto da ciò che abbiamo costruito durante la breve vita di Moneymour.

Nicholas Parini ha ideato e disegnato l’algoritmo di credit scoring sulla base di un approccio sia innovativo, che sfrutta la PSD2 per andare oltre l’analisi della storia creditizia delle persone, sia solido dal punto di vista regolamentare.

Leonardo Totò ha sviluppato modelli per la valutazione creditizia dalle prestazioni elevate e basati su Machine Learning.

Antonio Trapani ha disegnato e messo in piedi un’architettura tecnologica sicura, stabile e scalabile, e ha integrato i numerosi strumenti necessari alla conclusione di un finanziamento in pochi minuti.

Alessandro Paolino ha lavorato con precisione allo sviluppo dell’App e del web frontend.

Sabrina Copertini ha definito un’esperienza utente semplice e intuitiva e l’ha impacchettata in un design curato e distintivo.

Quando hanno scoperto la quantità e la qualità degli sviluppi che avevamo realizzato in pochi mesi, non volevano credere che dietro ci fosse un team di sole 7 persone.

È stata, naturalmente, fondamentale la coordinazione con le strategie di espansione internazionale di Klarna, che aveva proprio l’Italia tra i mercati obiettivo, e con il progetto di aprire un nuovo tech hub in una importante città europea, che poi hanno deciso essere Milano.

Come si inserisce l'acquisizione nel progetto di Klarna di aprire un developement hub a Milano?

Ha fatto scopa.

Klarna era intenzionata a trovare una terza città, dopo Stoccolma e Berlino, in cui aprire un centro di sviluppo per accogliere parte dei suoi 3.000 ingegneri, data scientist e professionisti di altro genere. Una città europea che avesse la forza di attrarre talenti eccezionali e ospitarli al meglio. Milano era nella rosa dei 4 candidati principali.

L’acquisizione e la scelta di aprire il tech hub a Milano si sono rafforzate a vicenda.

Quando si è concretizzata la possibilità di acquisire Moneymour e di partire già con un primo solido tassello del tech hub, qualcuno ai piani alti di Klarna ha gridato “scopa!” – in italiano, ci scommetto.

Quanto è stata importante la partecipazione al programma di accelerazione Magic Wand per il raggiungimento di questo risultato e che ruolo ha giocato Digital Magics nell’acquisizione?

Abbiamo partecipato al Magic Wand, il programma di accelerazione organizzato da Digital Magics, con un obiettivo preciso: trovare la banca che credesse in noi e volesse erogare i finanziamenti tramite interfaccia e decisione di Moneymour.

Con Digital Magics abbiamo ottenuto molto di più: un partner che ci ha supportato psicologicamente e finanziariamente nei momenti più difficili, sempre presente nelle decisioni strategiche, pronto a condividere contatti ed esperienza maturata in anni di attività, disponibile a qualsiasi ora del giorno e della notte (e qui mi riferisco, in particolare, a Michele Novelli e Maria Imbesi – grazie!) e fondamentale, insieme allo studio legale Ferrari-Pedeferri-Boni, nella negoziazione con Klarna.

Puoi anticiparci qualcosa su come cambierà la vostra vita?

Da un lato è già cambiata enormemente. Fare l’imprenditore è estremamente provante, ogni giorno una nuova sfida. Quando la cassa scende in picchiata verso lo zero e non sai se riuscirai a pagare gli stipendi il mese successivo. Quando da un incontro dipende il futuro tuo, dell’azienda e dei colleghi. Quando nello stesso giorno arrivano 4 problemi che sembrano tutti, in maniera indipendente dagli altri, insormontabili. Tutte queste difficoltà non ci sono più.

Da un altro lato, però, non cambierà molto. Il lavoro in Klarna vuole essere estremamente imprenditoriale. La struttura è formata da oltre 300 team di circa 8 persone che sono gestiti come startup: hanno obiettivi chiari e allineati alla strategia aziendale, ma estrema indipendenza su come raggiungerli.

Ogni team ha stakeholder e investitori, verso cui è responsabile di produrre risultati.

Ogni membro di Klarna che abbia un’idea, può presentarla come se fosse il pitch di una startup e, se ha potenziale, può costruire un team e ottenere budget per svilupparla.

All'interno di Klarna, il nostro team, che almeno inizialmente rimarrà intatto, ha un ruolo davvero speciale: portare in Italia la semplificazione massima della gestione della vita finanziaria e degli acquisti, una rivoluzione chiamata Klarna.

Grazie Giacomo e buona fortuna!

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