- 07/12/2021
Siamo abituati a pensare al fintech e alla finanza tradizionale come due mondi distinti e separati. Da un lato, un mondo dinamico fatto di innovazione tecnologica, digitalizzazione dei processi, startupper che hanno abbandonato la giacca e la cravatta per lavorare in maglietta in colorati uffici di qualche capitale occidentale. Dall’altro, grigi burocrati in grattacieli austeri, analisti illuminati da monitor accesi fino a tarda notte, broker stile Gordon Gekko che terrorizzano i mercati con mosse avide e machiavelliche.
Se andiamo oltre questi fascinosi stereotipi, vedremo come l’onda innovativa generata dal fintech ha rivoluzionato il mondo finanziario attraverso la digitalizzazione del sistema bancario e la democratizzazione dei mercati di capitali grazie alle piattaforme di trading online. Ma se ci spingiamo ancora più in là, scopriremo che il fintech è riuscito a entrare nel cuore della finanza classica: la Borsa.
Negli ultimi 15 anni, infatti, numerose società fintech sono cresciute a tal punto da debuttare nei mercati finanziari mondiali. Da startup innovative, queste aziende sono diventate imprese pubbliche quotate in Borsa, titoli azionari scambiati da investitori e trader da ogni parte del globo.
Per questo motivo, abbiamo deciso di selezionare 5 società fintech quotate in Borsa per descrivere i loro servizi innovativi e sottolinearne la crescita esponenziale. Si tratta di società dai fondamentali solidi che hanno destato l’interesse di grandi fondi di investimento nonché di trader e investitori di tutto il mondo.
La selezione è avvenuta sulla base di un’analisi condotta da Yahoo! Finance sulle società fintech quotate in Borsa.
Yahoo! Finance ha tenuto conto di tre particolari criteri di selezione:
- Fondamentali dell’impresa, ovvero lo stato di salute economica, finanziaria e patrimoniale della società fintech quotata in Borsa;
- Sentiment degli hedge fund, ovvero le posizioni dei fondi speculativi rispetto alle aziende fintech presenti in Borsa;
- Analyst rating, ovvero la performance attesa da un titolo azionario in un determinato periodo di tempo (generalmente dai 12 ai 18 mesi).
Coinbase: il marketplace di criptovalute
Fondata nel giugno 2012 da Brian Armstrong, ex ingegnere di Airbnb, e da Fred Ehrsam, ex trader di Goldman Sachs, Coinbase è probabilmente la più popolare piattaforma di scambio di criptomonete al mondo.
Dopo neanche dieci anni dalla fondazione, l’azienda di San Francisco vanta ben 30 milioni di clienti attivi distribuiti in 102 Paesi. Un business di scala globale che ha portato la società californiana, il 14 aprile 2021, a quotarsi al NASDAQ, l’indice delle più importanti società tecnologiche.
Coinbase permette di scambiare ben 10 criptovalute e 5 toker che utilizzano la blockchain di Ethereum. Tra queste, l’utente potrà acquistare e vendere Bitcoin, Litecoin, XRP e Ether. Nel primo trimestre del 2021, Coinbase ha registrato un fatturato record pari a 1.8 miliardi di dollari, anche grazie al boom delle criptovalute che sta caratterizzando il biennio 2020-2021.
Opendoor: la fintech dell’immobiliare
Fondata a San Francisco nel 2014, Opendoor è una società che opera nel cosiddetto “Real Estate Fintech”, ovvero un sottoinsieme del settore “proptech” (property technology) che comprende attività di brokeraggio, crowdfunding, investimenti e aste immobiliari.
Opendoor si presenta come un vero e proprio broker immobiliare. Sulla piattaforma della società californiana, infatti, i proprietari propongono il proprio immobile e ricevono un’offerta istantanea da Opendoor. La piattaforma promette un processo rapidissimo: in pochi minuti il proprietario riceve un’offerta per la casa e conclude l’iter di vendita nel giro di pochi giorni.
Sarà Opendoor stessa ad acquistare l’immobile, applicare delle commissioni (secondo un modello simile a quello previsto dalle agenzie immobiliari), effettuare le dovute modifiche/ristrutturazioni e rivenderlo a un prezzo maggiorato. Opendoor presenta oggi un fatturato di circa 2,5 miliardi di euro. Nel dicembre 2020, a soli sei anni di distanza dalla fondazione, Opendoor riesce a quotarsi al NASDAQ grazie alla fusione con una SPAC chiamata Social Capital Hedosophia Holdings Corp II.
SoFi: l’app fintech “tuttofare”
Fondata nel 2011 da quattro ex studenti della Stanford Graduate School of Business, SoFi è una società di finanza personale che offre tutta una serie di servizi per risparmiatori e investitori (e non solo): una piattaforma per investire in azioni e una per il trading delle criptovalute, un’app per gestire le proprie finanze attraverso un monitoraggio accurato e dettagliato delle proprie spese quotidiane, un conto bancario. E ancora: assicurazioni, mutui per l’acquisto della casa, prestiti per studenti (le università statunitensi sono molto costose).
Per quanto concerne l’app per la gestione delle spese, un’interessante funzionalità offerta dalla piattaforma riguarda i cosiddetti “Sofi Points”, ovvero dei punti accumulabili da quegli utenti che compiono dei passi considerevoli verso l’indipendenza finanziaria.
Gli utenti avranno la possibilità di convertire i Sofi Points in denaro reale, da spendere nella piattaforma di investimenti, nel trading di criptovalute, oppure da conservare nel conto cliente “Sofi Money”.
Nel maggio 2021, Sofi fa il suo ingresso al NASDAQ grazie a una fusione con la SPAC Social Capital Hedosophia Holdings Corp V (da non confondere con la SPAC che si è fusa con Opendoor, due entità separate entrambe gestite da Chamath Palihapitiya, un venture capitalist canadese) , la quale porta a un aumento della valutazione della società fintech di ben oltre il 12%.
Square: la fintech del numero uno di Twitter
Fondata nel 2009 anch’essa a San Francisco, Square è una società di servizi finanziari e sistemi di pagamento tramite dispositivi mobili, un’azienda B2B al servizio di piccole, medie e grandi imprese.
Nello specifico, la società fintech californiana offre i seguenti servizi:
- Un POS per pagamenti sicuri di persona e tramite gli store online;
- Un software di email marketing per la promozione delle proprie attività;
- Una soluzione “banking” per gestire pagamenti, flussi di cassa e prestiti;
- Una piattaforma per la gestione delle risorse umane.
Curiosità su Square: è stata fondata da Jack Dorsey, l’imprenditore visionario conosciuto al mondo per la creazione di Twitter, lanciato nel 2006 e divenuto in poco tempo uno dei social network più popolari al mondo.
Square ha fatto il suo debutto in Borsa nel novembre 2015, a soli sei anni di distanza dalla sua fondazione. Ad oggi, la società californiana registra un fatturato di ben 9,49 miliardi di dollari.
A fine novembre 2021, con le dimissioni di Dorsey da CEO, Square ha annunciato che cambierà nome e diventerà Block Inc.
Affirm: la fintech che sta rivoluzionando i consumi
Fondata nel 2012 a San Francisco, Affirm è una società che permette di acquistare prodotti pagandoli in un secondo momento, un metodo di acquisto chiamato “Buy Now, Pay Later”.
L’app consente al cliente di ottenere dei prestiti a tassi di interesse contenuti per affrontare le spese e di rimborsarli in più rate mensili.
Ecco, nel dettaglio, come funziona:
- L’utente sceglie e aggiunge in carrello il prodotto che ha intenzione di acquistare;
- Seleziona Affirm come metodo di pagamento;
- Paga il saldo previsto nel tempo. I prestiti di Affirm possono essere estinti attraverso rate da pagare in 3, 6 o 12 mesi.
Anche il fondatore di Affirm è un personaggio celebre, ben conosciuto negli ambienti imprenditoriali americani e internazionali. La fintech dei pagamenti dilazionati, infatti, è stata fondata da Max Levchin, già uno dei cofondatori (insieme a Elon Musk e Peter Thiel) di PayPal.
La società californiana ha stipulato nel 2021 una partnership con Amazon, permettendo alla multinazionale del commercio elettronico di entrare nel mercato dei pagamenti dilazionati.
Quotata al NASDAQ da gennaio 2021, Affirm ha un fatturato pari a 510 milioni di dollari.
Conclusione
Abbiamo visto come le società fintech si stanno affermando anche nei mercati azionari, raccogliendo la fiducia di fondi di investimento, trader e investitori grazie alle loro enormi potenzialità di sviluppo.
L’espansione del fintech in Borsa è la naturale conseguenza del ritmo vertiginoso con cui è cresciuto negli ultimi anni il settore delle tecnologie finanziarie, una crescita che sembra ormai inarrestabile.
Secondo uno studio di Research and Markets, infatti, entro il 2026 il mercato globale del fintech raggiungerà un valore pari a 190 miliardi di dollari, con una crescita particolarmente marcata in Paesi quali Stati Uniti, Regno Unito, Cina, Germania e India, nazioni che rappresenteranno dunque la maggior fetta di ricchezza generata dal fintech.
Non è difficile immaginare, pertanto, che sempre più società fintech avranno i numeri per quotarsi in Borsa, sia attraverso tradizionali IPO che attraverso operazioni di fusione e acquisizione con SPAC.
Pertanto, la finanza tradizionale, storicamente rappresentata dalla Borsa Valori, avrà sempre più un volto fintech.