- 14/04/2017
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Il settore bancario continua a chiudere filiali. Non è solo colpa della crisi economica, è un trend ormai in atto in tutto il settore. Alla luce dei recenti annunci di diverse entità, sembra che la tendenza continuerà per tutto il 2017 e oltre.
Tra i motivi principali: la riduzione della redditività, che porta a tagliare i costi e la combinazione tra abitudine dei consumatori e utilizzo della tecnologia, che porta a una riduzione degli accessi agli sportelli bancari.
Il tutto è poi favorito dalla recente incursione delle startup fintech nel settore finanziario e di alcuni giganti della tecnologia, che minacciano sempre più di strappare una parte importante delle quote di mercato delle banche.
La chiusura delle filiali, una tendenza generale e globale in tutto il settore bancario
In totale, sono stati chiusi 2876 sportelli, nel solo periodo che va dal 2011 al 2014 e la tendenza non è in diminuzione, dato che varie entità hanno annunciato nuove chiusure per i prossimi anni.
Alcuni esempi:
- In Francia, Société Générale ha annunciato, nel 2015, che avrebbe chiuso il 20% delle sue filiali in Francia prima del 2020.
- In Germania, Deutsche Bank ha annunciato, nel 2016, che avrebbe chiuso 200 filiali entro la fine del 2017 e che re-investirà i soldi risparmiati per migliorare i loro canali digitali.
- Negli Stati Uniti, negli ultimi tre anni, Bank of America ha chiuso più di 400 filiali e, anche se in numero minore, Citigroup e JP Morgan hanno seguito strategie simili. Wells Fargo ha annunciato nel gennaio di quest'anno, che chiuderà più di 400 filiali entro la fine del 2018.
- In Italia, Unicredit ha annunciato, nel 2016, la chiusura di 800 filiali entro il 2019 e Banca Monte dei Paschi di Siena (BMPS) ha annunciato, in ottobre 2016, che chiuderà 500 filiali entro il 2019.
- In Spagna, hanno annunciato la chiusura di filiali in tutto il 2017 Banco Sabadell (250 sportelli), BBVA (130) e Ibercaja (160).
- Nel Regno Unito il numero è ancora più alto. Nel 2017 chiuderanno filiali: Royal Bank of Scozia (158), HSBC (117), Lloyds Banking Group (95), Clydesdale e Yorkshire Bank (79), TBS (38) e Yorkshire, Norwich e Peterborough Building Society (48).
Molte di queste banche internazionali stanno chiudendo filiali anche in America Latina, in particolare nei Caraibi, una situazione che pesa come un macigno su tutte le operazioni che riguardano quei paesi.
Conseguenze della rivoluzione Fintech
L'arrivo delle imprese "Fintech" o di quelle imprese che utilizzano le più recenti tecnologie per fornire, ma soprattutto innovare, servizi finanziari tradizionali ha certamente avuto la sua importanza, come anche l'emergere di banche digitali come Atom Bank, N26, Monzo, solo per citarne alcune.
Le nuove soluzioni sviluppate dalle imprese fintech e dalle banche digitali hanno portato una rivoluzione nelle abitudini dei consumatori, permettendoci di effettuare tutti i tipi di operazioni bancarie senza dover andare in filiale.
Le imprese fintech aumentano ogni giorno (su Fintastico ne abbiamo già censite più di 1.000) e le banche tradizionali devono affrontare una concorrenza molto dura che sta scuotendo l'oligopolio a cui sono abituati.
La chiusura delle filiali è una possibile arma a doppio taglio
A livello aziendale, le imprese fintech sono molto più agili, più flessibili nelle strutture e hanno meno costi, tutto questo gli permette di adattare le proprie strategie in modo piu’ agile e sviluppare i loro prodotti molto più facilmente e in modo rapido.
Per sopravvivere a questi cambiamenti, le banche hanno fatto ricorso a diverse strategie. Alcuni gruppi bancari tentano di competere direttamente con le fintech, mentre altre, come Citigroup, hanno deciso di unire le forze con alcune imprese fintech e utilizzare i loro prodotti e servizi.
Dove la maggior parte dei gruppi bancari si trova d’accordo è la chiusura delle filiali e degli sportelli per alleggerire le strutture e ridurre i costi.
Questa strategia potrebbe diventare un’arma a doppio taglio, infatti uno dei pochi vantaggi delle banche rispetto alle imprese fintech è il rapporto diretto che hanno con i propri clienti attraverso le filiali.
A causa di queste chiusure, ci sono clienti, soprattutto in piccoli centri urbani, che devono recarsi in un altro paese o città, per visitare una filiale o utilizzare un bancomat. Mentre in città, la riduzione di filiali, sta creando in alcuni casi lunghe code con tempi di attesa di mezz’ora per poter parlare con uno sportellista bancario. Tutto questo sta causando un disagio per i consumatori, disagio che si traduce in una minor affezione al brand della banca.
Alcuni esperti e le associazioni dei consumatori si lamentano del fatto che molte banche stanno usando questa rivoluzione tecnologica come una scusa per chiudere filiali in modo indiscriminato, col solo obiettivo di ridurre le spese.
Indubbiamente, molti dei clienti hanno recepito in modo positivo la possibilità di eseguire operazioni in modo conveniente ed economico, soprattutto i più giovani, che sono abituati alle nuove tecnologie. Tuttavia, questa transizione, in alcuni casi, quasi costretta, ha ferito in modo considerevole altri gruppi di consumatori più vulnerabili, come gli anziani, per esempio.
Perché scegliere un prodotto di una banca tradizionale rispetto a quello di un’impresa fintech o di una società tecnologica come Apple o Google quando i prodotto e i servizi offerti da questi ultimi tendono ad essere più intuitivi e facili da usare, con meno commissioni e soprattutto con una rapidità senza pari?
Una cosa è sicura, il trend delle mobile-bank non si è certo esaurito, e qui puoi seguire tutte le novità in merito.