Intervista a Matteo Biancolini – Founder di MyPecunia

Screenshott MyPecunia

Ciao Matteo Cos’è MyPecunia? Quali sono i progetti per il futuro?

E' stato dimostrato che il 20% delle nostre entrate annuali vengono letteralmente "buttate via" per spese inutili. MyPecunia vuole offrire la soluzione a questo problema, aiutando le persone ad imparare a risparmiare e a gestire in modo efficiente il proprio denaro. Purtroppo chi dovrebbe occuparsene (le Banche) è impegnato su altri fronti, perciò crediamo che sia necessario un intervento che possa riempire questo vuoto enorme.

Siamo partiti con un Blog che parlava dei temi principali della finanza personale e della gestione del denaro. Visto l'alto riscontro abbiamo deciso di andare oltre e a breve lanceremo la nostra applicazione per iOS.

Hai lavorato a lungo nel settore bancario, quali sono le differenze tra un impiego in banca e l'avventura in una startup?

Ci sono pro e contro. Quello che noto maggiormente è che quando si fa startup hai una sensibilità altissima rispetto alle esigenze dei tuoi utenti/clienti. Al contrario, nelle grandi istituzioni il rischio è di concentrarsi più su altri aspetti, spesso legati alle dinamiche interne all'azienda e di perdere di vista quello che succede fuori, nel mondo reale. E penso che ciò si capisca bene dall'esterno.

Da quando ho messo in piedi il Team e siamo partiti, parlo costantemente con le persone che hanno bisogno di una soluzione come MyPecunia e questo mi aiuta a capire realmente quali sono i problemi e come fare per risolverli.

E poi fammelo dire, quando fai startup non hai più tempo di fare riunioni fini a se stesse o discutere sul colore della cravatta che devi evitare perchè non va giù al tuo capo! Ma tutto ciò onestamente non mi manca...

Quale pensi sia il ruolo dell'educazione finanziaria oggi? Cosa fa MyPecunia in questo senso?

Le statistiche dicono che il 77% degli italiani non conosce concetti di base della gestione del denaro, come l'inflazione, l'interesse composto o come investire i propri risparmi. Questo aspetto non è solo una mancanza di nozioni, è un vero e proprio costo aggiuntivo per tutti. L'effetto è quello di spendere male i propri soldi, di non sfruttare le giuste opportunità, di sovraindebitarsi a tassi eccessivi e di pagare commissioni altissime senza nemmeno accorgersene. Insomma stiamo parlando di conseguenze reali e importanti che incidono sulla vita delle persone.

MyPecunia vuole aiutare la gente a recuperare il controllo della propria vita, mediante un uso intelligente ed efficiente del proprio denaro. Per farlo bisogna agire su due fronti:

  1. offrire degli strumenti adeguati e soprattutto comprensibili
  2. personalizzare il supporto e l'aiuto, evitando di ridurre la vita economica delle persone a freddi numeri e codici. Dietro quei numeri c'è molto di più.

Cosa significa per te Fintech?

Per me è l'opportunità di mostrare che il sistema finanziario ha raggiunto alti livelli di inefficienza ed è arrivato finalmente il momento di "aggiustarlo". Le opportunità sono enormi e c'è ancora un ampio margine di miglioramento.

La mia speranza è che, anche grazie alla spinta di nuove realtà come MyPecunia che spingono la competizione e l'innovazione, le realtà tradizionali capiscano che è finita un'era e che è giunto il momento di sperimentare nuove modalità di offerta di prodotti e servizi.

Diciamo che il Fintech per me rappresenta un enorme megafono dell'umore delle persone che stanno dicendo :"Così non va, bisogna cambiare"!

Come ti spieghi il ritardo dell'Italia nell'ambito rispetto agli altri stati europei? Cosa manca?

Per natura, le istituzioni finanziare sono costruite per ridurre il rischio, non per abbracciarlo. Questa cultura si scontra con la mentalità che servirebbe per spingere l'innovazione, più votata al rischio e al fallimento. Ciò però è vero anche per gli altri paesi Europei e non solo.

La forte differenza quindi la possiamo trovare nella bassa scolarizzazione digitale delle persone. Non lo dico io, lo dicono i numeri. Ad oggi 2/3 della spesa pubblicitaria è ancora indirizzata ai media tradizionali (radio e tv). Questo vincolo non fa altro che rallentare la domanda di servizi e prodotti più efficienti e, di conseguenza, la richiesta di innovazione.

Qual è il consiglio che daresti ad un giovane laureando/laureato che vuole avvicinarsi al fintech?

Quando sei all'università oppure stai per entrare nel mondo del lavoro, il messaggio prevalente che ricevi ti spinge verso le grandi aziende perchè "fa curriculum". Nessuno però ti spiega cosa comporta realmente questa scelta.

A tutti i ragazzi che studiano o stanno finendo di studiare sento di dire che non c'è cosa più bella al mondo che fare delle esperienze che ti arricchiscono. Noi di MyPecunia passiamo tutto il nostro tempo a ragionare su come possiamo aiutare le persone a gestire meglio il proprio denaro, perchè lo troviamo stimolante. L'80% delle nostre idee le buttiamo via, perchè ci accorgiamo che non sono utili. Ma posso garantirti che non ci annoiamo mai.

Trovare il lavoro che piace è come un allenamento, provi e riprovi finché non ci riesci. Se però parti subito con l'obiettivo di entrare in una grande azienda, stai sbagliando il ragionamento. Il tuo obiettivo deve essere quello di valutare l'esperienza che vuoi andare a fare, a prescindere dalla realtà aziendale. E preparati a cambiare spesso perchè la vita è piena di sorprese.

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Fabrizio Villani

Cofounder of Fintastico - fintech and insurtech expert

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