- 31/01/2019
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Oggi vi presentiamo l'intervista a Massimo Chiriatti, uno tra gli esperti selezionati dal MISE per sviluppare la strategia nazionale per quanto riguarda le DLT e la tecnologia blockchain.
Ciao Massimo, parlaci un po' di te, di cosa ti occupi e come ti sei avvicinato al mondo blockchain?
Ho avuto fortuna. Perché ho svolto per molto tempo lavori tecnici nel mondo informatico, sono appassionato di economia e ho fatto studi relativi alle scienze sociali, quindi un mix piuttosto adatto per comprendere questo cryptomondo. Lavorando in IBM sia con le grandi imprese e al contempo essere presente nelle communities mi ha aiutato molto, ed è un’esperienza che consiglio a tutti.
In qualità di tecnologo, a che livello di sviluppo siamo della tecnologia blockchain? Vedremo grandi miglioramenti nel corso del 2019?
Sono in corso dei “proof of concept” su finanza (pagamenti, prestiti), assicurazioni (claim automatici), logistica (tracciatura end to end merce trasportata), riconoscimento clienti e fornitori (KYC), tracciatura filiere industriali e anticontraffazione (dal cibo alla moda). Quest’anno li vedremo passare in produzione, pur con qualche delusione o ritardi, ma resto ottimista.
Perché dal 2019 in poi i consumatori inizieranno a vedere blockchain applicato a una varietà di usi quotidiani, e se non la riconosceranno come blockchain, allora vorrà dire che ha fatto il passo in avanti decisivo.
Un’altra area è l’entrata delle autorità nella regolamentazione: la SEC ha iniziato a emettere pareri e multe. Il 2019 vedrà probabilmente le agenzie governative assumere un ruolo più importante. La chiarezza della regolamentazione in questo settore, nonché la certezza contrattuale e l'identità, non solo aiuteranno a definire i mercati emergenti, ma forniranno anche un certo grado di stabilità e sicurezza. Pertanto, a mio parere, ci possiamo aspettare la morte delle ICO, almeno per come le abbiamo conosciute finora.
Secondo te, è giusto parlare di blockchain senza menzionare bitcoin? Come vedi il loro legame, lo reputi indissolubile?
Ho una forte opinione: non si può comprendere bene la blockchain senza una buona conoscenza di bitcoin e delle cryptovalute più importanti, non solo in ambito delle tecnologie che impiega, ma soprattutto nelle sue implicazioni di governance peer to peer. Qui c’è la più grande innovazione introdotta da Satoshi Nakamoto. Nel suo paper, la criptomoneta è coeva alla blockchain: viaggiano insieme.
In seguito, per casi di uso aziendale richiedenti: un livello di privacy o l’impossibilità dell’anonimato, una prestazione migliore in termini di scalabilità, un costo di transazione troppo sottoposto alla volatilità del token, etc. questi mondi si sono allontanati.
A livello nazionale, meglio una blockchain pubblica o una privata? Quali sono i pro e i contro?
Blockchain comprende molti aspetti tecnici, economici e di governance. Possiamo però distinguere le due principali implementazioni: pubbliche e private.
Alcune caratteristiche di una blockchain pubblica:
- è senza autorizzazione, significa che chiunque può entrare liberamente nella rete (permissionless);
- Le transazioni sono tutte visualizzabili e in chiaro;
- L'identità del partecipante è più difficile da controllare.
Bitcoin usa una blockchain pubblica.
Tuttavia, particolari casi di uso aziendale richiedono un livello di privacy o l'anonimato. L'anonimato non può funzionare per le banche o per gli enti regolatori, per tal motivo probabilmente una blockchain privata (anche chiamata Distributed Ledger Technology, DLT) si adatta meglio a questo tipo di scenari.
Le caratteristiche principali di una blockchain privata sono:
- L'appartenenza alla rete è controllata (permissioned);
- Le transazioni sono generalmente confidenziali tra i partecipanti interessati;
- Al momento, dati i perimetri limitati e non globali, garantisce prestazioni migliori in termini di scalabilità delle transazioni.
In sintesi, le blockchain che richiedono un’autorizzazione all'accesso (permissioned) spostano il problema della mancanza di fiducia dal terreno tecnologico al politico (consenso derivante dalla maggioranza dei soggetti conosciuti).
Le aperte (permissionless) non si fermano a quello politico, ma arrivano fino al piano economico, in particolare fino all'insostenibilità economica nel poter cambiare il consenso precedente e quindi la storia.
Credi che converrebbe all'Italia un approccio "crypto friendly" come già hanno fatto altri Stati Europei (es. Malta e Svizzera)? Se si, quali sono i possibili benefici?
Esistono due rami importanti: quello finanziario che può portare velocemente lavoro qualificato, investimenti e tasse; il secondo, quello di studio perché una nazione non può essere latitante, è quello dello sviluppo tecnologico come già avviato dal MISE. Per quello finanziario è strategico aprire un dialogo con gli operatori locali e creare sistema.
Secondo te, vedremo mai uno standard blockchain?
Le reti blockchain inizieranno a parlare tra loro: dalle soluzioni per la gestione della supply chain ai sistemi di pagamento transfrontalieri. Hyperledger Burrow, per esempio, è uno dei progetti ospitati dalla Linux Foundation che fornisce un client di blockchain modulare con un interprete degli smart contract sviluppati secondo le specifiche della Ethereum Virtual Machine (EVM).
Una maggiore unità attorno agli standard e al valore dell'open source contribuirà ad accelerare queste connessioni, consentendo ai partecipanti di beneficiare di una più ampia gamma di soluzioni.
Quanto reputi valida l'evoluzione della blockchain, lightning network, in ambito finanziario?
Premesso che non tutti hanno bisogno di transare anonimamente, vedi i casi delle imprese e delle istituzioni finanziarie statali, Lightning Network permetterà un gran numero di transazioni al secondo, cambiando così per sempre le potenzialità di svariati mercati e soprattutto sviluppandoli di nuovi (il “machine to machine” nell’internet delle cose, per nominarne solo uno). La rete Bitcoin diventa sia la rete di compensazione periodica di questi pagamenti sia il giudice di ultima istanza nel caso qualcosa non funzioni. Le transazioni su questa rete avvengono senza fiducia tra le parti le quali sono cautelate da clausole contrattuali automatiche. È obbligatorio però affermare che Lightning Network deve prima risolvere alcuni problemi (tecnicamente, di routing tra i nodi, e per il backup dei dati). Sono problemi che richiederanno tempo per essere indirizzati. Purtroppo, ancora non si è trovato un modo per fornire massima sicurezza alle transazioni con un consenso decentralizzato che abbia anche una conferma immediata, che supporti molte migliaia di transazioni anonime contemporaneamente e che non richieda quindi neanche un rapporto fiduciario.
Grazie Massimo per la tua disponibilità, rinnoviamo i migliori auguri di buon lavoro a te e a tutto il team di esperti scelti dal Ministero dello Sviluppo Economico e speriamo di leggerti presto ancora qui sul nostro blog, alla prossima!