- 21/06/2021
Abbiamo avuto il piacere di intervistare Riccardo di Martino, Sales Developer di Lemonway.
Riccardo si è laureato in Economia e dal 2014 lavora nel mondo dei servizi finanziari. Ha iniziato il suo percorso professionale nella divisione Investment Banking di Unicredit, successivamente ha ricoperto il ruolo di Analista di fondi di investimento presso Banca Generali. Ha proseguito il suo percorso come Relationship Manager in Moneyfarm, prima di approdare in Lemonway ha lavorato come Client Service Delivery in Royal Bank of Canada.
In questa intervista cerchiamo di scoprire insieme a Riccardo i progetti presenti e futuri di Lemonway, uno dei più importanti player paneuropei per il lancio e l'avvio di piattaforme di finanza alternativa.
Ciao Riccardo, quando e come nasce Lemonway?
Lemonway nasce in Francia nel 2007. Nel 2008 viene premiata al Concorso Nazionale francese per la Ricerca ed effettua il deposito del suo primo brevetto riguardo al mobile payment in Francia. Nel 2010 viene predisposta la piattaforma di pagamento che gestisce i conti di pagamento nel settore bancario europeo. Nel 2012 l’Istituto di pagamento viene approvato dall’ACPR (Autorità Francese di vigilanza prudenziale e di risoluzione), e viene ottenuto il Passaporto Europeo.
Nel 2015 il fatturato quadruplica in un anno, passando da 1 milione a 4 milioni di euro. Nel 2016 l’organico aumenta passando da 12 a 60 dipendenti in un anno, vengono inoltre aperti gli uffici a Madrid e Milano. Nel 2018 entra nel capitale dei fondi di investimento Breega Capital e Speedinvest con una raccolta di 10 milioni di euro. Nel 2019 l’accelerazione definitiva con l’ingresso di ToscaFund con un investimento di 25 milioni di euro.
Quali sono le vostre principali categorie di clienti?
Il nostro servizio nasce per gestire transazioni complesse. Nel caso specifico ci siamo specializzati nel mettere a disposizione il nostro prodotto per marketplace generalisti e marketplace finanziari (es. piattaforme di crowdlending ed invoice trading). Di base questi portali non possono gestire transazioni in quanto non hanno un autorizzazione per farlo ma anche perché non hanno le competenze.
A tutti gli effetti la nostra soluzione è un abilitatore tecnologico (grazie alle nostre API e tool di back–office), un abilitatore finanziario (in quanto in qualità di Istituto di pagamento possiamo gestire le transazioni) ed infine un abilitatore regolamentare (tutte le piattaforme diventano nostri agenti di pagamento e quindi sono totalmente compliant alle richieste della normativa).
Che effetti ha avuto la pandemia sulla vostra attività ? Â
Abbiamo visto vari effetti della pandemia, l’attività di marketplace generalisti che vendono prodotti di uso comune hanno visto un aumento importante dell’operatività , dall’altra parte abbiamo visto anche la riduzione delle transazioni sulle piattaforme di crowdfunding e su marketplace verticali all’ambito wedding.
Ormai da diversi mesi la dinamica del transato sulle piattaforme di crowdfunding è tornata ai livelli pre-covid. Una cosa interessante che abbiamo notato durante la pandemia è che c’è stato un processo accellerato di digitalizzazione con la nascita di piccoli marketplace verticali su specifici settori; per esempio sul mercato italiano abbiamo notato il proliferare di marketplace di quartiere per permettere anche a piccoli commerciarti di iniziare a vendere su queste nuove piattaforme; per noi questo è un ottimo segnale in quanto abbiamo ricevuto molte richieste di contatto che ci hanno permesso intavolare discorsi di collaborazione veramente interessanti.
Qual è il vostro rapporto con le istituzioni finanziarie tradizionali?Â
Il rapporto con le istituzioni finanziarie tradizionali ma anche fintech è sempre stato di massima apertura per andare a sviluppare delle partnership che potessero andare a creare valore per i clienti che utilizzano i nostri servizi.
Nel caso specifico abbiamo diverse partnership con varie banche a seconda del paese in cui operiamo, in Italia con BNL, in Francia e Germania con BNP Paribas, in Spagna con Banco Sabadell ed in Inghilterra con Barclays.
Queste partnership ci permettono di essere agili e sviluppare dei prodotti che vadano incontro alle esigenze locali; un esempio lampante è la possibilità di avere dei Virtual IBAN locali (Italiani, Francesi, Tedeschi etc.).
Vista la vostra esperienza nel supporto del lancio e dell'avvio di piattaforme digitali, quali consigli ti senti di dare a un imprenditore che sta prendendo in considerazione questa opportunità di business? A quali punti bisogna prestare particolare attenzione e perchè?Â
Come Lemonway siamo a tutti gli effetti un partner di tutte quelle società che decidono di lanciare una piattaforma di crowdinvesting o marketplace. Su ogni tematica è importante affidarsi a dei professionisti che conosco bene la materia.
Perseguendo questa logica abbiamo sempre avuto un approccio consulenziale e quindi abbiamo creato un vero e proprio ecosistema per aiutare gli imprenditori nel lancio della piattaforma; quando parlo di ecosistema intendo dire che possiamo mettere in contatto l'imprenditore con un system integrator, per avere una piattaforma chiavi in mano oppure possiamo indirizzarli verso operatori legali, che possano supportare l'imprenditore in tutte le questioni legate alla compliance /GDPR/predisposizione della documentazione per l'agente di pagamento/contrattualistica. Questo per dire che i punti sui quali bisogna focalizzarsi fanno riferimento all’area tecnologica e quella di compliance/legale.
A quali regolamentazioni dovete sottostare per poter operare come Istituto di Pagamento sul mercato italiano?
Lemonway è un Istituto di pagamento autorizzato dall’ACPR (Autorità Francese di vigilanza prudenziale e di risoluzione) dal 2012 con autorizzazione n° 16568. La società è naturalmente compliant alle richieste della normativa PSD2 e riconosciuta dalla Banca d’Italia.
L’autorizzazione ottenuta dal regolatore francese ci conferisce un passaporto finanziario europeo che ci permette di poter mettere a disposizione i nostri prodotti in libera prestazione di servizi in tutta Europa. Non da ultimo, la nostra soluzione è PCI-DSS compliant.
Con quanti gestori di portale state collaborando attualmente in Europa? Puoi farci qualche nome?
Fino ad oggi ci hanno dato fiducia piu di 1500 portali in tutta Europa. Annoveriamo tra i nostri clienti dei player pan-europei nell’ambito del crowdlending come October. Un altro nostro cliente a livello europeo è Engie, Decathlon, mentre se ci focalizziamo sull’ambito italiano supportiamo Sace Simest (gruppo CDP), Rendimento etico,Workinvoice, Produzioni dal basso.
Grazie Riccardo per la tua disponibilità e alla prossima!