Intervista con Nicola Occhinegro, CEO di Finanza.tech

Finanza.tech intervista a Nicola Occhinegro

Abbiamo avuto il piacere di intervistare Nicola Occhinegro, CEO di Finanza.tech.

Nicola Occhinegro ha una lunga esperienza nella consulenza finanziaria e nell’utilizzo dei sistemi di rating all’interno della comunità finanziaria. Occhinegro ha, infatti, analizzato le tecniche di valutazione automatica della qualità creditizia sin dagli studi universitari, progettando in prima persona un modello automatico di previsione delle insolvenze basato sulla fuzzy logic. Consapevole che il mercato finanziario sarebbe stato sempre più condizionato dell’information technology, ha posto il modello proprietario a base dello sviluppo di vari software per la gestione finanziaria delle imprese e ha portato maggiore attenzione sull’aspetto tecnologico nella consulenza in tutte le società in cui ha lavorato, finendo poi per fondare Finanza.tech.

In questa intervista cerchiamo di scoprire insieme a Nicola i progetti presenti e futuri di Finanza.tech.

Ciao Nicola, quando e come nasce Finanza.tech?

Il fallimento più grande nella storia delle bancarotte mondiali, quello di Lehman Brothers ha segnato un giro di boa nel mio percorso professionale. La consapevolezza che il sistema finanziario sarebbe stato oggetto di un processo di profondo cambiamento e l’intuizione della estrema utilità di un modello di rating proprietario sono, infatti, dei giorni immediatamente successivi a quel 15 settembre 2008.

Avendo ben chiare queste premesse, negli anni che seguirono ho curato la mia crescita professionale su due direttrici: da una parte, notte tempo e continuando a svolgere il mio lavoro di consulente finanziario per piccole e medie imprese del Sud per lo più campane, progettavo e realizzavo il modello; dall’altra, approfondivo la conoscenza delle tecniche di comunicazione finanziaria del Capital Market e degli strumenti finanziari diversi dai finanziamenti bancari.

L’occasione di mettere a frutto questi sforzi e confermare le intuizioni è stata il D.L. Sviluppo del 2012: alle società non quotate, quindi anche alle piccole e medie imprese, veniva data, per la prima volta in Italia, la possibilità di finanziarsi attraverso canali alternativi al mercato bancario. In brevissimo tempo decido di trasferirmi tra Genova e Milano per andare a lavorare, come specialist della valutazione finanziaria delle PMI, in una Sim, che in maniera pioneristica in quel periodo storico, aveva inteso attivarsi nell’attività di sponsorship e arrangement di cambiali finanziarie e obbligazioni per piccole e piccolissime imprese.

Allo stesso tempo, in collaborazione con una società di sviluppo software specializzata nell’IT Banking, il modello di valutazione delle imprese, che nel frattempo avevo ultimato ed affinato, viene posto a base di un software - tra i primissimi in Italia a leggere e valutare in maniera completamente automatica il documento della Centrale Rischi della Banca d’Italia - di cui divento analista funzionale e product manager. La Brain Scf Srl (poi trasformata in Holding.tech SpA a capo del gruppo Finanza.tech) viene fondata in quell’anno e da allora detiene come asset il modello di valutazione, poi nel frattempo validato da Unige. Le evidenze degli anni a seguire, con l’incremento del peso del fattore IT in tutta l’industria finanziaria (diffusione del fintech in Cina e nel mondo anglosassone) e con la progressiva liberalizzazione del mondo del credito anche in Italia (crowdfunding, direct lending) hanno definitivamente confermato la validità della idea originaria: unire competenze forti nel mondo del corporate finance alla gestione evoluta dei dati grazie alla tecnologia.

Così nel 2016 avvio definitivamente il progetto immaginato otto anni prima: costituisco la Brainsay SpA (oggi FT Broker) e la Brain Centro Studi srl (oggi FT Consulting) in collaborazione con alcuni professori dell’Università di Salerno e nel 2018 viene lanciata la piattaforma finanza.tech a cui oggi le aziende si iscrivono e su cui offriamo i nostri servizi.

Quali sono i problemi che risolvete e perché una PMI dovrebbe usare il vostro servizio?

Sono un imprenditore e nel corso della mia vita ho conosciuto tanti imprenditori. Proprio per questo ho voluto costituire una societĂ  di servizi che sapesse dialogare con loro e intercettare i loro bisogni. Spesso infatti sono specialisti eccellenti nel loro settore, ma non hanno internamente le competenze necessarie per sfruttare al massimo la gestione finanziaria della propria azienda.

Siamo consulenti “agili” in grado di offrire supporto concreto nella gestione finanziaria quotidiana ad aziende che abbiano una mentalità evoluta e che si fidino di esperti operanti nel mondo digitale.

In particolare, le aziende si rivolgono a Finanza.tech quando vogliono:

  • avere un “piano di azione finanziario” e cogliere tutte le opportunitĂ  che può offrire loro il mercato finanziario: banche, fintech, capital market e agevolazioni pubbliche;
  • conoscere il proprio merito creditizio;
  • ricevere una consulenza sulla struttura finanziaria ottimale;
  • ricevere una valutazione del loro bilancio;
  • ottenere una valutazione della loro attuale situazione debitoria (Centrale Rischi Banca d’Italia);
  • avere supporto nell’ottenere liquiditĂ  e credito;
  • raccontare la propria azienda al mercato dei capitali nel modo migliore possibile;
  • essere supportate nel processo di quotazione all’AIM;
  • cedere i propri crediti d’imposta per ottenere liquiditĂ  immediata.

Cosa si intende con scoring e rating aziendale? In che cosa differiscono?

Lo scoring è un punteggio sull’affidabilità creditizia ed è assegnato in modo automatico da un algoritmo. Il rating è invece un parere sul merito di credito - espresso attraverso un sistema di classificazione in categorie di rating ben definite (solitamente contrassegnate da sigle alfanumeriche) - che viene attribuito con un processo che prevede necessariamente il giudizio di uno o più analisti.

Con il regolamento europeo 1060/2009 è stata sottoposta a riserva di legge l’attività di attribuzione di rating con evidenza pubblica o richiesta da operatori del capital market. In particolare, debbono essere autorizzate dall’autorità competente, l’ESMA (European Securities and Markets Authority), le Credit Rating Agency che forniscono rating pubblici (utilizzabili per esempio anche sul sito del soggetto retato) e rating unsolicited (quelli richiesti da operatori professionali della comunità finanziaria che li utilizzano esclusivamente per prendere decisioni in tema di investimenti).

Noi non siamo una CRA e i nostri sono, a seconda dei casi, degli score oppure dei giudizi “privati” sulla qualità creditizia che ci vengono richiesti dagli stessi soggetti valutati e che non possono essere divulgati a terzi.

Chi sono i vostri concorrenti e quali strategie state implementando per crescere piĂą velocemente di loro?

La nostra azienda ha assunto un posizionamento sui clienti ed una integrazione delle attività tali da poter affermare che non abbiamo concorrenti diretti o, più precisamente, che abbiamo tanti competitor diversi tra loro ma nessuno con il nostro livello di interconnessione tra servizi di consulenza, intermediazione e IT. Una prova della nostra marcata singolarità sta nel fatto che tutte le categorie di competitor sono in un modo o nell’altro anche “cooperatori” perché, banalmente, nostri fornitori o clienti o anche veri e propri partner.

Da un lato, infatti, ci sono gli operatori del mercato delle informazioni commerciali e analisi dei dati, tradizionalmente nostri fornitori. Dall’altro lato possiamo annoverare tra i concorrenti indiretti anche gli operatori fintech di direct lending ed invoice finance con la maggior parte dei quali, ad oggi, abbiamo stretto rapporti di collaborazione. Gli istituti di credito stessi, con cui abbiamo convenzioni su alcuni prodotti, sono potenziali concorrenti su altri prodotti. Contendiamo clienti ovviamente anche ai mediatori creditizi che spesso, però, hanno utilizzato alcuni nostri servizi IT o per i quali abbiamo prestato assistenza per la strutturazione di operazioni finanziarie complesse.

Il nostro vero punto di differenziazione è la customer centricity: il nostro focus è far sì che le nostre attività generino valore tangibile per l’economia reale e l'impresa che ci dà fiducia.

Per questo tendiamo a non essere specializzati in un singolo prodotto o servizio, bensì ad offrire sempre la migliore user experience connessa ad una corretta remunerazione a fronte del valore generato.

Facciamo un esempio: il mercato della liquidazione crediti d'imposta è una selva in cui stanno operando in molti, dal micro professionista ai grandi gruppi industriali e bancari a livello nazionale. Com’è possibile che Finanza.tech sia riuscita a ritagliarsi uno spazio importante in questo segmento così affollato, tanto da essere spesso citato come concorrente di Poste Italiane? Perché, forti della nostra visione e mentalità, abbiamo deciso di entrare in questo segmento di mercato pensando fin da subito al massimo grado di semplicità e tempestività a beneficio di chi ci avrebbe scelto.

Lo stesso esempio potrei farlo sulla finanza agevolata, settore che nello scorso e nei prossimi anni, rappresenterà una parte davvero importante del mercato finanziario. Lo specialista di finanza agevolata spesso dimentica che per godere al massimo delle opportunità che lo stato mette a disposizione delle imprese non basta eseguire correttamente una o l’altra misura agevolativa, ma c’è bisogno del giusto mix di fonti ordinarie e agevolate. La visione di finanza.tech è proprio orientata ad offrire, all’interno dei nostri servizi di consulenza direzionale, il corretto bilanciamento tra fondi agevolati ed ordinari.

Pensando al capitale umano: quali sono le principali figure professionali e competenze necessarie per lavorare in Finanza.tech?

La nostra azienda negli ultimi anni sta evolvendo e crescendo rapidamente, percorrendo, sempre con maggiore decisione, l’ambizione di diventare un polo per lo sviluppo di competenze digitali per il mondo del Corporate Finance e la prima AI Finance company in Italia.

La realtà aziendale è molto giovane, con un’età media inferiore ai 30 anni. C’è un forte spirito di gruppo e la volontà condivisa di portare l’azienda a livelli di eccellenza, così da attrarre e trattenere talenti al Sud d’Italia, dove è e continuerà a svilupparsi la “factory” dell’azienda.

Cerchiamo delle persone in grado di fare la differenza, serie - non seriose - che abbiano voglia di mettersi in gioco, di dare il massimo ed eccellere, senza per questo prendersi troppo sul serio. Dobbiamo essere pronti a reinventare continuamente il nostro modello di business e, quindi, tra le competenze necessarie, anzi imprescindibili, ci sono la capacitĂ  di adattamento, flessibilitĂ  operativa e una vibrante curiositĂ  intellettuale.

Da un punto di vista di competenze, essendo noi una realtà che combina l’anima Finanza con l’anima .tech, i nostri team più numerosi sono quelli di analisti finanziari e di sviluppatori, entrambi con una sana vocazione verso la novità e le sfide.

Pensando a partner o collaborazioni, chi sono i vostri partner ideali?

I nostri partner ideali sono quelli che condividono la nostra visione e la nostra spinta verso il futuro del nostro settore.

La versione più pragmatica della risposta è la seguente: collaboriamo volentieri con tutti i professionisti e le aziende con cui possiamo interloquire con interazioni digitali, e con cui siamo complementari e integrati vicendevolmente. Ad esempio, moltissime fintech che si stanno specializzando sul lending sono dei partner con cui ci integriamo perfettamente: tra le soluzioni che offriamo ai nostri clienti per ristrutturare la loro situazione debitoria o trovare nuova provvista finanziaria, prendiamo molto spesso in considerazione le fintech proprio per la loro capacità di essere tempestive e con una user experience che sia comparabile con la nostra.

Lo stesso ragionamento si può fare su tanti altri ambiti aziendali: fiscale, tributario, legale e societario.

Anche sul fronte tech, sono per noi dei partner fondamentali tutte le societĂ  che ci permettono, data la nostra architettura a micro servizi, di offrire quello che siamo oggi: Stripe e Lemonway per i pagamenti, Digital Ocean e Amazon per il cloud, Namirial per il riconoscimento digitale dei rappresentanti legali delle aziende. Tutti fornitori che per noi diventano dei veri e propri partner in quanto, condividendo un processo di innovazione, possiamo definire assieme a loro quello che sarĂ  il nostro futuro e quello del fintech.

Quali sono i vostri programmi futuri?

Nel breve periodo, la grande rivoluzione che investirà Finanza.tech è il lancio del nuovo portale, ovvero tutto quello che avviene durante e dopo l'iscrizione!

Questo è un passo indispensabile per il futuro di Finanza.tech che cambierà in modo sostanziale e decisamente in meglio l’experience di tutti gli iscritti: in un unico ambiente integrato, l’utente potrà scaricare il bilancio o la visura di un’azienda o richiederne una valutazione sulla qualità creditizia, oppure ancora potrà conferirci un incarico di mediazione per ottenere un finanziamento da un istituto bancario tradizionale o chiedere direttamente a noi un direct lending per ottenere liquidità sul proprio conto in pochissimi giorni o anche, perché no, decidere di investire su un progetto attingendo i fondi direttamente dal suo wallet personale, sempre bene in evidenza nella sua area riservata in Finanza.tech.

Questa rivoluzione copernicana comporta l’ampliamento dei servizi della nostra piattaforma ad un target sempre più ampio: ci rivolgeremo non solo ad imprese ed investitori istituzionali, ma anche a professionisti e “crowdinvestor”.

In cantiere abbiamo davvero tantissimi progetti pronti a diventare servizi utili per l’utente di finanza.tech. Quello, però, a cui tutti in FT teniamo particolarmente è il sistema, basato sull’Intelligenza Artificiale, di “Assessment, Planning e Matching” che consentirà, in modo sempre più preciso e tempestivo, di suggerire al nostro cliente l’operazione finanziaria più conveniente e di guidarlo con rapidità fino all’ottenimento della liquidità.

Il tutto in un’ottica di sempre maggiore trasparenza ed efficienza dei nostri servizi per migliorare la competitività delle PMI e, di conseguenza, degli attori chiave del nostro tessuto produttivo.

Grazie Nicola per la tua disponibilitĂ  e alla prossima!

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