- 21/09/2022
Federico Masi in un modo o nell’altro ha sempre avuto a che fare con la tecnologia e con le aziende. Cresce professionalmente nella system integration bancaria per poi iniziare una nuova fase professionale nel contesto startup dopo il Master in Business Administration del Politecnico di Milano.
Nel 2019, dopo altre esperienze imprenditoriali, fonda FlowPay, dove ricopre il ruolo di amministratore delegato, insieme ai giovanissimi Lorenzo Rossi e Tiziano Pacciani.
Obiettivo: dare uno strumento semplice e tecnologico alle imprese e ai professionisti per incassare in tempo e meglio.
L’esperienza professionale maturata ed un team autorevole aiutano Federico a costituire uno dei primi Istituti di Pagamento Open Banking Italiani e la prima startup tecnologica a riceve l’autorizzazione da Banca D’Italia.
In questa intervista scopriamo insieme a Federico in che modo FlowPay supporta le aziende nell’ottimizzazione delle relazioni commerciali e creditizie creando soluzioni innovative per la gestione finanziaria, degli incassi e dei pagamenti grazie alle opportunità offerte dall'Open Banking.
Ciao Federico, che cos'è e come funziona FlowPay?
FlowPay è un istituto di pagamento autorizzato da Banca d'Italia ai sensi della PSD2 come PISP e AISP. Sviluppiamo soluzioni innovative per la gestione dei dati finanziari, dei pagamenti e degli incassi, grazie al nostro gateway proprietario Open Banking e la connessione con il 100% delle banche italiane.
FlowPay è una piattaforma che abilita la progettazione di soluzioni Open banking con lo scopo di supportare i partner (Fintech, ERP, software house, e-commerce, banche, ex 106, assicurazioni…) nella valorizzazione delle informazioni finanziarie e l’offerta di servizi di incasso e pagamento integrati (embedded payments).
I partner di FlowPay possono quindi sviluppare Servizi a valore aggiunto al servizio delle aziende italiane per l'ottimizzazione e l'automazione delle attività amministrative, della riscossione delle fatture, degli incassi e dei pagamenti digitali.
Quali sono i 3 punti che differenziano FlowPay dalla concorrenza?
Indipendenza, flessibilità e approccio non solo API first: sono questi gli elementi che distinguono FlowPay dagli altri soggetti presenti al momento sul mercato italiano.
FlowPay è l’unico Istituto di Pagamento indipendente italiano che oltre ad offrire una API Open Banking ha sviluppato e sviluppa servizi a valore aggiunto abilitati dalla PSD2. Questo grazie al completo controllo della tecnologia e dell’autorizzazione.
Oltre ad essere l’unico soggetto non di matrice bancaria, si distingue dai competitor per la flessibilità e la resilienza dell’architettura tecnologica e dell’esperienza utente.
Vorrei ricordare con orgoglio che non solo la tecnologia è completamente proprietaria ma anche le licenze sono state ottenute in autonomia. Il governo di tutta la tecnologia e la licenza di istituto di pagamento ci permettono di studiare e implementare, con clienti e partner, nuovi Use Case in tempi estremamente rapidi.
Cosa si intende con open banking? È una cosa che riguarda solo banche, fintech e addetti ai lavori o anche le imprese possono utilizzare l'open banking a loro vantaggio?
Con “Open Banking” ci si riferisce ad un nuovo paradigma di regolazione tra la clientela e le banche.
La seconda direttiva europea sui pagamenti impone infatti a tutte le banche di rendere disponibili le informazioni finanziarie (dei conti) e la possibilità di disporre pagamenti, ai clienti, anche senza la necessità che questi si rechino in banca o utilizzino i portali delle banche.
In poche parole, è stato inserito un nuovo soggetto, e FlowPay è uno di questi, autorizzato ad agire in nome e per conto dei clienti nel raccogliere le informazioni e disporre pagamenti, in maniera assolutamente sicura, presso qualsiasi banca il cliente abbia aperto un conto.
Infatti, Open Banking si può tradurre in italiano come “settore bancario aperto”. Questa opportunità assume un significato diverso a seconda della prospettiva da cui si osserva:
Per il consumatore o l’azienda, open banking vuol dire poter accedere alla totalità delle informazioni finanziarie personali o aziendali, anche se distribuite su diverse banche, da un’unica piattaforma (aggregatore).
I servizi costruiti da FlowPay permettono ad un’azienda di gestire i pagamenti da qualsiasi conto italiano e gli incassi partendo direttamente dalle proprie fatture attraverso un paylink. Con le transazioni aggregate dalle varie banche è possibile costruire strumenti di monitoraggio della tesoreria aziendale o di analisi finanziaria.
Per un partner, Fintech o Software house, ERP… Open Banking vuol dire poter integrare le informazioni finanziarie nei processi dei propri clienti, per esempio per la riconciliazione, oppure abilitare incassi digitali integrati a prezzi competitivi rispetto ai metodi tradizionali dei circuiti.
Un esempio del primo caso è uno dei nostri clienti, una Petrol Company, che ha deciso di integrare il servizio di incasso FlowPay, per incassare gli ordini dei clienti (i distributori). In questo modo può gestire in maniera automatica la riconciliazione degli incassi bancari senza rischi o ritardi.
Tra i Partner abbiamo invece i casi di Change Capital, fintech Italiana che sta crescendo moltissimo nel campo della finanza alternativa che utilizza FlowPay per migliorare gli algoritmi di valutazione del merito creditizio delle PMI che richiedono credito.
Oppure Psicogest, gestionale per Psicologi e Psicoterapeuti, che offre ai propri utenti la soluzione FlowPay come sistema di incasso integrato e digitale per incassare e riconciliare le fatture emesse ai pazienti.
Le possibilità dell’Open Banking oggi e dell’Open Finance domani sono sterminate, e siamo solo all’inizio.
Per questo, nell’ottica di evolvere velocemente e adattare la nostra piattaforma alle esigenze di business emergenti, abbiamo dato vita al Programma Beta Tester che permette ad ogni professionista od impresa di usufruire dei nostri servizi a costi irrisori o nulli.
Offriamo ad i nostri Tester una piattaforma web con tutti i servizi API che sviluppiamo ed evolviamo continuamente al fine di elaborare insieme a loro gli Use Case utili al mercato e ai nostri partner.
Quali sono i vantaggi concreti per un'azienda di usare il vostro servizio paylink per gli incassi?
Con il nostro paylink è possibile incassare via bonifico, da qualsiasi banca italiana, qualsiasi cifra, ad un costo fisso inferiore ad un euro ed avere la riconciliazione automatica dell’incasso.
Attraverso le regole e i meccanismi dell'Open Banking, abbiamo sviluppato un Gateway integrabile su servizi digitali, sia on line che software, per incassare velocemente qualsiasi documento: una fattura, uno scontrino, un carrello…anche in data futura.
Grazie a un paylink, QR Code creato a partire da una fattura, un documento pdf o un carrello e-commerce il creditore può richiedere un incasso al proprio cliente sia in maniera istantanea, con un pulsante integrato, che attraverso un invio per messaggio o e-mail; una volta che il cliente avrà cliccato sul link ed eseguito la procedura di sicurezza della banca (SCA), verrà disposto un bonifico irrevocabile.
Grazie al monitoraggio del ciclo di vita della transazione, FlowPay può indicare al merchant lo stato del pagamento in tempo reale, attivando così il servizio di riconciliazione automatica.
Il servizio è possibile anche con bonifico istantaneo e questo significa, per il merchant, avere conferma immediata, prima che il cliente lasci il negozio.
Oltre ai vantaggi economici dei nostri servizi di incasso Open Banking, è risaputo che le attività relative al processo di riconciliazione contabile sono estremamente onerose sia a livello di tempo che di costo e per questo gravano fortemente sul reparto amministrativo aziendale.
Rendere più sostenibile il flusso di verifica delle transazioni in entrata significa poter rivedere le attività in carico alle risorse, rivoluzionando così le modalità in cui si sono svolte fino a questo momento.
L’innovazione sta nell’abbracciare un nuovo paradigma che punta sull’efficientamento dell’operatività; nel concreto, il riconoscimento del debito porta maggiori garanzie, il rischio di double spending è ridotto al minimo, l’azienda gode di una maggiore liquidità e del supporto al monitoraggio del rischio d’impresa.
Parlando dello stato dell'arte, a che punto siamo in Italia con l'open banking?
Grazie alla PSD2, l'ecosistema bancario italiano si sta lentamente adeguando alla normativa nata per rendere più aperto e democratico l’ecosistema bancario e finanziario. L’apertura ha permesso la nascita di soggetti tecnologici, che rapidamente stanno iniziando ad offrire servizi a valore aggiunto in alternativa alle banche o in sinergia con esse.
Purtroppo, ancora oggi l’adeguamento delle banche italiane al nuovo standard normativo non è completo, ed è ancora peggio se guardiamo allo scenario europeo che vede i diversi stati adeguarsi ciascuno a proprio ritmo.
Tuttavia, si nota un miglioramento costante anche grazie ad interventi di EBA e Banca d’Italia nonché di tutti gli istituti autorizzati che segnalano costantemente le carenze delle banche nel loro interesse e quello degli utenti.
In termini di adoption, fino a qualche mese fa PwC aveva stimato che solamente il 5% dei clienti digitali utilizzava servizi Open Banking, sappiamo che adesso la percentuale potrebbe essere cresciuta, ma l’ambito è ancora poco conosciuto, dunque la domanda non è alta.
Ci aspettiamo comunque che l’Europa segua lo sviluppo che l’Open Banking ha avuto in UK, che nel 2021 vede oltre 5 milioni di utenti attivi al mese, che sono cresciuti di oltre il 60% rispetto al 2020 mentre sui pagamenti hanno registrato un bel + 500% arrivando a gestire oltre 2,4 miliardi di sterline.
Per fare funzionare le cose in Italia, un cambio culturale è fondamentale e riteniamo che parte della complessità potrebbe essere evitata con la creazione di un organismo di controllo attivo che vigili sull’operato degli enti coinvolti: in questo modo la valutazione sull’effettiva omologazione degli istituti sarebbe non solo possibile, ma veritiera.
Per molti è già palese che la collaborazione tra incumbent (le banche) e i nuovi soggetti come FlowPay è l’unica via per riuscire a valorizzare le opportunità ed ottenere i vantaggi dall’Open Banking; ma come dicevo, considerata che la domanda sta iniziando solo ora una timida crescita, il sistema Italia sta tardando ad essere pronto per soluzioni dirette al mercato di massa.
Lavorare sulla divulgazione di questi temi è fondamentale secondo noi affinché anche i più resistenti comprendano le potenzialità e ritengano impellente il cambiamento.
Negli ultimi mesi è cresciuto l'interesse per la PSD3 che andrà a sostituire la direttiva PSD2 abilitatrice dell'open banking, dal tuo punto di vista quali sono i punti fondamentali che dovrebbe avere questa nuova direttiva?
La PSD3 è il nome che viene dato ad una evoluzione della PSD2 che incrementi sia i dati che verranno resi disponibili (carte, depositi, gestioni finanziarie) che le operazioni eseguibili con le terze parti (come i pagamenti ricorrenti).
EBA ha proposto alcuni punti essenziali sui quali siamo allineati. I principali riguardano i nuovi rischi di sicurezza dei clienti e il chiarimento sull’applicazione dell’autenticazione forte del cliente (SCA), affrontando così anche la diffidenza all’approccio coi sistemi di autenticazione che spesso escludono parte della popolazione (quella fetta che ad esempio non possiede o non sa utilizzare uno smartphone).
In merito invece ai servizi di disposizione di pagamento (PIS) e di accesso alle informazioni dei conti (AIS), la proposta è quella di permettere alle terze parti, come FlowPay, di utilizzare sistemi proprietari di SCA senza doversi appoggiare a quelli delle banche e allo stesso tempo di consentire ai clienti di avere il controllo sui propri dati.
Aumentando l’operatività e le basi informative, con la PSD3 si inizierebbe quindi a parlare di “Open finance” e si avrebbe un’espansione dell’accesso ai dati dei conti di pagamento verso l’accesso ad altri tipi di dati finanziari, aprendo così la strada a nuove sfide in grado di affrontare le carenze che terze parti e clienti subiscono al momento, di cui abbiamo parlato nella domanda precedente.
Però ricordiamoci che tutto deve passare da una PSD2 pienamente operativa e affidabile. “Inutile fare treni più veloci se non ci sono le rotaie dell’alta velocità!”
La parte che maggiormente riguarda le banche e che punta a efficientare alcuni processi al momento eccessivamente lenti e complessi riguarda la semplificazione delle pratiche di riduzione del rischio ingiustificate che colpiscono gli istituti di pagamento e di moneta elettronica.
Ci auguriamo che la spinta verso la PSD3 porti un’accelerazione dell’adeguamento delle banche alla PSD2 che sia alimentato non solo dall’adeguamento normativo obbligatorio ma dalle opportunità di business.
Auspichiamo che venga individuato un insieme di funzionalità che le banche non solo dovranno ma vorranno supportare e quindi un miglioramento delle API e una estensione e normalizzazione delle informazioni restituite dalle interfacce bancarie.
Quali sono i principali risultati che avete raggiunto in questo 2022 e cosa ti aspetti e desideri per il prossimo anno?
Il 2022 è stato l’anno della vera partenza, anche se FlowPay è pienamente operativo dall’estate del 2021, solo a partire dal 2022 abbiamo iniziato veramente a lavorare. E questo anche grazie al finanziamento ricevuto a fine anno da CashInvoice, nostro socio industriale che ha portato la soluzione FlowPay ad essere scelta da Allianz Trade per l’innovativo BNPL per aziende di PausePay.
Ma questo è solo uno dei nostri Partner. Siamo infatti orgogliosi di aiutare con le nostre soluzioni decine di Clienti e tra questi troviamo Fintech come Change Capital, Credimi e PMI Agile; software house e ERP come Psicogest; corporate dell’industria Petrol.
Stiamo inoltre collaborando attivamente con Engineering e con soggetti istituzionali di altissimo livello di cui purtroppo ancora non posso parlare.
Il 2022 ci riserva ancora grandi soddisfazioni e progetti interessanti. Tra i più importanti ci sarà la nostra soluzione Open Banking per PagoPA e delle partnership industriali ad altissimo contenuto innovativo.
Il 2023 sarà l’anno della crescita, dove capitalizzeremo tutto quello che abbiamo creato in questi 3 anni. Consiglio quindi a coloro che leggeranno questa intervista di stare sintonizzati sulle novità perché ce ne saranno molte nei prossimi mesi.
Grazie Federico per la tua disponibilità e alla prossima!