- 19/12/2018
Oggi vi presentiamo l'intervista a Pietro Cesati, CEO di Soisy che avevamo già avuto modo di intervistare tempo fa e che di recente ha concluso una campagna di crowdfunding che in solo 8 giorni ha raccolto 1,25 milioni di € tramite la piattaforma di crowdfunding 200crowd.
Ciao Pietro è un piacere ritrovarti. Prima di entrare nel vivo, parlaci un po' di cosa è Soisy oggi?
Il piacere è reciproco, grazie a voi di continuare a fare informazione su questi temi. È strano, ma Soisy oggi è qualche cosa di molto diverso rispetto a quanto avevate avuto modo di conoscere in occasione del nostro primo incontro.
Intendiamoci, lo spirito è rimasto lo stesso e gli elementi cardine non sono mutati: piena trasparenza con i clienti e nessuna “scritta in piccolo” o gergo tecnico per ridurre la comprensione riguardo a quello che facciamo, struttura agile e senza complicazioni inutili, team di persone entusiaste di essere qui e motivate a rendere Soisy qualcosa di unico.
Quello che è cambiato è che oggi Soisy è una startup più adulta che ha saputo “leggere” il mercato e le esigenze dei suoi utenti, differenziandosi da tutte le altre realtà di p2p lending; in questo modo siamo diventati la prima e unica realtà fintech di marketplace lending per finanziare gli acquisti su e-commerce. In pratica diamo modo ai piccoli investitori di far fruttare i loro risparmi aiutando altre persone a pagare i loro acquisti a rate; un servizio che nel mondo fisico ha un mercato di 23 miliardi di euro solo in Italia e che rasenta lo zero se si guarda al mondo e-commerce.
Quando avete capito che era necessario un pivoting del business model? Parlaci delle sfide vinte in questo passaggio.
Parlare di “necessità” è sempre un argomento “spinoso”. Mi spiego meglio: nel settore del p2p lending non avevamo problemi, Soisy funzionava bene, certo avevamo dei prestiti (pochissimi a dire il vero) che non venivano restituiti, ma grazie alla nostra Garanzia di Rendimento gli investitori non ne risentivano e nel complesso tutto andava molto bene, con una crescita costante. Questo per dire che non era necessario cambiare.
Abbiamo deciso di cambiare modello di business quando ci siamo accorti che c’era un’esigenza condivisa da numerosi clienti e che l’uso che veniva fatto dei nostri servizi era, sostanzialmente, quello di finanziare gli acquisti su e-commerce. A quel punto ci siamo documentati scoprendo che c’era un grossissimo vuoto di mercato per questo tipo di esigenze e, in pieno “stile Soisy”, ci siamo interrogati se non valesse la pena modificare qualcosa.
Siamo giunti alla conclusione che un meccanismo che coinvolgesse gli e-commerce come nostri partner avrebbe permesso un’esperienza d’acquisto più facile e immediata per i clienti. A quel punto abbiamo testato la nostra idea per 18 mesi. All’inizio abbiamo avuto difficoltà fisiologiche, ma è normale quando introduci un cambiamento di questa portata (anche perché non esiste un servizio simile in Italia, quindi non potevamo aspettarci che gli utenti familiarizzassero da subito con la nuova proposta); ma nel giro di poco tempo siamo riusciti a raggiungere il 20% di crescita al mese (circa il 500% annuo) e ad aumentare la percentuale di prestiti restituiti con successo al 98%.
Abbiamo anche monitorato l’effetto della nostra proposta sugli e-commerce che avevano deciso di diventare nostri partner, riscontrando un generale aumento del loro fatturato (intorno al 16%).
Dopo il pivoting, è arrivata la decisione di effettuare una campagna di crowdfunding, perché avete deciso di utilizzare questo strumento?
Soisy ha sempre puntato molto sulla community che si è creata intorno alla piattaforma. Ricorrendo all’equity crowdfunding abbiamo pensato che avremmo potuto intercettare nuovi investitori e allo stesso tempo permettere a chi già ci conosceva di diventare parte integrante della nostra realtà.
È stata una scelta felice: in 24 ore abbiamo raccolto 500mila euro e in sette giorni siamo arrivati a quota 900mila. A quel punto siamo stati contattati da molti che non erano riusciti a partecipare (la campagna sarebbe dovuta durare 2 mesi), così in accordo con la piattaforma di equity crowdfunding a cui ci siamo appoggiati, 200Crowd, abbiamo deciso di riaprire la raccolta puntando a raggiungere 1,25 milioni. In sole 8 ore abbiamo ottenuto il risultato.
Tempi così brevi hanno sorpreso anche noi, ma significa che il nuovo modello di business convince e la cosa non può che farci piacere.
Quali sono secondo voi, le caratteristiche che deve avere una startup fintech per trionfare in una campagna di crowdfunding?
Credo sia fondamentale parlare con i propri investitori: noi, operando anche come B2C, parliamo molto con i nostri investitori. Siamo credibili e ne conosciamo parecchi: 600 di loro sono nostri clienti, e alcuni di loro hanno anche investito nella campagna di crowdfunding per diventare azionisti. In questo senso, siamo abituati a parlare con i nostri investitori.
Altro aspetto molto importante è la trasparenza: il crowdfunding presenta vantaggi e svantaggi. Lo svantaggio è che porti a bordo molti piccoli investitori. Un grande vantaggio è che ti consente di conversare con persone con cui non avresti mai parlato. Dà alle persone totale trasparenza su quello che fai - e devi essere a tuo agio con questo aspetto, altrimenti non funziona. Nel nostro caso, siamo abituati ad essere estremamente trasparenti. Se sei trasparente e sei disposto a lavorare su quel livello di trasparenza, le persone sicuramente risponderanno positivamente.
Infine è fondamentale anche la fase di pre-marketing: c'è un sacco di lavoro da fare prima di lanciare pubblicamente la campagna per avere persone già a bordo e che vogliono investire prima del lancio ufficiale della campagna. Infine comunicazione durante e dopo la campagna, un buon video e tante PR aiutano di certo.
Che problema risolve Soisy? Quale è il mercato potenziale che vedete in Italia e in Europa per la vostra soluzione?
Soisy permette ai piccoli risparmiatori di investire facendo fruttare i loro soldi senza l’intervento delle banche, quindi con costi estremamente ridotti, aiutando altre persone ad acquistare ciò di cui hanno bisogno a condizioni più vantaggiose rispetto a quelle messe a disposizione dalle finanziarie tradizionali.
È un sistema che aiuta tutti: i risparmiatori, chi desidera fare un acquisto e anche l’e-commerce che, proponendo un metodo di pagamento in più, può aumentare le sue vendite.
Per capire lo spazio di crescita di questo business basta guardare al mondo dei prestiti in negozio: si parla di un giro - solo in Italia - di 23 miliardi di euro; su e-commerce, invece, il giro di affari è quasi a zero.
Eppure, ormai, ciò che si può comprare in negozio è la stessa merce che si può reperire online: la differenza è nel servizio di prestito: le soluzioni tradizionali prevedono troppe complicazioni e troppe scartoffie. In Soisy abbiamo investito molto sulla tecnologia e abbiamo creato un sistema snello e rapido che ogni e-commerce può integrare senza difficoltà e che consente agli utenti di richiedere un prestito con una procedura interamente digitale.
Che obiettivi vi siete fissati per il 2019?
Nel 2019 concretizzeremo la crescita del nostro business. Si tratta di un processo con molte tappe; le più evidenti saranno l’apertura di Soisy in almeno altri due paesi europei, così da consolidare la nostra posizione anche a livello internazionale e, al contempo, soddisfare le esigenze di molti partner che, in qualità di e-commerce, vogliono offrire il nostro servizio anche ai clienti esteri.
Se aveste la possibilità di chiedere 3 desideri al genio della lampada, cosa gli chiedereste?
Di continuare a crescere come stiamo facendo; di non avere ostacoli regolamentari per espanderci all'estero e di non dimenticare mai che la felicità del nostro team viene prima di tutto.
Siamo sicuri, che sentiremo ancora parlare e molto di Soisy e del suo splendido team nel futuro, grazie per l'intervista Pietro, a presto!