Intervista ad Antonio Sorrentino, CEO e Founder di Domec

Domec

Abbiamo ntervistato Antonio Sorrentino, CEO e Founder di Domec, startup fintech attiva nel mercato delle carte prepaid, della loyalty e del customer engagement.

Ciao Antonio, raccontaci velocemente come sei arrivato a occuparti di FinTech e alla decisione di costituire Domec?

Domec nasce dalla mia esperienza professionale e dalla voglia di fare impresa che mi porto dietro da quando ero un ragazzo. Oltre, poi, al desiderio di creare lavoro, di livello alto e soprattutto al Sud. Ho da  sempre lavorato nel mondo dell’innovazione con un focus specifico sui pagamenti elettronici ma volevo offrire un servizio disruptive, incrociando i financial services con la fidelizzazione.

La piattaforma “as a service” che abbiamo sviluppato, infatti, offre contemporaneamente servizi di pagamento e di loyalty. Domec aiuta le aziende nelle attività di customer engagement: permette di “ingaggiare” nuovi clienti in modo semplice e immediato. Mi sono ispirato a modelli di business stranieri, nordamericani soprattutto. E ho fondato, da solo, la startup a marzo del 2014.

Prima ancora di avviare l’azienda, ho lavorato alla ricerca di investitori e partner industriali. Ho iniziato con un cliente, Autogrill, che già conoscevo e ho puntato sul network, sui rapporti di lavoro pregressi. Ho investito personalmente gran parte dei miei risparmi, talmente credevo nel progetto d’impresa che stavo lanciando. Insieme ai primi soci, infatti, abbiamo messo in piedi un Family & Friends Seed di quasi 500.000 euro e con questo veicolo abbiamo iniziato l’opera.

Il primo anno abbiamo già iniziato a fatturare ma l’intero capitale o quasi è stato utilizzato e quindi ci siamo messi all’opera per cercare il primo Round “esterno” di finanziamento. Nel 2015 il fatturato è cresciuto di oltre il 300% e nel 2016 abbiamo raccolto, tra debito ed equity, circa 1,6ML di euro da impiegare nel piano industriale 2016-2019. Nel capitale sociale è entrato anche il fondo di venture capital della Regione Basilicata, Sviluppo Basilicata Spa, che ci ha consentito in modo rapido di accelerare la collaborazione con l’Università degli Studi della Basilicata ed iniziare ad assumere personale scientifico, ingegneri e matematici in primo luogo, a Potenza.

Puoi spiegare in 10 parole cos'è Domec?

Domec è soprattutto sviluppo software innovativo, codice, piattaforma cloud, pay per use, customer engagement, facilità d’uso, loyalty, flessibilità, nuovi canali commerciali, digitalizzazione. Forse sono più di 10 parole, ma così rendo bene l’idea …

Siete nati nel 2014 ma avete già alle spalle una acquisizione importante di una startup attiva nel settore dei programmi innovativi di fedeltà digitali chiamata Spotonway, come mai questa scelta?

L’entrata nel capitale sociale di Spotonway, società già partecipata tra l’altro da Lazio Innova, LVenture Group e WithFounders, è strategica per il nostro programma di crescita in quanto arricchisce il nostro portfolio di servizi a valore aggiunto per le aziende, in particolare per le piccole e medie imprese che da sempre sognano, ovviamente a costi bassi, di poter avere un programma di fidelizzazione e di pagamenti simili a quello delle grandi catene della ristorazione e della grande distribuzione organizzata.

Spotonway si evolverà e, grazie all’integrazione con i servizi innovativi offerti dalla piattaforma Domec, diventerà il più importante network di punti vendita in cui si potrà collezionare crediti ed utilizzare una App per spenderli in modo semplice ed immediato. E poi, i dati. Un numero sempre crescente di informazioni che confluiranno nei nostri sistemi ci consentirà di anticipare i comportamenti d’acquisto e di aiutare le aziende mass market nell’indirizzare al meglio le proprie offerte commerciali.

Vedremo se il futuro ci darà ragione ma questa non sarà l’unica acquisizione. Da Startupper, ormai trasformato in PMI innovativa, non posso non credere nelle start up che sono nate in questi anni e in quelle che nasceranno in futuro. Bisogna, però, saperle scegliere bene e soprattutto integrarle alla perfezione nel proprio modello imprenditoriale.

Sappiamo che state collaborando con aziende non italiane. Come sono nati questi contatti e come fa una realtà con forti radici nel sud Italia ad avere l’ambizione di trionfare anche sui mercati esteri?

Mi sono sempre ispirato a modelli americani, come dicevo, già nella fase di creazione e lancio di Domec. I contatti nascono da esperienze pregresse, avendo lavorato come Executive Director in una delle più importanti realtà multinazionali nel settore del Payment, la quotata Euronet Worldwide Inc.. Al momento abbiamo fatto solo alcune sperimentazioni in alcuni Paesi per testare il modello di business e soprattutto la tecnologia che abbiamo sviluppato. A breve, però, inizieremo ad aprire sedi commerciali. Partiremo dalla Spagna dove abbiamo già individuato un partner locale, per poi muoverci in America Latina, mercato che conosciamo particolarmente bene.

Chi è il vostro cliente tipo?

Le Banche Retail e quelle on-line, le catene della ristorazione, i supermercati, gli e-commerce ma anche i piccoli negozi che vogliono avviare un processo di digital transformation senza sostenere i costi eccessivi, tipici di questi mondi. La nostra soluzione, infatti, è pay per use. A parte un piccolo investimento iniziale, si paga solo nel momento in cui viene utilizzata la piattaforma e si pagano pochi centesimi di euro per singola transazione. Un po’ come accade per Google, Facebook, Linkedin, Sales Force, HubSpot ed altre aziende che hanno fatto di questo modello il loro cavallo di battaglia.

Aiutate a risolvere i problemi dei vostri clienti oppure a generare nuove opportunità di business?

Hai colto bene in effetti la nostra duplice natura: da un lato siamo in grado di ottimizzare il dialogo delle aziende nei confronti dei propri clienti acquisiti, incrementando l’engagement, attraverso una serie di strumenti come programmi di loyalty, gift card, cash back, instant win, coupon, etc… Ma siamo anche in grado anche e soprattutto di generare nuove opportunità di business, attraverso la veicolazione di prodotti ed offerte su canali alternativi, quali ad esempio i punti vendita SisalPay, oltre 40.000 in Italia, il nostro sito ecommerce domecgo oppure il marketplace delle banche nostre clienti. Quest’ultime sempre più interessate a vendere prodotti e beni digitali alla propria customer base.

Vi occupate anche di sistemi di engagement, quanto credete che questi servizi siano importanti per le banche al giorno d'oggi?

Le banche sono ad un bivio: devono percorrere la strada verso la digitalizzazione e devono farlo a costi bassi visto che i margini da core business si stanno erodendo di anno in anno. I sistemi di engagement hanno svoltato: il cliente è sempre più mobile e “on the go” e come tale l’engagement segue regole nuove. Noi crediamo che questi nuovi servizi siano cruciali.

Quanto è grande il mercato a cui vi rivolgete?

E’ immenso. Basti pensare che solo in Italia il pagamento in contanti è pari all’87% del totale delle transazioni e che il mercato delle carte privative (le cosiddette Closed Loop), quelle che per esempio noi gestiamo in Eataly, è almeno pari a quello delle transazioni (le cosiddette Open Loop Card) che passano sui circuiti Mastercard, Visa e American Express. Un esempio concreto è Starbucks: lo sapete che sulle loro carte prepagate ogni anno ospitano oltre 2 miliardi di dollari? Sono i fondi che ha una banca media come riserve in cassa e qui stiamo parlando di un’azienda che vende caffè. Pensateci.

Quali sono i vostri obiettivi per il 2017?

Per il 2017 abbiamo obiettivi di Budget importanti, raggiungere circa 3 milioni di fatturato di gruppo, andare a consolidare i nostri servizi b2b e finalmente liberare tutte le potenzialità, anche b2c, della nostra Piattaforma DomecGo. Stiamo già testando, inoltre, la nostra Wallet App che consentirà al cliente finale di gestire tutte le sue carte privative con un unico strumento. Ne vedremo delle belle. Sarà un anno entusiasmante!

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