Innovazione tech e open banking: come battere l’inflazione

Innovazione tech e open banking come battere l’inflazione

Tra gli indicatori economici più rilevanti per gli equilibri finanziari di imprese e consumatori, l’inflazione riveste certamente un ruolo chiave. Volendo dare una definizione semplice ed immediata di questo fenomeno, potremmo riferirci ad esso come un aumento generalizzato dei prezzi in un determinato periodo di tempo. Le conseguenze di un movimento dell’inflazione anche di un solo punto percentuale possono condizionare significativamente il potere d’acquisto delle famiglie, le decisioni di investimento dei risparmiatori, nonché il comportamento di imprese, stati e banche centrali.

Il meccanismo cardine che regola il comportamento di pubblico ed organizzazioni in fase di aumento o diminuzione dell’inflazione è tipicamente relativo alle scelte ed alle tempistiche di spese ed investimenti. Visto che l’aumento dei prezzi determina una diminuzione del potere d’acquisto, è molto probabile che chi ha flussi di cassa stabili come la maggior parte dei consumatori preferisca anticipare determinate spese per evitare maggiori esborsi di denaro. Al contempo, il rendimento dei titoli a tasso fisso può divenire insufficiente e determinarne una contrazione del valore sui mercati. Mentre i risparmiatori devono fare i conti con uscite in aumento e risparmi in contrazione, Stati ed imprese devono mettere in preventivo tassi debitori più elevati per continuare ad attrarre investitori per le proprie emissioni obbligazionarie. In linea generale si può correlare un periodo di inflazione galoppante con un generale impoverimento di famiglie e piccoli risparmiatori.

Quando invece si incorre in un periodo di deflazione, ossia di riduzione generalizzata dei prezzi, il rischio è un vero e proprio blocco dell’economia. La prospettiva di una futura riduzione dei costi per l‘acquisto di beni e servizi spinge infatti i consumatori a posticipare tutte le spese non necessarie. Le imprese saranno costrette ad accumulare nei magazzini i propri prodotti o a praticare fortissimi sconti per venderli, con il rischio di non coprire i costi di produzione e mettere in crisi la sopravvivenza stessa dell’azienda. Inoltre, bassi volumi di vendite si ripercuotono sul PIL e sulle entrate fiscali dello Stato, con conseguenze potenzialmente molto serie per l’intero sistema economico.

Abbiamo visto come un andamento erratico dell’inflazione possa avere conseguenze particolarmente impattanti sull’intera economia. Per questo motivo le banche centrali hanno tra i compiti principali proprio il controllo dell’andamento dei prezzi. L’obbiettivo delle politiche monetarie della maggior parte delle banche centrali è un’inflazione positiva ma inferiore al 2%. In altre parole, un costante stimolo per i consumi senza però intaccare significativamente il potere d’acquisto delle famiglie. La Banca Centrale Europea persegue proprio questo obbiettivo: un andamento dei prezzi in aumento controllato non superiore al 2% annuo.

Secondo recenti stime della Banca d’Italia, l’inflazione in Italia nella seconda metà del 2021 non dovrebbe discostarsi molto dall’1,5%. In altre parole, i consumatori dovrebbero essere incentivati ad effettuare i propri acquisti il prima possibile in vista di un rincaro orientativo dell’1,5% su base annua. Normalmente questo stimolo ai consumi dovrebbe dare un impulso alla produzione, ma in un contesto pervaso da un forte pessimismo come quello attuale, ancora fortemente influenzato dalle crisi del debito sovrano, dai ripetuti fallimenti bancari e dalla recente pandemia, i normali strumenti a disposizione della BCE potrebbero non bastare. A causa della scarsa fiducia verso il sistema finanziario, molti consumatori potrebbero non intaccare i propri risparmi per comprare beni non necessari. A farne le spese sarebbero le imprese con fatturati in discesa e l’erario che non vedrebbe crescere le entrate fiscali. Un’economia ferma non riuscirebbe ad aumentare l’occupazione e lo Stato faticherebbe a finanziare nuovi ammortizzatori sociali con il rischio di creare nuove e meno tutelate sacche di disoccupazione. In altre parole, il rischio è che molte famiglie debbano fronteggiare nuove e più gravi difficoltà.

Se le politiche monetarie tradizionali sembrano faticare a contrastare le sfide di oggi, dall’innovazione finanziaria possono arrivare nuove soluzioni capaci di ridimensionare l’impatto della crisi finanziaria sulle famiglie. Un numero sempre crescente di esercenti sta infatti implementando nuove modalità di pagamento capaci di ridurre -se non annullare- l’impatto dell’inflazione sul prezzo al consumo di molti beni e servizi. Nell’importo di uno scontrino, infatti, i consumatori pagano anche una quota dei costi che l’impresa sostiene per l’esecuzione dei pagamenti. Sia per la gestione dei contanti che per le transazioni con le normali carte di pagamento, infatti, gli esercenti sostengono costi che ribaltano poi sui consumatori. Se per i pagamenti con monete e banconote, i negozi sostengono una serie di costi difficilmente quantificabili, le commissioni bancarie per i pagamenti con le carte si attestano mediamente intorno al 2% dell’importo della transazione. In altre parole, su uno scontrino di 100 euro, solo 98 vengono effettivamente accreditate all’esercente. I pagamenti effettuati attraverso Open Banking consentono invece di ridurre drasticamente questi costi e consentono transazioni veloci e sicure che normalmente impattano su uno scontrino di 100 per pochissimi centesimi. Il 2% non dovuto alle banche potrà quindi essere distribuito a vantaggio di imprese e consumatori.

Il vantaggio di scegliere Open Banking per le transazioni quotidiane, come la spesa al supermercato, il pieno di benzina o gli acquisti sugli e-commerce, significa quindi poter risparmiare sulle significative commissioni bancarie. Un risparmio che al momento supera l’inflazione stimata da Banca d’Italia e che può quindi rendere indenni i consumatori dal relativo impatto. Al contempo, questi vantaggi economici si ripercuotono sulle imprese, i cui fatturati non saranno falcidiati dalle commissioni e sul gettito fiscale per lo Stato. Anche i flussi di risparmio periodico che alimentano piani di accumulo o polizze assicurative possono beneficiare delle commissioni irrisorie rese possibili da Open Banking e consentire ai piccoli risparmiatori maggiori rendimenti. Il meccanismo è semplicissimo: un 2% risparmiato è un 2% guadagnato!

Yapily lavora quotidianamente per rendere i pagamenti veloci, sicuri ed economici. Scegliere di pagare attraverso Open Banking significa quindi guardare al futuro e salvaguardare i propri risparmi ed il proprio potere d’acquisto. Ma significa anche supportare le imprese che hanno deciso di investire in innovazione e di anteporre gli interessi dei propri clienti e dell’intero sistema economico italiano al meccanismo di commissioni che ha imperato per lunghi anni. Contrastare gli effetti negativi dell’inflazione è quindi possibile, ed è anche la soluzione più semplice e sicura per completare i propri pagamenti. Open Banking e le soluzioni di pagamento innovative sono ormai a portata di click per tutti noi.

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