- 16/06/2022
Negli anni più iniziative del governo italiano hanno provato a ridurre l’uso del contante in Italia invogliando i cittadini a utilizzare le carte di pagamento come il bancomat e le carte di credito o di debito.
Alcune di queste iniziative sono poi state accantonate, mentre altre procedono e con varie scadenze entreranno in vigore nei prossimi mesi o entro pochi anni.
L’obiettivo dichiarato è ridurre l’evasione fiscale in Italia che, secondo la Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza del 2021 presentata dal Ministero dell’Economia, si aggira intorno ai 189 miliardi di euro in termini di valore aggiunto generato dal sommerso economico.
Non è, tuttavia, solo una questione di sommerso. Ci sono anche altri motivi che spingono i cittadini e le cittadine italiane ad essere ancora affezionati all’utilizzo del contante e meno alla moneta elettronica o ad altre forme di pagamento come i bonifici.
Il nostro obiettivo è appunto analizzare tutti gli aspetti, a partire dall’uso del contante in Italia, i motivi che spingono molte persone a preferire la carta moneta e quali incentivi all’uso delle carte di pagamento saranno introdotti a breve e in futuro.
L’uso del contante in Italia
Negli ultimi 11 anni più governi hanno provato a limitare l’uso del contante in Italia. La prima iniziativa risale al 2011 con l’introduzione del tetto al contante a 1.000 euro poi rivisto al rialzo dai governi successivi.
Adesso si torna al passato, ma a piccoli passi. La legge 25 febbraio 2022 n. 15 stabilisce che fino al 31 dicembre del 2022 il tetto all’uso del contante è pari a 2.000 euro, oltre tale soglia i pagamenti devono essere effettuati con modalità tracciabili come le carte di pagamento o un bonifico, oppure utilizzando dei wallet digitali di pagamento.
Dall’1 gennaio 2023 scatterà una ulteriore limitazione che abbasserà il tetto a 1.000 euro per qualsiasi operazione di trasferimento di denaro, o per acquisto di beni e servizi.
Non l’unica iniziativa del legislatore, poiché dal 30 giugno 2022 scattano le sanzioni per i commercianti che non si sono ancora dotati di POS in negozio per consentire ai clienti di pagare con moneta elettronica.
L’obbligo di dotarsi del POS esiste dal 2013, ma continue proroghe hanno dilungato i tempi di adeguamento fino all’1 gennaio 2023. Il recente decreto cosiddetto “Pnrr 2” ha anticipato di sei mesi l’entrata in vigore dell’obbligo. Non ci sono più scappatoie e per i commercianti è prevista anche una sanzione pari a 30 euro, con l’aggiunta di un 4% del valore della transazione rifiutata.
Perché tutti usano ancora il contante?
L’Italia è terzultima in Europa per uso dei pagamenti digitali con 61,5 transazioni pro capite. A dirlo il settimo rapporto della Community Cashless Society 2022, presentato a marzo durante il Forum Ambrosetti.
Il rapporto mette in evidenza dati interessanti, alla base di una Italia ancorata al contante non ci sono soltanto fattori culturali ma anche una scarsa accessibilità ai sistemi di pagamento elettronici che, si sottolinea, futuri investimenti sulla digitalizzazione del paese potrebbero aiutare.
Va ricordato, infatti, che i POS richiedono una connessione internet per poter operare e in Italia un numero non irrilevante di piccoli paesini viaggiano ancora con connessioni molto lente.
La ricerca ha messo in luce un dato positivo ed è la propensione di 7 italiani su 10 a voler utilizzare di più i metodi di pagamento cashless, mentre 6 italiani su 10 hanno dichiarato di voler ridurre l’uso del denaro contante in futuro.
Il nuovo algoritmo dell’Agenzia delle Entrate per diminuire l’evasione fiscale
L’Agenzia delle Entrate è dotata da anni di un sistema denominato “SERPICO” in grado di operare in sola lettura perché a più riprese bloccato dal Garante della privacy che ne ha più volte rilevato i rischi per la riservatezza dei dati e delle attività dei cittadini.
Dopo lungo tempo si è giunti a una nuova versione della piattaforma dell’Agenzia delle Entrate che fa uso anche di algoritmi intelligenti e, soprattutto, oggi è in grado di anonimizzare i dati dei cittadini analizzando soltanto i profili di rischio.
Il sistema informatico a disposizione anche della Guardia di Finanza, ha la capacità di analizzare i dati finanziari dei conti correnti, delle carte di credito, delle spese sanitarie e di controllare i registri immobiliari e mobiliari. I dati del contribuente saranno sostituiti da uno pseudonimo fino a quando i profili di rischio non faranno scattare la notifica di accertamento o un invito a saldare il debito.
I nuovi incentivi per l’uso delle carte nei pagamenti
La misura del cashback sui pagamenti effettuati con bancomat e carte di credito è stata accantonata già nel corso del 2021 e anche la lotteria degli scontri non è stata rinnovata a causa di una scarsa adesione rilevata.
Confcommercio di recente ha suggerito al governo italiano di potenziare la legge sui crediti d’imposta sulle commissioni pagate dall’esercente e di prevedere l’abbattimento delle commissioni e dei costi anche dal lato dei consumatori, quando questi utilizzano le carte di credito e di debito per effettuare acquisti in negozio.
Una legge a tale riguardo esiste già dall’ottobre del 2019 ed è stata poi potenziata con uno sconto sulle commissioni del 100% fino al 30 giugno 2022, sempre nella forma del credito d’imposta.
Dal lato del cittadino, dunque, al momento non sono previsti dal governo incentivi economici all’uso delle carte dei pagamenti.
Tutti gli incentivi all’uso del POS
Se dal 30 giugno 2022 l’uso del POS diventerà obbligatorio, è anche vero che a partire dalla stessa data il credito d’imposta sulle commissioni tornerà al 30% come inizialmente previsto dalla legge del 19/12/2019 n.157. Possono accedere al credito d’imposta sulle commissioni le imprese, gli artigiani e i commercianti con ricavi e compensi fino a 400 mila euro.
Inoltre, fino al 30 giugno 2022 sarà possibile per i commercianti accedere al credito d’imposta per l’acquisto, il noleggio e l’utilizzo del POS fino a un credito massimo di 160 euro.
Discorso a parte per chi si dota di sistemi evoluti di incasso che permettono di memorizzare e trasmettere i corrispettivi per via telematica.
In questo caso resta il bonus del 100% sulle commissioni fino a un importo massimo di 320 euro per le attività con ricavi non superiori ai 200 mila euro, mentre scende al 70% per le attività con ricavi fino a 1 milione di euro e al 40% per le attività che incassano oltre 1 milione di euro e fino a 5 milioni di euro l’anno.
Si arriverà ad una carta unica?
Nel 2019 il governo aveva lanciato un progetto per arrivare in breve tempo a una carta unica che nelle intenzioni dovrebbe condensare in un solo supporto evoluto la tessera sanitaria, la carta di identità, l’identità digitale e la possibilità di aprire un conto corrente presso le poste o una banca.
Un progetto avveniristico, del quale al momento si attendono le future evoluzioni ed eventuali sperimentazioni.