- 08/06/2022
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La risposta di Binance alle accuse di aver riciclato 2,35 miliardi di dollari non si fa attendere, ed è il CEO in persona a rispondere con un tweet in cui annuncia che l’exchange ha deciso di rendere pubbliche le comunicazioni avvenute via posta elettronica tra il cyber security team dell’exchange e i giornalisti.
“Si tratta di oltre 50 pagine di scambi di informazioni via posta elettronica tra il nostro team di sicurezza informatica e i giornalisti che fanno ‘cherry picking’, sono fuorvianti e che fanno perdere tempo”, scrive su Twitter Changpeng Zhao aggiungendo che “se hai tempo da perdere, leggi tu stesso i dettagli e la verità”.
L’agenzia di stampa Reuters lunedì 6 giugno ha pubblicato una inchiesta dettagliata, con cui accusa apertamente Binance di non aver elevato le pur esistenti barriere contro soggetti criminali in cerca di piattaforme di scambio attraverso cui riciclare i loro proventi illeciti.
Reuters non solo accusa Binance di non aver fatto nulla dal 2017, e fino alla metà del 2021, per arginare il fenomeno del riciclaggio di criptovalute rubate dagli hacker da altri crypto exchange, ma accusa la società crypto di non aver fatto molto anche nei confronti del riciclaggio di proventi economici provenienti dalla vendita di droghe sul darkweb.
L’inchiesta di Reuters riporta che dal 2017 al 2022 compratori e venditori di droga su Hydra, una delle maggiori piattaforme del darknet dove si acquista droga, avrebbero usato account Binance per le loro operazioni finanziarie.
La risposta di Binance
Secondo quanto riporta Binance in un lungo comunicato datato 7 giugno, contro il settore delle criptovalute permane una campagna di disinformazione al cui centro troviamo il tema del riciclaggio di denaro che le crypto favorirebbero più e meglio del denaro contante.
Purtroppo, si legge nell’incipit del comunicato stampa di Binance, “il nostro settore (delle criptovalute, ndr) più e più volte si trova a dover affrontare di questi problemi, poiché parti interessate continuano a diffondere disinformazione o a fuorviare di proposito le persone omettendo fattori fondamentali, come ad esempio la maggiore efficacia della crittografia rispetto al sistema bancario tradizionale” nell’accendere un faro sulle attività illecite e nel tracciarle.
Binance afferma che Reuters è tra quei “media più stimati” che in più occasioni hanno pubblicato articoli che, secondo l’exchange, contengono versioni dei fatti piene “di falsità, di conclusioni affrettate e si basano su dati scadenti”.
E rincarando la dose, l’exchange di criptovalute invita il lettore a ignorare questi dati che si “basano su fughe di notizie” e che servono solo a screditare le criptovalute per interessi di parte.
Binance: nessuno è perfetto, ma leggi i fatti
L’invito di Binance è a guardare ai fatti, pur ammettendo che il settore e anche loro non sono perfetti.
La società invita a guardare all’innovazione che sta apportando la crittografia nei sistemi di pagamento, senza nascondere che loro, come anche i regolatori, sono tutti alla ricerca di “un quadro normativo appropriato”.
I fatti che presenta Binance sono quelli pubblicati da Chainalysis, la società di analisi dei dati blockchain. Quest’ultima, scrive Binance, ha verificato che lo 0,15% delle transazioni crypto effettuate nel 2021 possono essere associate ad attività illecite.
Il denaro contante resta il principale mezzo di pagamento per i traffici illeciti
Binance riporta come fatti, anche i dati di una ricerca dell’ONU secondo cui sul totale degli scambi avvenuti con il denaro contante, il 2%-5% è stato usato per portare a termine attività illecite.
Il denaro contante usato per attività illecite (traffico di droga, armi, usura, tratta degli esseri umani, ecc.) si aggira su una cifra compresa tra gli 800 miliardi di dollari e i 2 mila miliardi di dollari.
Il botta e risposta (via e-mail) tra Binance e Reuters
Cosa riportano le email pubblicate da Binance? Esse contengono il botta e risposta tra i giornalisti Reuters che si sono occupati della recente inchiesta e il responsabile della comunicazione di Binance Patrick Hillman.
Reuters aveva inviato un documento di 14 pagine con cui chiedeva all’exchange di chiarire alcuni punti riguardo a vari accadimenti poi riportati nell’inchiesta, tra cui l’uso di Binance da parte degli hacker del gruppo nordcoreano Lazarus, l’uso di account per riciclare il denaro derivante dall’attività di vendita della droga su Hydra.
Binance ha offerto delle risposte alle domande poste, ma ha anche riferito a Reuters che su alcune questioni non potevano essere più precisi se l’agenzia di stampa non condivideva con loro dati specifici e circostanziati, come indirizzi di wallet e transazioni specifiche a cui si riferivano. Informazioni che Reuters non ha voluto condividere per ragioni di segreto giornalistico.
Concludendo
Il contenzioso tra l’exchange Binance e i media resterà aperto e non sarà la pubblicazione delle e-mail che testimoniano lo scambio tra Reuters e l’exchange a far desistere anche altri media dall’indagare il settore delle criptovalute.
Come Binance ha cercato di far notare, resta aperta la strada battuta da tutti gli attori che fanno parte di questo settore nel cercare un quadro normativo ampio e condiviso che aiuti società, consumatori e regolatori a muoversi in sicurezza, e a punire i trasgressori.
La tecnologia corre veloce e spesso anticipa le capacità normative dei governi, ma apre anche prospettive di crescita nuove a beneficio di quella maggioranza di persone che opera nella legalità.