Il 30 giugno arriva la MICA: le banche potranno emettere token di moneta elettronica.

Moneta elettronica e token di monete

Ho fondato First personal coin con l’obiettivo di avvicinare il mondo bancario e finanziario al web 3.0. lo vorremmo fare con un posizionamento strategico, ovvero non siamo qui per fare storytelling ma per incidere a lungo termine e per portare immediati benefici economici perché non è più tempo di piani a lungo termine.

Un primo ingaggiante tema viene dalla possibilità di emettere token di moneta elettronica oltre alla moneta elettronica tradizionale. Tradizionale ma moderna se pensiamo che il primo Istituto di moneta elettronica italiano è stato pensato circa venti anni fa (e posso dire che io c’ero).

Infatti dal prossimo 30 giugno gli istituti di moneta elettronica (e gli istituti bancari), che attualmente emettono moneta elettronica tradizionale, nel quadro del regolamento MICA potranno avvalersi della facoltà di emettere token di moneta elettronica.

Da un altro punto di vista le società crypto che emettono stablecoin o payment token per operare in Europa dovranno ottenere una licenza.

Differenza tra moneta elettronica e token di moneta

La prima domanda da farsi è: che differenza c’è tra le due monete elettroniche?

Molto poca anche se le norme sono scritte da due mani diverse in due tempi diversi, quindi con consapevolezza sia tecnologica che di sistema molto diversa.

Siamo in entrambi i casi di fronte a prodotti disegnati dal legislatore che, non mi dilungo nell’ analisi legale, ha separato chiaramente e casomai ribadito con nuove parole la tutela dell’utilizzatore, il ruolo degli intermediari e le implicazioni della tecnologia decentralizzata.

Sono ovviamente confermati i pilastri della monetica ovvero pronta rimborsabilità e divieto di prevedere interessi ed una serie di addentellati giuridici che confermano che in entrambi i casi parliamo di moneta elettronica.

Importanza del white paper per i token di moneta elettronica

La differenza più evidente tra le due monete elettroniche riguarda la presenza del white paper nel caso dei token di moneta elettronica, questo per ribadire che di token si tratta anche se hanno le caratteristiche della moneta elettronica e sono emessi da istituti bancari o Imel.

Per chi si fosse distratto negli ultimi 10 anni il white paper è la base di ogni progetto cripto, un documento dettagliato che mira a educare il suo pubblico, costruire fiducia, guidare le decisioni di chi legge con una narrazione strategica che dovrebbe combinare la precisione di un'enciclopedia con la persuasività di un messaggio pubblicitario.

Un white paper ben scritto dimostra la competenza e la serietà dell'azienda, è uno strumento perfetto per stabilire un marchio come leader del pensiero nel proprio settore. Un tipico white paper inizia con un'introduzione al problema, seguita da una panoramica dettagliata del contesto e delle sfide esistenti. Successivamente, presenta nuove idee o tecnologie come soluzioni, supportate da dati, ricerche e casi di studio. Infine, conclude con un riassunto delle informazioni presentate e una chiamata all'azione, spingendo i lettori a compiere il passo successivo, sia esso un contatto, un acquisto o una semplice riflessione.

Disintermediazione dei circuiti bancari

Una differenza meno evidente ma sostanziale sta nelle possibilità della tecnologia: mentre i pagamenti con moneta elettronica tradizionale passano nei circuiti bancari e per mettere in contatto cliente e merchant devono coinvolgere issuer, acquirer, banche e circuiti, i token di moneta elettronica possono passare direttamente dal wallet del cliente ad un sito di e-commerce che sia dotato di una estensione nel web 3.0 e possa quindi ricevere direttamente ed immediatamente il pagamento in token dal wallet del cliente.

Parecchi soggetti vedono sfumare se non scomparire il proprio ruolo e bene ha fatto il legislatore (qualcuno dice inconsapevolmente, tenendo conto di alcune superficialità evidenti nella normativa che viene in vigore a partire dal prossimo 30 giugno) a definire un quadro ampio ma preciso che corre il rischio di sembrare complesso ma risponde in verità ad una realtà che è complessa e riesce a tenere conto delle varie differenze tecnologiche.

Come si stanno muovendo gli Incumbent

Portare il discorso sui soggetti protagonisti del futuro dei token di moneta elettronica ci porta ad altre domande: questi nuovi token stanno arrivando? gli operatori della moneta elettronica tradizionale si stanno attivando per proporre questi nuovi prodotti? e i grandi protagonisti dei token di pagamento ad oggi deregolamentati si stanno indirizzando verso lidi normativi più solidi?

L’interesse del mercato e degli utilizzatori in generale sarebbe per una risposta positiva, la concorrenza porta sempre a prodotti migliori quando non anche minori costi e i token di moneta elettronica sembrano essere grazie al white paper un prodotto chiaro e duttile ma la risposta è invece negativa.

I grandi operatori di token di pagamento non sembrano affatto intenzionati ad aderire alla normativa europea e si difendono dietro la possibilità prevista dalla legge che siano i clienti di propria iniziativa a chiedere i servizi stessi. Il tenore dei commenti è “non siamo noi ad offrire i prodotti ai clienti europei ma sono i clienti europei che per la evidente internazionalità dei servizi comprano i nostri token”. Questo però implica che i grandi emettitori di token non facciano più pubblicità ai loro token, non usino lingue della comunità europea (perciò possono usare l’inglese ... sigh) e confidino solo sulla grande notorietà già raggiunta per mantenere le quote di mercato.

La posizione potrebbe essere diversa per gli operatori che maneggino questi token, per esempio sarà possibile per un exchange convertire euro in USDT, o viceversa? Non abbiamo una risposta sicura ma potremmo avere una prospettiva da una recentissima notizia che riguarda Kraken.

Kraken è una piattaforma di scambio di criptovalute fondata nel 2011 da Jesse Powell a San Francisco, nota per la sua sicurezza e ampia gamma di asset digitali disponibili per il trading. Kraken oggi è uno dei principali exchange al mondo, offrendo anche una amplissima gamma di servizi finanziari e tecnologici a fianco al core business dell’exchange crypto centralizzato.

E’ filtrata la notizia (poi smentita) che Kraken stesse valutando se interrompere il supporto per Tether (USDT) nell'Unione Europea. Questa decisione sarebbe molto ragionevole e prudente a causa del nuovo quadro normativo europeo sui cripto-asset che entra in vigore il prossimo 30 giugno.

Le piattaforme di exchange devono occuparsi delle implicazioni normative e alcuni stanno esaminando l'impatto sulle operazioni dei propri clienti nell'UE. Kraken non ha ancora preso una decisione definitiva e continua a monitorare la situazione ma potrebbe diventare l’esempio per tutto il mercato europeo, magari anche a seguito di un intervento dei Regolatori.

Dall’altro lato anche gli operatori vigilati non sono molto attivi per una serie di motivi ma in questo quadro le startup con vocazione al mondo dei pagamenti possono avere un ruolo importante proponendo e supportando nuovi modelli tecnologici e di business.

Chi meglio delle startup può portare innovazione dei pagamenti online grazie alla loro agilità e creatività introducendo soluzioni tecnologiche avanzate come la blockchain, l’intelligenza artificiale, il machine learning per migliorare la sicurezza, la velocità e l'efficienza delle transazioni, tutto ciò basato su token da grandi possibilità e prospettive.

Non si tratta di una sfida nuova basta pensare alle opportunità perse o colte da altri provenienti da ambito internazionale nella corsa ai pagamenti online ed in mobilità, prendiamo per esempio il caso di PayPal a lungo rappresentato come alternativo al mondo tradizionale ed oggi pilastro del sistema dei pagamenti.

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Mariano Carozzi

Imprenditore nel Reg-tech con 20+ anni in fintech, ha co-fondato aziende di successo, utilizzando tecnologie blockchain. Ora, come fondatore di First personal coin, sta sviluppando modelli di business e prodotti per la finanza personale e sociale in ambienti digitali, sfruttando DAO e una rete di giovani professionisti.

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