- 04/12/2018
Oggi vi presentiamo Kellify, la startup italiana che usa l'intelligenza artificiale per estrarre valore dai dati e permette, attraverso un approccio quantitativo, di compiere i corretti investimenti.
Ecco l’intervista con il fondatore e CEO, Francesco Magagnini.
Ciao Francesco e benvenuto nel nostro blog. Non vediamo l’ora di saperne di più.
Iniziamo!
Parlaci un po' di cosa è Kellify oggi?
Kellify è una fintech che può essere utilizzata da chiunque si occupi di investimenti e industria per migliorare le capacità predittive e trasformare beni quotidiani (talvolta tipicamente illiquidi) quali opere d'arte, auto d’epoca, vini pregiati, materie prime ed energia in asset class alternative e che fa dell’intelligenza artificiale il proprio carattere distintivo. Il nostro obiettivo dichiarato è quello di disegnare prodotti che cambieranno il modo in cui i valori dei beni vengono rilevati e previsti, consentendo a investitori, utilizzatori o, perché no, assicuratori, di trarre vantaggio dalle insights che la nostra intelligenza artificiale è in grado di fornire da una posizione privilegiata e indipendente.
Quali sono le sfide maggiori che devi affrontare ogni giorno?
Il mio ruolo sta nel disegnare e promuovere tutti i modi per far crescere la mia startup, dal punto di vista tecnologico e di prodotto, dall'esperienza dell’utente alle migliori partnership, attraendo i migliori talenti globali. Avere il coraggio di essere resilienti e di creare relazioni resilienti all'interno del team e del proprio ecosistema.
Dal punto di vista del prodotto la sfida più grande è quella di andare nella direzione di una maggiore consapevolezza nella gestione dei risparmi.
Scegliere come investire piccole o grandi cifre accantonate è un esercizio di consapevolezza e libertà che solo infrastrutture chiare e trasparenti possono rendere possibile. I nostri prodotti devono essere in grado di sostenere performance soddisfacenti e continuare a incuriosire e sorprendere per i dettagli e la qualità, ma allo stesso tempo chi investe deve poter pensare che il vero protagonista è lui stesso.
Avere una corretta, chiara e trasparente percezione della filiera consente di attrarre la curiosità dell’investitore, aumentare la sua fiducia e permettere la condivisione di attività umane di successo. Le Fintech giocano oggi un ruolo chiave in questa nuova proposition.
Cosa si intende per investimenti alternativi?
Gli investimenti alternativi comprendono il venture capital (si, le startup), materie prime, metalli preziosi, monete rare e opere d'arte. Asset che presentano una bassa correlazione con azioni e obbligazioni, difficili da valutare e generalmente meno liquidi rispetto agli investimenti tradizionali.
Kellify è in grado di ricomprendere sotto la definizione di “alternativi” una molteplicità di investimenti per i quali non esiste una definizione univoca e ai quali siamo in grado di approcciare in maniera sistematica e quantitativa.
Quanti siete attualmente nel team e quali sono i profili, se ci sono, che ricercate maggiormente?
L'azienda è nata a metà del 2017 e conta ad oggi 16 persone che crescono di 3-4 al mese, anche grazie alle tante ragazze imprenditrici (al momento il 55%) che scelgono di unirsi al nostro team globale per le funzioni più disparate: data science, product, user experience.
Oggi siamo presenti in Italia e in Svezia e nella prima metà del 2019 apriremo a New York per agevolare l’ingresso nel mercato americano e per continuare la talent acquisition nei migliori hub globali: in Kellify uniamo alle performance outstanding un nuovo modo di approcciare il settore fintech, fatto di trasparenza e di impatto nell'economia reale.
Nel 2018 avete chiuso un importante round di finanziamento da 1,7 milioni di dollari, chi sta credendo nella vostra idea?
Il nostro early venture round si è chiuso nella primavera 2018 con una syndication di investitori privati composto da business angel del settore digital, fintech (come Alberto Adorini, ex CEO di Payleven, ora in Fabrick di Banca Sella), manager (tra i quali Riccardo Bianco, ex CEO di Spontex, ora business angel seriale) e imprenditori. Investitori che ci hanno permesso di fare il salto di qualità e che stanno continuando a supportare la nostra attività anche in vista dell’imminente Series A.
Tra qualche anno, probabilmente ci sarà un detto popolare che più o meno farà così "Si fa presto a dire... Intelligenza Artificiale", Kellify nello specifico quali tecniche di Intelligenza Artificiale utilizza maggiormente e a quale scopo?
Il machine learning (il campo di studio che dà ai computer l’abilità di apprendere e realizzare un compito senza essere esplicitamente programmati a farlo) affina il motore di analisi nel cuore del nostro robo-advisor per farlo diventare più sofisticato, flessibile e robusto nel tempo. La natura dinamica e non strutturata dei settori alternativi (talvolta neanche “mercati” veri e propri) si presta ottimamente a modelli basati su artificial neural network e q-learning, in grado di aiutarci a selezionare i migliori investimenti con l’anticipo necessario.
Grazie Francesco per questa intervista, continueremo a seguire l'evoluzione di Kellify, tienici informati sulle novità che, siamo sicuri, vi riguarderanno da vicino e buona fortuna!