- 27/09/2021
L’obbligo di fatturazione elettronica tra privati (B2B) e verso i consumatori finali (B2C) è entrato in vigore il primo gennaio 2019 ed è in scadenza il 31 dicembre di quest’anno. L’Italia ha fatto da capofila in Europa per il primo esperimento di fatturazione elettronica B2B e B2C e le istituzioni nazionali sono così soddisfatte del risultato, che chiederanno alla Commissione di poter proseguire.
C’è infatti la volontà di portare a casa il via libera europeo per altri tre anni di obbligo per l’invio telematico al Fisco di tutte le fatture tra privati. Inoltre, il governo nazionale sta seriamente pensando di ampliare la platea dei soggetti obbligati a fatturare in modalità elettronica. Mi riferisco, nello specifico, a quel milione e mezzo di contribuenti composto da autonomi, professionisti e ditte individuali attualmente in regime forfettario (ossia soggetti alla flat tax del 15%, oppure del 5% per i primi anni di nuove attività), finora rimasto escluso da tale obbligo.
In questo post vediamo insieme a che punto siamo sulla fatturazione elettronica, anche alla luce della riforma fiscale che sta impegnando il Parlamento nel più ampio perimetro del PNRR. Proveremo anche a delineare l’evoluzione dell’offerta da parte dei produttori di software per la fatturazione elettronica.
Lo stato dell’arte e i tentativi di inclusione dell’obbligo di fatturazione elettronica tra i forfettari
La questione dell’allargamento dell’obbligo di fattura elettronica ai forfettari non è nuova. Se n’era già discusso nell’ambito dell’approvazione della legge di Bilancio 2020. All’epoca, complice anche la mancata copertura comunitaria, si scelse di non percorrere la strada dell’obbligatorietà, ma alla fine si optò per la possibilità di scelta, accompagnata da un regime premiale che riduce di un anno il termine a disposizione del Fisco per i controlli sulle partite Iva in flat tax che aderiscono. La scelta è già stata fatta da molti contribuenti, perché, guardando al database dell’Agenzia delle Entrate, risulterebbe che almeno il 38% dei soggetti che applicano questi regimi speciali abbia già aderito volontariamente alla fatturazione elettronica. Insomma, in tanti hanno già deciso di passare al nuovo sistema.
Inoltre, in corrispondenza con la ripresa dei lavori parlamentari dopo la pausa estiva, la proposta di estensione della fatturazione elettronica a quei soggetti che fatturano fino a 65.000 euro annui è tornata d’attualità, in vista della riforma fiscale necessaria per l’accesso ai fondi del PNRR. Queste settimane, infatti, sono ricche di scadenze dettate dall’arrivo degli aiuti europei: dopo la riforma della Giustizia tocca ora proprio a quella riforma del Fisco più volte posticipata. Inoltre, per il 27 settembre è attesa la NADEF, ossia la nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza (il ben noto “DEF”), atto anticipatorio della Legge di Bilancio 2022. Molto probabilmente sarà proprio la Legge di Bilancio a sciogliere il nodo sull’estensione dell’obbligo di fatturazione elettronica, sul quale dovrà poi dare il suo avallo definitivo la Commissione europea.
In attesa di avere un quadro legislativo più chiaro, parliamo ora dei vantaggi di tale estensione, sia per i contribuenti in regime forfettario, sia per le aziende produttrici di software per la fatturazione elettronica.
Perché è sempre preferibile aderire al sistema di fatturazione elettronica anche se si è in regime forfettario
La fatturazione elettronica, come viene specificato in un articolo del Sole24Ore del 18 settembre, è un valido strumento per misurare lo stato di salute dell’economia italiana in questa fase post - pandemica.
Inoltre presenta numerosi vantaggi per i contribuenti in regime forfettario. Al di là del regime premiale, una partita IVA ha alcuni motivi importanti per iniziare a fatturare in formato elettronico:
- Agevolazione dei rapporti con i soggetti obbligati: come abbiamo specificato sopra, dal 1° gennaio 2019 tutti i contribuenti che si trovano nel regime ordinario o semplificato sono obbligati ad emettere fatture elettroniche. Venire incontro alle loro necessità, adottando il loro stesso sistema di fatturazione, sarà cosa a loro gradita. Infatti, in tal modo vengono meno complicazioni organizzative, tra cui l’adozione di un sistema per l’archiviazione delle fatture cartacee inviate da un soggetto in regime forfettario;
- Semplificazione della fatturazione: la fattura elettronica permette di eliminare i documenti cartacei e rendere più facile la fatturazione. In tal modo ci sarà un cospicuo guadagno di tempo da dedicare allo sviluppo sano del proprio business;
- Comodità della conservazione: chi è in regime forfettario e opera con fattura cartacea, deve conservare tutti i documenti fiscali, per poterli esibire in caso di controllo da parte dell’Agenzia delle Entrate. Con la fatturazione elettronica la questione si semplifica: le fatture vengono conservate in archivi digitali, forniti dall’Agenzia delle Entrate o da altri operatori abilitati. Ad esempio, con FINOM è inclusa conservazione sostitutiva delle fatture elettroniche per tutto il periodo obbligatorio.
- Facilitazioni nella riconciliazione bancaria: effettuare la riconciliazione bancaria manualmente o tramite Excel, soprattutto in presenza di molti movimenti, è un lavoro molto impegnativo, perché oltre al confronto sarà necessario registrare manualmente tutti i movimenti mancanti. Per velocizzare questo processo, i migliori software di contabilità prevedono delle funzioni specifiche per la gestione degli estratti conto bancari, che automatizzano al massimo tutte le operazioni di riconciliazione e quadratura. Queste funzioni effettuano l’importazione automatica dei dati presenti sull’estratto conto bancario, semplificano il processo di quadratura contabile e generano in automatico i movimenti contabili di banca.
Fintech e fatturazione elettronica: quali sono le opportunità?
Negli ultimi anni il mercato ha visto crescere e prosperare numerosi sistemi di fatturazione, ma ancora poco si è visto concretamente in merito all’estensione di questi software verso l’integrazione con altri servizi fintech. A mio avviso ci sono almeno tre opportunità da considerare.
La prima è capire come la platea delle partite IVA forfettarie accoglierà l’eventuale obbligo di fatturazione elettronica. Poiché nella maggior parte dei casi gli operatori in regime forfettario sono persone fisiche che svolgono attività professionale in modo autonomo, ed essendo la stessa natura del regime fiscale estremamente semplificato, c’è da chiedersi se nasceranno servizi specifici creati ad hoc per questa tipologia di clienti.
In secondo luogo, c’è da interrogarsi sull’ appetito degli operatori fintech nei confronti dell’estensione del servizio bancario anche alla fatturazione: gli operatori in regime forfettario saranno prima o poi nuovi clienti per i software di fatturazione elettronica. Per questo gli operatori bancari potrebbero decidere di integrare il servizio di fatturazione agli altri servizi già offerti, tentando un cross-sell su una base clienti già attiva e di cui posseggono già molte informazioni.
Infine un’ultima considerazione da fare riguarda gli aspetti legati alle attività dichiarative fiscali: data la semplicità di calcolo del peso fiscale di un forfettario sul proprio guadagno attuale, l’automazione di attività oggi ancora altamente analogiche, come la riconciliazione delle fatture saldate, sarà immediata. Auspicabilmente, quindi, sia il professionista sia il commercialista potranno dedicarsi di più ad attività con più elevato valore aggiunto, lasciando la gestione della contabilità del forfettario al software di fatturazione scelto.
FINOM crede in queste opportunità e per questo motivo offriamo un prodotto integrato di fatturazione e (a breve) di pagamento per semplificare la vita dei professionisti che in questo modo potranno centralizzare non solo l’amministrazione della propria società, ma anche le spese e la fatturazione in un’unica interfaccia ad un unico prezzo. Così il commercialista, tramite accesso dedicato, potrà ottenere informazioni sempre aggiornate per compilare la dichiarazione.