- 09/08/2019
La PSD2 è entrata in vigore a gennaio 2018. Inizialmente questo evento è stato annunciato come la fine del sistema bancario tradizionale. La minaccia dei nuovi attori fintech sembrava reale e urgente.
Tuttavia, nell'ultimo anno il lancio della PSD2 e dell'Open Banking non è stato così drammatico o dirompente come previsto. I servizi di Payment Initiation Service Providers (PISP), ovvero prestatori di servizi di pagamento che offrono a tutti gli utenti, che hanno un conto di pagamento online, la possibilità di avviare un’operazione di pagamento direttamente dal proprio conto (ad es. per l’acquisto di beni o servizi tramite internet) senza l’utilizzo di una carta di credito sono ancora rari e non hanno ancora dimostrato il loro valore rispetto alle app bancarie tradizionali.
Ciò è in parte dovuto alla schiacciante mancanza di consapevolezza pubblica e alla reticenza delle banche tradizionali a promuovere l'Open Banking a causa della loro mancanza di progressi. Le banche stanno pian piano introducendo le possibilità di consolidare dei dati, attraverso gli aggregatori, che consentono ai clienti di visualizzare i loro saldi e le transazioni da conti correnti esterni.
Banca 5, l’istituto di Intesa Sanpaolo, è la prima banca italiana a operare come Third Party Provider (TPP) grazie alla piattaforma di Open Banking sviluppata da CBI Globe (Global Open Banking Ecosystem). La Banca Popolare di Sondrio invece ha sviluppato grazie a Epiphany, InstaPay, una app che permette di effettuare pagamenti istantanei in maniera semplice e in qualsiasi momento dall'app bancaria.
Questi esempi, tuttavia, non significano che l'Open Banking non rappresenti più una minaccia per gli operatori storici, ma solo che lo sviluppo si è mosso in una direzione più lenta e leggermente diversa.
L'opportunità di collaborare con le fintech
Le piattaforme e le partnership con i vari TPP, attraverso l’interconnessione tra banche e le “Terze Parti” avviene tramite le API (Application Program Interface) ed è la vera opportunità per le banche di introdurre nella loro offerta servizi che sarebbero difficili da costruire internamente partendo dal proprio stack tecnologico o cultura aziendale. sulla propria tecnologia o che non sarebbero applicabili a tutti i clienti. Gli operatori storici devono cogliere questa opportunità ora, se non vogliono rischiare di restare quote di mercato a favore delle challenger banks.
Una delle opportunità attualmente disponibile è la possibilità di introdurre un marketplace di servizi di terze parti che può essere "collegato" all'app e al sistema della banca eliminando la necessità di costruirsi autonomamente una soluzione. Le fintech stanno sviluppando piattaforme innovative a un ritmo che non può essere sostenuto da parte delle banche appesantite da sistemi legacy e enormi quantità di dati. Collaborando con fornitori di terze parti (TPP), le banche possono ottenere rapidamente nuove soluzioni senza dover competere con le imprese fintech, più rapide e snelle sopratutto a livello di organizzazione, tecnologia e cultura aziendale.
Il vantaggio per i clienti
L'open banking non promette vantaggi solo per le banche, ma anche per i clienti. Uno dei principali vantaggi per il cliente è la libertà di scegliere i servizi e gli strumenti più idonei e utili per loro. C'è una tendenza generalizzata da parte delle banche di offrire prodotti e servizi standardizzati, indipendentemente dalle necessità reali del cliente. La PSD2 permetterà ai clienti di scegliere le caratteristiche, le linee di credito e gli strumenti che desiderano. Ciò potrebbe avere l'effetto di migliorare l'engagement con la banca, incoraggiando i clienti ad accedere e gestire i loro conti, utilizzando soluzioni avanzata di gestione della finanza personale (Personal Financial Management, PFM) più in linea con i loro reali bisogni.
Le partnership tecnologiche sono inevitabili
Uno dei motivi più urgenti per le banche di abbracciare il potenziale delle offerte di terze parti è che si tratta di qualcosa di inevitabile. L'innovazione sta già avvenendo e le fintech stanno crescendo in popolarità e sviluppo dell'offerta. Le challenger banks continuano a crescere e c'è un numero enorme di fornitori di servizi fintech che offrono strumenti che vanno dalle microassicurazioni agli aggregatori di dati e servizi finanziari. Le challenger banks non esitano a collaborare con una fintech che offre un servizio o un prodotto prezioso per la loro base clienti, alcuni esempi sono N26 e Revolut che stanno continuando ad ampliare la loro offerta ai clienti integrando servizi e prodotti forniti da altre fintech.
I vantaggi dell'offerta di servizi e strumenti fintech sono evidenti e aumenta l'offerta e lo sviluppo di ecosistemi finanziari innovativi. Gli istituti di credito possono trarre vantaggio dall'Open Banking integrando le API fornite da Third Party Provider (TPP), startup fintech e app over-the-top (OTT) che le aiuteranno a rimanere competitive con le challenger banks, fornendo nuovi strumenti e tecnologie senza l'onere dello sviluppo interno.