- 21/02/2017
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In un futuro ormai non più lontano la scelta delle startup non sarà più un fenomeno circoscritto ad un numero limitato di precursori, affini con le innovazioni tecnologiche, ma sempre più users potranno gustare il potenziale offerto sul palmo della propria mano. Negli ultimi anni il settore finanziario sta subendo diverse trasformazioni condizionate da fattori sociali, culturali e tecnologici. Proprio in questo scenario, di grande stagnazione, vediamo come protagonista la tecno-finanza o meglio il fintech.
Facciamo un passo indietro, come ho conosciuto il fintech?
La crisi finanziari ha sicuramente suscitato in me una grande curiosità, così nel 2008 decisi di iscrivermi alla facoltà di Economia, presso l’università Bicocca, scegliendo l’indirizzo Mercati e Investimenti Finanziari. Finalmente tutte quelle parole come: subprime, rating, spread, credit default swap, euribor, bond ecc. vennero assimilate e contestualizzate ad un’economia debole ed impreparata.
Ovviamente tuttora mi reputo un neofita del settore, ma la costante passione che coltivo per la finanza e l’interesse per la tecnologia non potevano che indirizzarmi verso questo connubio chiamato fintech.
Analizzando il nostro sistema bancario è possibile notare come per anni abbia sviluppato un modello distributivo basato sul concetto della prossimità e presidio del territorio. In passato tale strategia ha rappresentato la leva principale per acquisire nuovi clienti e per raggiungere obiettivi di business. Alcuni dati forniti da Banca d’Italia parlano di una media di 50 sportelli per 100.000 abitanti (40 nel resto d’Europa) e un forte calo della redditività (si passa dall’11,9% del 2006 all’1,8% del 2011). Sulla base di questi dati le banche avrebbero dovuto modificare le proprie strategie, riorganizzare il ruolo delle filiali, adattandosi alle trasformazioni sociali, tecnologiche e alle esigenze dei nuovi consumatori.
Come ben sappiamo, adesso, molte delle nostre banche son chiamate ad approvare piani industriali che prevedono la chiusura di moltissime filiali e costrette a ricapitalizzazioni forzare per rispettare i requisiti di stabilità imposti dalla BCE.
Ormai nel 2017 è difficile parlare di filiali o sportelli ma grazie alle fintech è possibile parlare di Economia 2.0 o di Banca Molecolare. Sempre più operazioni vengono eseguite tramite canali alternativi e da qualsiasi parte del mondo. Le startup raccolgono un bisogno e lo smaterializzano rendendo tutto più comodo, semplice e veloce.
Il tradizionale istituto finanziario non può più essere considerato come soggetto imprescindibile e generatore di valore nelle materie di intermediazione finanziaria. L'attività di produzione dei servizi (di pagamento, di finanziamento e di ottimizzazione del portafoglio) viene svolta da startup o da soggetti che integrano i prodotti finanziari delle banche.
Purtroppo esiste anche un’altra faccia della medaglia: non tutta la popolazione accoglie con rapidità e semplicità quanto offerto dal fintech. Rispetto ad altre realtà europee, il sistema bancario italiano presenta alcune caratteristiche, storiche ed economiche, che rendono il processo evolutivo più lento.
L’Italia è uno dei paesi con maggiori aspettative di vita, questo implica un paese con un’elevata presenza di anziani a cui va sommato il basso tasso di natalità.
Il secondo fattore riguarda la concentrazione della ricchezza nelle mani della fascia di età sopra i 55 anni. Da questi due fattori si evince una clientela avanti negli anni e poco istruita alle tecnologie proposte dalle fintech, ragion per cui sarà necessario puntare forte sull’educazione finanziaria e far avvicinare anche i meno pratici.
Come banking consultant nella vita di tutti i giorni mi occupo di supportare i gestori delle filiali di un importante banca d’investimento. Penso che la collaborazione tra banche e startup sia necessaria affinché le banche possano acquisire nuove tecnologie superando le difficoltà, interne ed esterne, nel lancio di nuovi servizi ed offrire al cliente un’esperienza e gestione del proprio patrimonio sempre più smart ed user friendly.