- 08/08/2018
Provate per curiosità a digitare su qualsiasi motore di ricerca "Facebook" e "banks": sarete sommersi da titoli allarmistici venati di un filo di rimprovero, primo fra tutti quello del Wall Street Journal, la testata che ha dato la notizia, lunedì scorso. "Facebook alle banche: dateci i vostri dati, vi daremo i nostri utenti". Calma, calma. È vero che dopo il caso Cambridge Analytica qualsiasi possibile lontana ipotesi di gestione impropria dei dati delle sue decine di milioni di utenti mette il social network guidato da Mark Zuckemberg nell'occhio del ciclone, ma non dovrebbe essere questo il caso.
Il Wall Street Journal riporta comunque il fatto che Facebook l'anno scorso avrebbe contattato alcuni colossi bancari americani (parliamo di JP Morgan, Wells Fargo, Citigroup e US Bancorp) chiedendo di condividere con la sua piattaforma social informazioni sui loro clienti, che includono saldi di conti correnti e transazioni effettuate con carte di credito e debito. Come? Verrebbe da chiedersi. I miei dati bancari in pasto ai server di questo colosso social? A questo proposito, sempre il Wall Street Journal precisa che l'obiettivo di Facebook sarebbe quello di diventare una piattaforma in cui gli utenti possano acquistare e vendere beni e servizi; è nell'ambito di questi piani che il gruppo vorrebbe discutere con le banche sopra citate, al fine di fornire servizi bancari ai clienti di Facebook Messenger.
La reazione di Facebook non si è fatta attendere e in una dichiarazione ufficiale, un portavoce del social network ha dichiarato: "Come molte aziende online con business commerciali, collaboriamo con banche e società di carte di credito per offrire servizi come chat con i clienti o gestione account...L'idea è che la messaggistica con una banca possa essere migliore di aspettare al telefono - ed è completamente opt-in. Non stiamo utilizzando queste informazioni al di là di consentire questo tipo di esperienze non per pubblicità o altro".
Le grandi banche degli Stati Uniti sembrano essere state più che titubanti al riguardo della richiesta, ovviamente per problemi di privacy sulla condivisione dei dati dei clienti con Facebook, secondo il Journal. Ma in altri paesi, come fatto giustamente osservare da Quartz, le banche non hanno avuto gli stessi problemi. A Singapore, Citigroup offre già un bot di Messenger che consente di controllare il saldo del proprio account, ad esempio. E una banca sudafricana ha recentemente introdotto una funzionalità che consente agli utenti di controllare il proprio saldo dell'account su WhatsApp, di proprietà di Facebook.
Ma intanto, oltre al no di Jp Morgan, Facebook ha incassato anche la secca reazione di Unicredit. Proprio il giorno dopo l'articolo del Wall Street Journal, nel commentare i conti, il ceo del gruppo Jean Pierre Mustier ha reso noto che Unicredit ha interrotto tutta la pianificazione pubblicitaria su Facebook a seguito dei recenti episodi e alla reazione che l’azienda ha avuto, sottolineando che l’istituto “prende molto sul serio l’etica del business” e che Unicredit “non condivide i suoi dati con nessuno”.