- 10/04/2017
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Quando parliamo di equity crowdfunding parliamo di quella tipologia di crowdfunding che consente di raccogliere finanziamenti in cambio di partecipazioni azionarie all’interno del capitale di una o più società. L’investitore che decide di finanziare una startup o PMI innovativa tramite equity diventa quindi socio dell’impresa stessa.
Per i privati si tratta di uno strumento semplice e diversificato per avvicinarsi agli asset non quotati, un modello pensato per generare valore, occupazione e imprenditorialità che dal 2011 vede SiamoSoci protagonista di settore, con una raccolta di oltre 16 milioni di euro a favore di più di 160 progetti innovativi.
Perché investire
Il finanziamento di startup tramite equity crowdfunding non è finalizzato a scovare la prossima Facebook o il primo unicorno italiano. L’obiettivo primario rimane quello di diversificare il proprio investimento ad alto rendimento creando un portafoglio di startup in modo semplice e completamente online.
Le statistiche internazionali dicono che dopo 3 anni di vita, circa il 45% delle startup tende al fallimento, dopo 5 anni questa percentuale si alza al 55%.
Per mitigare il rischio, considerando che spesso ci troviamo di fronte a società con pochi mesi o anni di vita, è necessario strutturare un investimento tra le 10 e le 20 partecipazioni. Puntare su aziende che diventeranno solide piccole o medie imprese e non necessariamente multinazionali miliardarie, compensa le esperienze meno positive.
Secondo la Kauffman Foundation e Nesta il ritorno all'investimento medio di un investitore di startup è di 2,5 volte il totale investito nei quattro anni prima dell’exit e aumenta in proporzione al numero di investimenti realizzati; in media oltre il 100% dopo i primi sei investimenti.
Oltre alla diversificazione dell’investimento è necessario tenere in considerazione altri aspetti tra cui i nuovi sgravi fiscali: chi investe in startup, che si tratti di persona fisica o giuridica, ha diritto a una detrazione fiscale del 30% come previsto dalla Legge di Bilancio 2017 approvata il dicembre scorso.
Investire in equity crowdfunding significa investire nell’economia reale, in imprese che crescono e sono competitive: in poche parole, in quella parte dell’economia che crea ricchezza e genera valore di cui le startup sono parte integrante e sempre più importante. Secondo uno studio di SharesPost Investment Management, investire il 5% del proprio capitale in startup può portare a un ritorno annuo fino al +12% rispetto quello di un tradizionale portafoglio “60 obbligazionario/40 azionario”.
E ancora, così come i team beneficiano del know how degli investitori, anche loro possono incrementare il network verso quei soggetti economici, politici e istituzionali interessati a entrare in contatto con aziende ad alto potenziale innovativo.
Infine si tratta di un mercato d’avanguardia e regolamentato: l’Italia è stato il primo Paese europeo a dotarsi di una regolamentazione strutturale, promossa da Consob. Sotto la sua vigilanza gli investitori sono tutelati e informati sull’attività di investimento e sullo strumento finanziario.
SiamoSoci e Mamacrowd
Da qualche mese abbiamo lanciato Mamacrowd, la nostra nuova piattaforma di equity crowdfunding, strumento ideale per investire in startup innovative in modo semplice e comodo. Rispetto al precedente portale di SiamoSoci infatti, Mamacrowd permette di investire completamente online per qualsiasi ammontare, per cui non è più necessario recarsi in banca per compilare la MiFID; fissa minimi di partecipazione contenuti, da qualche centinaia di euro a poche migliaia e offre un interessante e costante numero di progetti per costruire un portfolio più o meno diversificato di startup innovative.
Ad oggi su Mamacrowd abbiamo chiuso con successo cinque campagne, con una media di overfunding del 218% e 81 investitori per offerta. Nel primo trimestre del 2017 abbiamo raccolto quasi 800mila euro a favore di società protagoniste dei più svariati settori innovativi, tanto emergenti quanto promettenti: stampa 3D, frutticoltura di precisione, app mobile e data analysis, sharing mobility. Tutti progetti accomunati da fattori che corrispondono alla nostra filosofia di offerta: si tratta infatti di startup preselezionate da una rete di acceleratori e incubatori partner esperti, sono promettenti società che già fatturano e che propongono business innovativi validati dal mercato. E fin qui il nostro operato è stato premiato dagli investitori.
In Italia e in Europa
Nel 2016 l’equity crowdfunding in Italia ha raccolto 7,5 milioni di euro, considerate le campagne chiuse con successo al 31/12, su un totale di 91,7 milioni di euro dell'intero comparto crowdfunding (che comprende anche i portali di donation/reward, do it yourself e lending).
Da maggio e dicembre 2016, tra le diverse piattaforme, quelle di equity hanno registrato la crescita più importante: +92% di denaro raccolto con una media di 243.845 euro per ciascuna operazione. Un incremento interessante se si pensa che il 2015 aveva chiuso con 32 milioni di euro, di cui 5,4 per l’equity crowdfunding (+287% rispetto al 2014).
Ancora (molto) lontani dagli altri Paesi europei che, per predisposizione culturale e maggiore flessibilità amministrativa/burocratica, registrano volumi d’affari molto superiori: nel 2015 nel Regno Unito sono stati raccolti 4.348 milioni, di cui 332 con l’equity crowdfunding, in Francia 319 (75 con e.c.), in Germania 249 (23,7 con e.c.) e in Olanda 111 (16,6 con e.c.) .
L’equity crowdfunding crea importanti occasioni d’incontro in cui il valore e le qualità delle persone giocano un ruolo fondamentale. E noi stiamo dalla parte di crede in questi principi che sono motore dell’innovazione.