Educazione finanziaria, un investimento strategico per le fintech

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Educazione finanziaria nell'era Fintech.
L’evoluzione della consapevolezza

Che il fintech sia riuscito a rivoluzionare il nostro rapporto con i soldi – per lo meno nell’ambito della gestione finanziaria – è un dato innegabile.

Come lo è, del resto, il fatto che – nel corso degli ultimi anni – siano emersi importanti interrogativi riguardo alle competenze e conoscenze dei consumatori in questo campo, fattori fondamentali per muoversi senza problemi nel panorama dei servizi finanziari.

Se prima gran parte della gestione finanziaria personale (e non solo) veniva delegata alla banca, oggi una tale attività di mediazione diventa sempre meno necessaria.

L'accesso a informazioni di natura finanziaria – che prima erano limitate a una cerchia ristretta di esperti (gatekeeper, insomma) – in questo tempo presente si allarga, e finisce per includere un’ampia fetta di popolazione, che probabilmente fino a poco tempo fa era distante anni luce da questa materia.

Oggi, grazie alle app finanziarie, alle piattaforme di trading online e a strumenti di gestione finanziaria automatizzata, chiunque abbia uno smartphone (e una connessione internet!) può accedere nell’immediato a una vasta gamma di servizi finanziari.

Questa democratizzazione del settore finanziario ha suscitato l'interesse e la partecipazione di un pubblico sempre più ampio. Tuttavia, si tratta di un processo utile quanto preoccupante.

L'innovazione tecnologica, e in particolare la rapidità dei cambiamenti nel Fintech, ha reso indispensabile la conoscenza dei concetti finanziari di base, nonché delle dinamiche del settore.

Per intenderci, non è più sufficiente (anzi: non è consigliabile) affidare a terze parti la gestione dei propri soldi. Oggi, per sfruttare a pieno le opportunità offerte dal Fintech, è importante avere una solida base di conoscenze finanziarie come punto di partenza. Il che, tra l’altro, spazza via ogni rischio di aspettative tradite, o passi falsi.

L’educazione finanziaria, in questo scenario, gioca un ruolo essenziale, perché garantisce una piena consapevolezza dei rischi e delle opportunità dei servizi finanziari. L’educazione finanziaria, in altre parole, è il primo passo per muoversi con sicurezza e successo nel panorama finanziario digitale.

Quanto è necessaria l’educazione finanziaria in Italia?

In Italia, l’educazione finanziaria rappresenta un punto estremamente critico. Secondo un’indagine dell’OCSE, condotta nel 2020, l'Italia risultava essere il paese con il più basso livello di alfabetizzazione finanziaria nel mondo.

I risultati hanno chiaramente dimostrato che una percentuale significativa di adulti italiani non conosce concetti finanziari fondamentali, come l’interesse composto, l’inflazione o la pratica di diversificazione degli investimenti.

E mentre il Fintech in Italia guadagna terreno, e offre nuove opportunità finanziarie, diventa sempre più urgente colmare il divario educativo. Diventa essenziale, insomma, dare ai cittadini la possibilità di comprendere i meccanismi finanziari, le implicazioni delle tecnologie finanziarie, e le strategie per un utilizzo responsabile.

È innegabile: negli ultimi anni, anche in Italia l’alfabetizzazione finanziaria ha fatto passi avanti. Grazie alle impegno iniziative del governo italiano, e agli sforzi significativi di istituzioni finanziarie e organizzazioni non-profit, abbiamo assistito a un miglioramento nell’educazione finanziaria della popolazione.

Tuttavia, c'è ancora molto da fare per diffondere una cultura finanziaria solida e diffusa. E, in tal senso, il contributo del Fintech ha un peso determinante.

L'educazione finanziaria come driver di crescita.
Così le fintech emergono sul mercato

Investire nell’educazione finanziaria produce effetti interessanti non soltanto sulla popolazione destinataria di tali iniziative, ma anche sulle realtà che si impegnano per portarle avanti – e il riferimento è qui alle società finanziarie in particolare.

L'educazione finanziaria si rivela, infatti, un fattore chiave nella creazione di un ponte solido tra le società fintech e gli utenti finali, e si trasforma così in un vantaggio competitivo prezioso.

Lo dicevamo prima: in passato, il settore finanziario era dominio di esperti; l’introduzione della tecnologia nei servizi finanziari, e le distanze accorciate (o annullate del tutto), hanno dato maggior peso decisionale agli utenti finali, ai consumatori.

Di conseguenza, laddove il Fintech decide di investire nell'educazione finanziaria, dimostra innanzitutto un impegno sincero nei confronti dei propri clienti – clienti che avranno finalmente accesso agli strumenti necessari per prendere decisioni finanziarie informate. E in più, lavora attivamente alla costruzione di un rapporto di fiducia duraturo: a quel punto, il ricorso a un particolare servizio finanziario digitale (come una app, un software, e così via) viene vissuto senza frizioni e, anzi, sorge come scelta spontanea perché basata sia su una consapevolezza reale dei benefici offerti, che sulla fiducia verso la società finanziaria.

Questo vuol dire che l’educazione finanziaria, oltre ad avere un ruolo sociale importante, rappresenta per le imprese del settore un investimento strategico, con un ROI misurabile. Un ritorno che è tanto diretto (ovvero strettamente connesso al rapporto tra una società fintech X e i suoi clienti) quanto indiretto (e cioè legato all’atteggiamento di apertura di una popolazione informata rispetto ai servizi finanziari offerti).

Un'educazione finanziaria accessibile è capace di creare una comunità di utenti informata e impegnata. Utenti che, una volta compreso a fondo il sistema finanziario, sapranno sfruttare a pieno i servizi correlati per trarne il massimo dei benefici.

Strumenti chiave per un’educazione finanziaria accessibile

Per rendere l'educazione finanziaria accessibile a tutti, è importante partire dai numerosi strumenti e canali già disponibili in questa epoca digitale. In tal senso, il supporto di un content creator o di strategist nella produzione di contenuti può dare un contributo notevole. La scelta dei canali e delle piattaforme è, però, anch’essa, un passaggio cruciale.

I social media, per esempio, sono attualmente tra le piattaforme più potenti per diffondere informazioni finanziarie, e quindi per educare le persone su temi di gestione del denaro.

Gruppi e pagine dedicate alle finanze personali – create a nome della società fintech, o come progetto interno a essa – offrono consigli, strategie e risorse utili per migliorare le competenze finanziari, e sono oggi un punto di riferimento per moltissimi utenti.

I blog finanziari sono un altro mezzo efficace per l'educazione finanziaria. Il che include la gestione di blog istituzionali o aziendali, curati dal reparto marketing interno alla società, ma anche il supporto di blogger esperti ma esterni all’azienda.

Condividere conoscenze, esperienze, casi studio e strategie facilita lo sviluppo di una connessione tra brand e utente, mentre contribuisce ad affinare le competenze finanziarie dei possibili acquirenti.

Anche i webinar rappresentano un'opportunità unica per l'apprendimento interattivo. In questo caso, esperti finanziari conducono presentazioni online, e permettono una partecipazione diretta del pubblico – che sarà invitato a porre domande, discutere e apprendere in tempo reale. Eventi virtuali di questo tipo offrono un'esperienza educativa coinvolgente, accessibile e perciò inclusiva.

Al contrario, documenti come i whitepaper approfondiscono tematiche già più complesse, ma coinvolgono direttamente gli utenti a cui sono stati indirizzati – aggiornandoli sui trend, o su nuove pratiche interessanti nell’ambito della gestione finanziaria. Un whitepaper è uno strumento prezioso per chi “vuole capirci di più”, produce un’aura di autorevolezza da cui è possibile trarre enormi vantaggi.

L’obiettivo primario delle società fintech (e non solo: delle insurtech, delle neo-banche e – più in generale – delle realtà che offrono servizi finanziari ai cittadini) deve essere il benessere finanziario dei suoi utenti, che può far prosperare sia l’azienda che lo propone che la società nella sua interezza.

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Daria Costanzo

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