È possibile creare una banca senza la banca?

banca senza la banca

Ci sono una serie di fattori che hanno fatto in modo che l'Italia si trovi attualmente di qualche anno in ritardo rispetto agli altri paesi europei, uno su tutti il Regno Unito, per quanto riguarda il fintech. Tra i molti fattori da ricordare c'è sicuramente una mentalità diffidente poco aperta verso nuove idee e un quadro normativo complesso e oneroso sia dal punto di vista finanziario che dal punto di vista burocratico, senza menzionare la dimensione veramente contenuta di molti seed round, uno dei momenti più delicati nella vita di una impresa. Storicamente a livello di venture capital, i seed round in Italia sono più contenuti rispetto agli altri partner europei. 

Per esempio secondo l'ultimo rapporto Venture Capital Monitor, lanciato da AIFI (Associazione Italiana Private Equity e Venture Capital) e LIUC Università Cattaneo nel 2017 la dimensione media dei seed round è stata di 500.000 Euro, mentre in Spagna la dimensione media di investimenti analoghi si aggira intorno a 800.000 Euro, come riportato nel rapporto Informe Business Angels AEBAN 2017 prodotto dalla AEBAN (Associazione Business Angel Spagnola) e la IESE Business School

Il Regno Unito si è dotato di una normativa e una regolamentazione che permette lo sviluppo e la crescita di iniziative imprenditoriali fintech. Nel Regno Unito il settore è più maturo e con una normativa più stabile che permette agli imprenditori di essere abbastanza sicuri per quanto riguarda i requisiti patrimoniali e gli investimenti che sono necessari per lanciare la propria iniziativa. Anche gli altri paesi europei si stanno avvicinando al modello inglese. In Italia CONSOB e Banca d'Italia hanno già iniziato a fare qualche passo nella direzione del modello inglese, ma bisognerà aspettare ancora un po' per l'adozione di una sandbox, però si sono già dotati di dipartimenti e persone totalmente dedicate al settore fintech.  

Riassumendo nonostante gli aspetti culturali, il livello di investimenti in startup e imprese innovative e l'aspetto normativo anche in Italia è possibile creare una banca senza la banca.

Se nel passato la domanda del titolo avrebbe ricevuto un NO e forse non sarebbe stato nemmeno possibile porla, al giorno d'oggi non c'è più tanta incertezza sulla fattibilità di una banca senza la banca, rispettando ovviamente le regole e le normative (ne avevamo già parlato qui). 

È difficile prevedere come cambierà il settore bancario nei prossimi 12 mesi, sicuramente i giornali e la televisione copriranno questi temi innovativi che sempre più spesso stanno diventando di attualità, dando in questo modo al settore fintech una maggiore copertura mediatica, questo significherà che il cliente finale, spesso scambiato per "l'uomo della strada" o per la "casalinga di voghera", quel tipo di persona che immaginiamo sprovvista di qualsiasi conoscimento rispetto a questi temi, troppo spesso considerati ancora come novità di passaggio o innovazioni effimere, inizierà a scoprire cosa è il fintech e che c'è un nuovo modo di fare banca che sta arrivando. Tutto questo creerà una pressione a livello bancario ed obbligherà le banche a modernizzarsi, impedendogli di continuare a far finta di niente. Quando una persona non è contenta con la propria banca e con i prodotti che gli offrono, ora ha a disposizione una serie di valide alternative e nel futuro l'offerta è destinata a crescere, sostenuta dagli investimenti che continuano a crescere anno dopo anno. In questo modo, quando si le persone leggeranno una notizia sulla carta stampata o ascolteranno una notizia del telegiornale, incominceranno a chiedersi ma perché anche la mia banca non mi offre questo tipo di servizio? la cosa più probabile che succederà in quel caso è che quella stessa persona, che prima si immaginava lontana e distante dal mondo fintech, inizierà a cercare una banca o un servizio fintech che offre quel tipo di servizio.

Se pensiamo al cliente e alle sue motivazioni per valutare o meno queste nuove alternative, sicuramente dobbiamo pensare alla situazione attuale e al loro rapporto attuale con la banca. Solitamente le risposte che otteniamo parlando con la gente e chiedendogli perché ha un conto corrente con la sua banca sono sempre le stesse (provate anche voi, con i vostri amici e famigliari): 

"ho il conto in banca perché devo ricevere lo stipendio, ma la mia banca non mi piace"

Oppure né mi piace né mi fa impazzire, una posizione neutra perché alla fine 

"non si può fare a meno della banca"

È qui che si produrrà il cambio maggiore. Già ora è possibile che il brand che ci piace di più, possa decidere di iniziare ad offrirci anche dei servizi finanziari. La Nutella, per esempio, da diversi anni vince il premio per la marca più amata dagli Italiani. La Nutella, per quanto assurdo questo possa suonare, potrebbe decidere di coprire tutte le nostre necessità finanziarie attraverso l'integrazione e la collaborazione con imprese terze (fintech) che possono coprire totalmente tutte le esigenze del cliente trasformando la Nutella in un marketplace finanziario, oltre che un peccato di gola che ci concediamo. 

Una maggiore atomizzazione e un aumento della concorrenza è sempre una buona notizia per il cliente finale, non solo in termini di condizioni e prezzi, ma anche in termini di accesso ai prodotti finanziari che grazie ai marketplace finanziari sarà più ampio e variegato, permettendo al cliente di ottenere, nel complesso, un miglior servizio.  

I vantaggi per i clienti di un marketplace finanziario rispetto a i clienti di una banca tradizionale sono la libertà di poter scegliere in modo autonomo i prodotti e servizi finanziari che meglio rispondono ai propri bisogni e desideri. La vera sfida per le banche attualmente è la soddisfazione del cliente che passa dall'offerta di prodotti (servizi addizionali e trasparenza), dalla flessibilità (per esempio nella sospensione e riduzione delle rate), e dal rapporto qualità-prezzo fino alla adeguatezza delle comunicazioni e delle informazioni (sopratutto viene sempre più apprezzata la veridicità delle affermazioni). Uno dei punti più critici è sicuramente l'assistenza che viene fornita ai clienti, dove la rapidità, la reazione ai problemi che presentano i clienti deve andare di pari passo ad un buon livello di competenza tecnica e professionalità. All'interno di un marketplace finanziario il cliente può scegliere tra una serie di diversi fornitori di servizi finanziari avendo la possibilità di scegliere i migliori prodotti finanziari che gli permettono per esempio di investire in un fondo che rispetta l'ambiente o nel miglior conto deposito non per forza offerto dall'impresa che mette a disposizione il marketplace finanziario ma per esempio da un'altra fintech. 

La banca sta cambiando, allacciatevi bene le cinture e godetevi lo spettacolo!

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Fabrizio Villani

Cofounder of Fintastico - fintech and insurtech expert

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