- 04/11/2021
Dall'emergenza alla strategia: la digitalizzazione delle PMI italiane
All’indomani dell’emergenza sanitaria, la digitalizzazione della piccola e media impresa ha assunto un ruolo centrale nella ripresa economica del Paese.
Se, in termini di maturità digitale e tecnologica, l’indice DESI relativo al 2019 posizionava l’Italia al 25° posto su 28 Stati membri dell’EU, la pandemia ha velocizzato il processo di rinnovamento per alcuni settori e aree specifiche. Il diffuso ricorso allo smart working ha implicato l’adozione di tecnologie a supporto e nuovi canali digitali di vendita e distribuzione di prodotti e servizi sono stati implementati per garantire continuità ai business.
La situazione emergenziale scaturita dalla pandemia ha così costretto molti imprenditori a fare i conti con il proprio livello di modernità, rendendo indispensabile un rapido passaggio a strumenti tecnologici in grado di innovare i processi aziendali, interni ed esterni.
Una nuova consapevolezza digitale che trova conferma anche nei dati raccolti ed elaborati dall’Osservatorio Qonto, secondo i quali - nel 2020 - oltre il 40% delle PMI italiane ha destinato più del 10% del proprio budget di investimenti all’innovazione digitale e il 44% ha riconosciuto un’accelerazione durante il corso dell’anno.
Ciò che resta da capire oggi è quanto l’approccio di tipo emergenziale saprà trasformarsi in strategia di lungo periodo, in grado di rinnovare realmente i processi aziendali da un punto di vista strutturale e complessivo, dalle vendite alla distribuzione dei prodotti, passando per la gestione delle spese aziendali e della contabilità.
Quello che è certo è che Digitalizzazione, innovazione e competitività delle PMI sono alcuni dei dichiarati obiettivi del Piano Nazionale Ripresa e Resilienza (PNRR) approvato dal Senato ad aprile 2021.
Sapremo sfruttare questa opportunità?
Transizione 4.0: Le opportunità del PNRR per la digitalizzazione delle PMI
Suddiviso in 6 differenti missioni, il PNRR ha destinato oltre 49 miliardi di euro alla prima missione, “Digitalizzazione, Innovazione, Competitività, Cultura e Turismo", di cui circa 30,6 miliardi (oltre il 60%) dedicati all’innovazione e digitalizzazione delle imprese - aspetto ritenuto fondamentale per rilanciare l'economia del nostro Paese e allinearci con la media europea.
In questo contesto si inserisce il Nuovo Piano Nazionale Transizione 4.0, introdotto all’interno del DL “Sostegni-bis” 73/2021” come evoluzione del precedente programma Industria 4.0 e già al centro di alcune agevolazioni della Legge di Bilancio 2021.
Uno strumento studiato dal Governo per sostenere la ripresa delle PMI dopo il difficile periodo della pandemia proprio attraverso la digitalizzazione e l’innovazione, introducendo specifiche misure di sostegno e incoraggiando la modernizzazione delle infrastrutture di comunicazione del Paese nella Pubblica Amministrazione e nel sistema produttivo.
Rispetto a Industria 4.0, il Piano Transizione 4.0 si caratterizza per alcuni tratti salienti:
- L’ampliamento dell’ambito di imprese potenzialmente beneficiarie, grazie alla sostituzione dell'iper ammortamento con appositi crediti fiscali di entità variabile in base all’ammontare dell’investimento, compensabili con altri debiti fiscali e contributivi;
- ll riconoscimento del credito non più su un orizzonte annuale ma osservando gli investimenti effettuati in tutto il biennio 2021-2022, così da fornire alle imprese uno scenario maggiormente definito per programmare i propri investimenti;
- L’estensione degli investimenti immateriali agevolabili e l’aumento delle percentuali di credito e dell’ammontare massimo di investimenti incentivati.
Le misure previste dal Piano Transizione 4.0 consistono nel riconoscimento di tre tipologie di crediti di imposta alle imprese che investono nei seguenti ambiti:
- Credito di imposta per investimenti in beni strumentali
Per supportare e incentivare gli investimenti delle imprese in beni strumentali nuovi, materiali e immateriali, funzionali alla trasformazione tecnologica e digitale dei processi produttivi. - Credito di imposta per ricerca, sviluppo, innovazione e design
Per stimolare la spesa privata in ricerca, sviluppo e innovazione tecnologica sostenendo la competitività delle imprese e facilitando i processi di transizione digitale, nell’ambito dell’economia circolare e della sostenibilità ambientale. - Credito di imposta per formazione 4.0
Per sostenere le imprese nel processo di innovazione digitale e tecnologica puntando alla formazione e al consolidamento delle competenze.
Gli incentivi e le iniziative previste dal Piano Transizione 4.0 a supporto della digitalizzazione delle PMI sono molteplici:
- Formazione e sviluppo delle competenze
In aggiunta agli interventi di credito di imposta, per supportare la crescita delle competenze digitali e gestionali il Piano prevede un modello di riqualificazione manageriale focalizzato sulle PMI, e programmi di training ad hoc incentivati attraverso il temporaneo taglio del cuneo fiscale, sia per l’impresa sia per il lavoratore. - Internazionalizzazione
Il Piano mira a incentivare l’internazionalizzazione delle PMI attraverso un ampliamento delle risorse finanziarie destinate al fondo introdotto con la legge 394/81 e gestito da Simest, che eroga contributi e prestiti agevolati alle imprese italiane operanti sui mercati esteri.
Le risorse aggiuntive saranno investite in attività volte ad accrescere la competitività delle PMI italiane come studi di fattibilità, partecipazione a fiere internazionali, servizi di consulenza da parte di personale specializzato sui temi legati all’internazionalizzazione e al commercio digitale. - Competitività delle filiere produttive
Il Piano prevede il supporto finanziario agli investimenti (sia contributi, sia prestiti agevolati) attraverso i Contratti di Sviluppo, attivi già dal 2012, che mirano a finanziare investimenti strategici, innovativi e progetti di filiera, con particolare attenzione alle regioni del Sud. - Riforma del sistema della proprietà industriale
Un provvedimento che si inserisce in una strategia pluriennale per la proprietà industriale, con l’obiettivo di promuovere e tutelare la proprietà intellettuale nell'ambito della digitalizzazione, innovazione e competitività del sistema produttivo.
Digitalizzazione: La trasformazione indispensabile delle PMI italiane
Cuore pulsante del tessuto imprenditoriale italiano, le PMI si trovano dunque oggi di fronte a una prova che non è possibile perdere. La transizione tecnologica si pone a tutti gli effetti come l’obiettivo del presente e del prossimo futuro, diventando anche l’unico strumento con cui recuperare il divario con il resto d’Europa in termini non solo di digitalizzazione ma anche di produttività.
Anche in questo caso, i dati raccolti dall’Osservatorio Qonto riportano segnali incoraggianti, mostrando un fenomeno in accelerazione ma non del tutto nuovo: nel 2020 il 90% del campione di PMI prese in analisi ha infatti investito in strumenti digitali per il business (utilizzati abitualmente dal 78% delle imprese) e, di queste, il 71% ha dichiarato che avrebbe allocato un budget ancora maggiore a questa tipologia di spesa nel 2021.
“Sicuramente per le imprese è cambiata anche la percezione dei rischi” commenta Mariano Spalletti, Country Manager Italia di Qonto. “L’’integrazione di soluzioni digitali è oggi percepita come uno strumento fondamentale per ottimizzare i modelli tradizionali di organizzazione aziendale e concentrarsi sulla creazione di valore e sullo sviluppo del business, grazie all'abbattimento di tempi e costi tipicamente investiti in attività di supporto necessarie ma che non hanno alcun valore aggiunto per il core business aziendale.”
Forti di una nuova identità digitale, dunque, le PMI italiane sembrano aver abbracciato il cambiamento e l’innovazione tecnologica si pone oggi come lo strumento strategico più efficace per rispondere alle sfide di un mercato dinamico e in continua trasformazione.
“La nuova consapevolezza delle imprese della necessità di trasformarsi è destinata a permanere e a dettare il cambio di passo, seppur scontrandosi con una serie di limiti e barriere culturali che dovranno essere superati per cogliere appieno le opportunità e sostenere la ripartenza economica del Paese attraverso un’innovazione reale e sostenibile” conclude Mariano Spalletti.