DeFi: 5 cose da sapere prima di usarla

In questo articolo abbiamo riassunto 5 temi inerenti alla finanza decentralizzata che devi tenere in conto prima di iniziare ad operarci.

defi

Alcuni dei servizi finanziari presenti su Fintastico ci sono stati segnalati dai nostri partner che ci compensano.

La valutazione di Fintastico deriva dalla media ponderata delle valutazioni provenienti da Trustpilot, App Store, Google Play store

Ecco cinque cose che utili da sapere prima di utilizzare qualsiasi piattaforma DeFi per evitare errori molto gravi che possono portare alla perdita dei tuoi fondi o ad una interpretazione sbagliata dei rischi e dei rendimenti associati a ciascun protocollo e operazione.

Confronto tra APR e APY

Se avete mai operato in DeFi sicuramente vi siete chiesti che differenza c'è tra APR e APY?

APR infatti sta per Annual Percentage Rate, mentre APY sta per Annual Percentage Yield. La principale differenza è che nel primo l’harvest, ossia la funzione interna allo smart contract del liquidity mining che permette di riscuotere nel proprio wallet le ricompense, viene fatta più di rado e le ricompense non vengono reinvestite portando ad un rendimento minore.

Nel caso queste ricompense vengano reinvestite si parla di compounding e quindi si ha come indicatore di riferimento l'APY . La frequenza con cui viene fatto il compounding influenza l’APY totale, ma oltre un certo limite non ha più senso reinvestire i guadagni in quanto il rendimento totale non muta significativamente.

Ci sono inoltre servizi che si chiamano autocompounder, che una volta che noi gli forniamo liquidità, interagiscono per noi con il protocollo dando la liquidità per noi e svolgendo harvest, swap e compounding con una frequenza prestabilita e automatizzata, in cambio di una piccola fee.

Sicurezza

Utilizzare il PC per la DeFi è molto più sicuro che utilizzare lo smartphone, in quanto per quanto stiano creando varie app per smartphone, il pc riduce la possibilità di errori umani.

I migliori PC da usare per la propria operatività DeFi sono Mac e Linux, meglio se utilizzati unicamente a questo scopo, in quanto la contrazione di virus navigando su altre piattaforme o siti potrebbe portare alla perdita dei fondi.

Inoltre è consigliabile non cercare il nome dei protocolli defi come ad esempio “sushiswap” o “pancakeswap” su google, ma piuttosto salvarlo nei segnalibri o preferiti del proprio pc ed accedere da lì. A volte infatti il design frontend di questi siti viene replicato da siti malevoli al fine di ingannare le persone e farli loggare su questi siti, che poi rubano a chi li usa tutti i fondi.

Infine un ultimo consiglio generale sulla sicurezza è mai inserire la seed phrase in alcun sito, in quanto nessun sito defi originale la chiede.

Rischi sistemici e specifici

Confrontando la finanza tradizionale con la DeFi è chiaro che, nella prima noi affidiamo il nostro denaro ad un intermediario, che può essere un’azienda o una istituzione finanziaria e si occupa di gestirlo per noi, mentre nella seconda forniamo liquidità ad uno smart contract, una serie di stringhe di codice volte ad eseguire determinate azioni all'avvenire di alcune circostanze.

In entrambi i casi ci sono rischi, sia nel caso degli intermediari, con i vari rischi di default e Bank Run, che nella DeFi con i rischi collegati allo smart contract, andiamoli a scoprire:

  • Bug/Exploit: il codice è scritto male o qualcuno è particolarmente abile e riesce ad attaccarlo, prosciugandolo di tutti i fondi contenuti nello smart contract;
  • Rug pull: circostanza che si verifica se l’admin o il team di amministratori decide di fuggire con i soldi raccolti nel protocollo abbandonando il progetto;
  • Liquidity crunch: in caso di collaterale volatile o scarsa liquidità si corre il rischio che la piattaforma non abbia abbastanza liquidità per operare e quindi incorra nel rischio di insolvenza.

Al fine di minimizzare i rischi, alcuni consigli possono essere quelli di usare piattaforme con team noto, maggiormente longeve, con liquidità elevata e non speculative.

Impermanent loss

L'impermanent loss è la perdita che si ottiene confrontando:

  • il rendimento che si ottiene dando liquidità ad un pool di liquidità, quindi costituito da almeno due asset,
  • con il rendimento che si sarebbe ottenuto “holdando” quei due asset.

Se do liquidità ad un pool infatti spero che quei due asset abbiano performance uguali o comunque simili al fine di non avere impermanent loss, in quanto se uno dei due asset va molto meglio o peggio dell’altro fornendo liquidità ad un pool non godo dell'apprezzamento di quell'asset.

Infatti l'effetto che si ottiene è che io arrivo a detenere una percentuale maggiore dell'asset che ha avuto una performance minore tra i due e quindi si sposta semplicemente il numero di asset da me detenuti, senza che il valore totale dei miei asset cresca.

Moltitudine di chain e dApp

In un anno si è passato dal monopolio completo di Ethereum a lasciare a questo “solo” il 65% della totale operatività DeFi, sebbene questo stia crescendo, perchè ogni giorno fioriscono nuovi protocolli su altre chain e non solo su Ethereum.

Una cosa molto utile da sapere è la differenza principale tra le chain EVM e non EVM, ossia quelle Ethereum compatibili e quelle che invece non lo sono.

Alcune caratteristiche delle chain EVM sono ad esempio l’address che inizia con “0x”, il linguaggio di programmazione Solidity, usato al fine di scrivere gli smart contract e la compatibilità con Metamask.

Le non EVM hanno ognuna la sua interfaccia, linguaggio di programmazione e address con diversi formati.

Una cosa da tenere in considerazione nello scegliere la chain su cui operare sono le fee che vengono richieste per ciascuna transazione.

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Daniele Marino

26, Business Analyst @Fintastico