Criptovalute, token e coins: sono la stessa cosa?

Coin e Token

Grazie all'hype dell'ultimo trimestre del 2017 le criptovalute e la blockchain sono sulla bocca di tutti. La criptoeconomia, però, rimane una materia che attinge a differenti campi semantici come: 

  • la crittografia
  • l'informatica
  • la macroeconomia
  • la teoria dei giochi

Data la complessità dell'argomento le informazioni al riguardo sono ancora abbastanza confusionarie. Per questo abbiamo deciso di fare un po' di chiarezza.

Differenza tra criptovaluta e token

Per capire la fondamentale differenza che intercorre tra i due concetti dobbiamo, inevitabilmente, comprendere come funzionano e cosa sono Ethereum e NEO. No, Ethereum non è una criptovaluta.

Nel 2014 alcuni programmatori, sotto la guida dello sviluppatore russo-canadese Vitalik Buterin, hanno lanciato il progetto Ethereum. Una piattaforma open-source costruita su blockchain (quindi che ha come sottostante un network distribuito) che, grazie alla scrittura di smart contract molto complessi, rende possibile lo sviluppo di DAOs, di dApps e il lancio di ICOs. Ovviamente, come tutte le blockchain, anche quella di Ethereum ha bisogno di un incentivo economico (teoria dei giochi) per funzionare. Ogni miners (il verificatore della transazione) viene retribuito attraverso una criptovaluta, Ether (ETH). Ether, la criptovaluta di riferimento, non è nient'altro che il carburante che permette al network di esistere e di funzionare, gli ETH utilizzati per il pagamento di commissioni su Ethereum sono chiamati gas.

ICOs e Token

Ultimamente abbiamo sentito parlare di ICOs come la nuova modalità di finanziamento privato per la raccolta di capitali. Molte aziende hanno lanciato la propria ICO (es. Aidcoin) e chi non lo ha già fatto ci sta pensando. Come funziona una ICO?

Una Initial Coin Offer non è nient'altro che una promessa, possibile tramite gli smart contract, di restituire i capitali raccolti tramite dei token. Io, azienda, rilascio un whitepaper contente il mio business plan e chiedo di essere finanziato, in cambio del finanziamento rilascerò agli investitori dei tokens.

A questo punto bisogna fare una distinzione tra i vari modelli di tokens:

  • Equity tokens: assimilabile alle più comuni azioni, rispondono ad un diritto vantato dallo shareholder nei confronti dell'azienda. Questo tipo di token, al momento, non può essere rilasciato perché illegale. La normativa vigente, assimilando gli equity tokens alle azioni, impone dei requisiti aziendali e fiscali che vietano agli exchange la possibilità di listarli - in gergo aggiungerli ai prodotti che offrono - e di conseguenza di scambiali sui mercati.
  • Utility tokens: sono tokens che non rispondono al regime vigente in materia di titoli azionari in quanto, oltre ad essere scambiabili sui mercati, hanno un utilizzo concreto all'interno della piattaforma. 

Poiché le modalità attraverso le quali i tokens vengono generati e rilasciati sono stabilite previamente, a differenza di quanto avviene per le criptovalute, non possono essere minati. 

Differenze tra tokens e criptovalute 

Sorvolando sul fatto che "criptovaluta" è un termine abbastanza improprio - come sappiamo, attualmente, le valute digitali difettano di almeno due delle tre caratteristiche attribuibili alle monete (riserva di valore, unità di misura, mezzo di scambio) dobbiamo comunque fare un po' di discernimento. La parola "cryptocurrency" si riferisce a tutto ciò che abbia un valore e sia scambiabile, in maniera criptata, tra privati senza che vi sia bisogno di affidarsi ad una terza parte garante. Questa definizione esula dalle caratteristiche proprie dello strumento, potrebbe trattarsi di un coin o di un token. I coins e i tokens non sono nient'altro che un sottoinsieme delle criptovalute. 

tipologie di criptovalute

  • Coins: la maggior parte dei coins presenti sul mercato sono frutto di forks (biforcazioni) della blockchain di Bitcoin. Ogni coins ha la propria blockchain di riferimento ed ha un protocollo utilizzabile solo sulla stessa.
  • Tokens: i tokens sono una rappresentazione digitale di qualsiasi bene (equity token) o funzione (utility token) rilasciati da una dApp (decentralized application) normalmente costruita su un'altra blockchain. A differenza dei coins non vi è la necessità di costruire una catena di blocchi ad hoc. Infatti utilizzando dei templates predisposti dalla blockchain principale, i tokens possono essere rilasciati in maniera molto meno gravosa e più veloce di un normale coin. Il protocollo standard (template) che utilizza la blockchain di Ethereum. Ricordiamo che l'85% di token sono generati dalla piattaforma Ethereum (ERC20).

Che cos'è una dApp?

Ora che abbiamo evidenziato la differenza tra coins e tokens, andiamo ad analizzare le applicazioni che rilasciano i tokens, le dApp. La parola dApp è un acronimo per indicare una applicazione decentralizzata: un software creato attraverso smart contracts che collegano la blockchain di Ethereum - o di qualsiasi altra piattaforma idonea - alla back-end di una app. Gli sviluppatori di dApps scrivono degli insiemi di contratti intelligenti che determinano la funzione complessiva di ogni applicazione decentralizzata. 

dApp

Rappresentazione grafica di come è costruita una dApp su blockchain. La blockchain comunica con la back-end della dApp attraverso gli smart-contracts.

Perché una dApp è meglio di una normale web app?

Le dApps, oltre a dare la possibilità di lanciare una ICO, assorbono i vantaggi insiti alla blockchain, quindi garantiscono anonimato agli utenti, sono basate su network decentralizzati, non fanno capo ad un unico server centrale al quale bisogna affidarsi e danno la possibilità di porre in essere smart contracts. E se Facebook decidesse di sviluppare una dApp? Immaginate un social network basato su blockchain. Dove gli utenti potrebbero registrarsi senza condividere i propri dati personali - anche se lo facessero i dati sarebbero criptati e indecifrabili senza chiavi private - e potrebbero decidere, attraverso un consenso distribuito, di porre in essere smart contracts che restituiscono agli utenti che fanno parte del network la ricchezza generata dalla vendita dei big data. Non molti sapranno che un social network che funziona in questo modo già esiste, si chiama Steemit e ti remunera per i likes che ricevi. Forse la conoscenza diventerà veramente la moneta del futuro?

DAO e DAICO

Per ultimo dobbiamo analizzare l'acronimo che rimane ancora sconosciuto ai più. La DAO, per esteso Decentralized Autonomous Organization, è un modo di utilizzo degli smart contracts che permette di codificare informaticamente un insieme di regole, rendendole invalicabili. Non è nient'altro che un modello di governance sociale basato sulla tecnologia. Grazie a codici informatici le regole presupposte e previamente teorizzate vengono codificare, diventando incorruttibili e immodificabili, eliminando così qualsiasi tipo di ingerenza umana. DAICO è invece un nuovo protocollo pensato poco tempo fa da Vitalik Buterin che potrebbe autoregolamentare il mercato delle ICOs. È a tutti gli effetti una fusione tra il concetto di governance della DAO e quello del crowdfunding delle ICOs. I finanziatori del progetto che utilizza la DAICO, tramite un codice informatico, potranno vedere i loro interessi maggiormente garantiti. Nel concreto, la DAICO obbliga i finanziatori a decidere anticipatamente una cifra massima di fondi che gli sviluppatori potrebbero prelevare ogni minuto. Inoltre se i finanziatori privati non saranno soddisfatti del progetto potranno riprendersi i capitali attraverso una votazione aperta a tutti i tokenholders. Questo protocollo è stato ideato per tutelare al massimo gli interessi degli investitori e per impedire che gli sviluppatori si approfittino dell'assenza di rapporto fiduciario con i loro finanziatori e spendano capitali in maniera poco efficiente. 

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Gabriele Sabbatini

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