Coronavirus: in che modo il fintech aiuta professionisti e imprese

Un commercialista e un imprenditore si raccontano in questa intervista doppia e spiegano come le app fintech possono aiutare nell'emergenza coronavirus.

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Presentati

Francesco

Sono Francesco Ehrenheim, direttore su Milano di Peekaboo. Ho 24 anni e mi occupo di Startup da quando ne avevo 18, con Peekaboo da 4 anni lavoriamo per supportare lo sviluppo imprenditoriale italiano e aiutare le grandi aziende ad innovare collaborando con talenti esterni alla loro organizzazione.

Giuseppe

Sono un giovane consulente che proviene dalle esperienze sui mercati esteri delle Raw Materials su Londra e Ginevra. Opero principalmente sui mercati interni, E.U., U.S.A. e Middle East con uno specifico focus per gli Imprenditori e i Consulenti che operano a distanza, che hanno il coraggio di operare rispettando le scelte etiche e che “non hanno tempo da perdere”.

In Italia sono presente con due Studi a Milano e a Giussago (Pavia) – oltre a solide attività estere. Esperto di diritto societario e tributario in relazione a Ricerca e Sviluppo Imprese; esperto per assistenze specialistiche della CCIAA di Milano, Monza, Brianza e Lodi in ambito legale per le Reti di imprese, in ambito economico per le Start up/PMI innovative e in ambito Pianificazione e sviluppo di Impresa per la parte di Pianificazione; Esperto in commercio estero; Dottore Commercialista; Revisore Legale; Tax Advisor; Strategic Advisor; CFO; Titolare Studio Professionale, Socio e Amministratore di Società di Capitali…e follemente innamorato di Gaia, nostra Madre Terra.

Quali sono le tue opinioni in merito al coronavirus?

Francesco

In questo momento tutto il mondo sta affrontando un periodo di crisi, in Italia sfortunatamente questa crisi è più profonda.

Non mi sento di giudicare le misure messe in atto dallo Stato. Penso che sia giusto che ognuno faccia e pensi al proprio lavoro, ma credo anche che sia una situazione da non sottovalutare. L’andamento dei casi clinici è molto simile a quello dei casi di Wuhan e per questo motivo vanno monitorati con grande attenzione.

In questa situazione difficile dovremmo smettere di pensare solo alla nostra salute, l’essere giovane o in buona salute non vuol dire che possiamo stare tranquilli. Questo è un virus letale per persone malate e anziane e in Italia ne abbiamo tante. È giusto fare di tutto per salvaguardarle e impegnarsi personalmente per evitare di aumentare il contagio.

Giuseppe

Il COVID-19 lo posso valutare non da un punto di vista tecnico, affidandomi agli esperti per l’ambito sanitario e scientifico, ma credo che gli effetti possano generare una buona – se non grande – opportunità per diverse ragioni.

Posto che obbliga/consente a tutti di “rallentare” si possono almeno evincere tre opportunità:

Per gli imprenditori e i C-Level perché possono fermarsi rimodulare le aree dell’impresa che non sono state sufficientemente curate quando la crescita del fatturato è esponenziale. E dunque si possono istruire i flussi avendo prefissato gli argomenti da trattare in anticipo, potendo programmare i prossimi task e le prossime linee di sviluppo. E magari predisponendo il bilancio (o PEF) con grande anticipo.

Per i collaboratori e per i dipendenti perché i robot non esistono solo nelle passerelle cinematografiche ma sono già presenti, ad esempio, nei nostri supermercati. Posto che quando si opera con anticipo e si approfitta della possibilità di implementare le proprie competenze si genera l’opportunità di crescere e dominare anche settori ardui come tutti quelli che lambiscono le Intelligenze Artificiali e dunque un rinvio a dominare le nuove tecnologie, come sostenuto dal prof. Luciano Floridi quando discutendo sui temi dell’Infosfera ricorda che per poter vivere positivamente la nuova Era Digitale dobbiamo conoscere e istruire le nuove tecnologie e non subirle come occorso con l’avvento di Internet. Dunque, un’occasione per crescere, studiando e rimettendosi in gioco.

Per il Sistema Paese è un’occasione per innovare: cominciare a ricostruire il Paese più visitato e bello al Mondo fornendo le autostrade della comunicazione ai futuri imprenditori/amministratori e dipendenti – che debbono e vogliono fondere cultura di impresa e cultura della famiglia, non è un sogno irrealizzabile.

Che impatto sta avendo il coronavirus sulla tua attività?

Francesco

Penso che il coronavirus stia impattando qualsiasi tipo di attività, avendo un effetto sulla salute degli individui coinvolge direttamente tutte le aziende.

Con Peekaboo abbiamo la fortuna di avere sempre lavorato in ottica Lean e da remoto, per cui questa situazione non cambia i nostri processi interni.

Discorso diverso dobbiamo farlo per le attività di formazione e consulenza che svolgiamo regolarmente. Giustamente abbiamo dovuto ripensare i nostri percorsi di pre-accelerazione di Startup e il lavoro come consulenti in azienda è rallentato. Ci siamo infatti, attrezzati per offrire una serie di servizi online a supporto di imprenditori e aziende. Nella drammaticità della situazione è infatti necessaria la ricerca di nuove opportunità, una delle quali può essere offrire una serie di servizi di affiancamento da remoto.

Giuseppe

Timore e confusione inizialmente. Molte cautele, talvolta eccessive, e poi una graduale riorganizzazione. A partire dall'agenda di Studio. Ad oggi abbiamo solo due imprese tecnicamente chiuse. Le altre stanno tutte sviluppando un percorso ad hoc che abbiamo preparato secondo quanto scritto sopra, ossia controllo di gestione, formazione e innovazione, tutto automatizzato.

Inizialmente il primo impatto sulle imprese che seguiamo in Studio si è manifestato con la sostanziale interruzione nella consegna di beni provenienti dalla Cina (a cui quasi tutto il Mondo ha demandato la produzione artigianale su grande scala), generando gravi problemi alle Imprese Industriali. Oltre al disagio e alle difficoltà quotidiane del micro e piccoli imprenditori - che spesso sono a noi più visibili perché più facilmente sotto gli occhi di tutti – si stanno manifestando difficoltà anche nelle Medie e Grandi Imprese: dalla citata produzione industriale (penso ai produttori veneti di macchinari per il settore alimentare: forni, lavatrici, macchine per produzione ghiaccio, a titolo solo esemplificativo che sono tra i leader di mercato mondiale alla componentistica e potrei citarne molte altre).

Credo sia ora di cercare ancora una volta una via nuova per raggiungere i traguardi: forse che sia l’occasione per noi Italiani di fare un salto di qualità facendoci contraddistinguere per la capacità di saper trovare soluzioni innovative e migliorative? Lo credo possibile.

Su cosa pensi ci sia bisogno di puntare per sostenere le imprese e le startup in questa fase?

Francesco

Il problema principale per le piccole aziende italiane, in questo momento, è la cassa.

L’azione più immediata che si può portare avanti è il taglio di alcune voci di costo, ma non tutte posso essere eliminate o ridotte e i ricavi generali sono rallentati e continueranno a rallentare ancora per qualche mese. Le società che non avevano in pancia abbastanza cassa andranno sicuramente in stress. La struttura imprenditoriale italiana ha bisogno di un supporto economico serio per potere uscire da questa situazione solo con qualche osso rotto.

Giuseppe

Tre concetti che ritengo forti e concatenati sono la formazione online, supportare la responsabilità e l'attenzione verso il prossimo.

Formazione on line: non è una buona occasione per migliorare e siglare un patto di non belligeranza e di collaborazione?

Se due persone si occupano di analisi dati – operando in smart working – e il primo impiega 5 ore per svolgere un’attività che usualmente ne necessita 8, operando con nuovi metodi che mai prima aveva adottato e il secondo non ha prodotto alcunché, andando nel panico e non potendo “contare” sulla collaborazione di altre persone, quale potrebbe esser la soluzione se non ammettere e affrontare il grave ritardo formativo che molte imprese non comprendono esser elemento vitale e di sostentamento per la reattività dell’impresa stessa rispetto al rapido e continuo evolversi di ogni mercato, sia esso regolamentato o meno?

Stimolare la formazione come modus per generare uno strumento quotidiano di autoapprendimento. Dunque sostenere l’abitudine all'aggiornamento continuo.

Credo che pianificare in anticipo possa generare alcuni vantaggi importanti:

  1. veder crescere in modo ordinato le vostre risorse;
  2. aver chiaro – prima ancora dell’inizio del nuovo esercizio – il costo deducibile e il recupero fiscale potenziale. (Per altro la formazione è oggetto di un importante norma inserite in legge di stabilità 2020 dunque fortemente defiscalizzabile con il Credito di imposta).

Del resto è ormai dimostrato: 100€ investite in formazione generano +300% sul capitale investito.

Supportare la Responsabilità:

  • sociale, è un’occasione per noi adulti di rispolverare (ed insegnare volgendo lo sguardo ai più giovani) i vecchi testi di educazione civica.
  • d'impresa, fornendo supporto finanziario per la gestione della responsabilità degli imprenditori e dei componenti del Board. Porre subito in campo strumenti di finanza a costi non elevati per occuparsi di aree aziendali magari trascurate oppure intervenire nei processi decisionali al fine di renderli in parte automatici (“intelligenti”?), ossia sfruttando le già note tecnologie fintech ad esempio per poter monitorare e creare reports affidabili con track records garantiti e magari strizzando l’occhio all’insurtech e ai suoi interessanti margini operativi che potrebbero finanziare la tematica della responsabilità dell’Imprenditore e dei componenti il Board.

Stimolare l’Attenzione verso il terzo, verso l’altro: possiamo concentrarci su un piano di impresa che tenga conto di sostenibilità umana e ambientale.

Una miglior qualità della vita è possibile.

Una miglior qualità dell’ambiente è possibile.

Con l’automazione dei processi interni alle aziende e lo sfruttamento delle tecnologie attuali si può immaginare una qualità della vita personale migliore e un ambiente più sano. Prova ne è l’abbattimento importante dell’inquinamento in questi giorni, ma pure una nuova esperienza che ho incontrato pochi mesi fa e che mi ha convinto a spostare la sede pavese dello Studio in un luogo ove si rispetta l’ambiente e si cercano di generare processi virtuosi di recupero dell’ecosistema. Sto parlando di Neoruralehub, luogo nel quale si è insediato l’Innovation Center Giulio Natta dedicato a imprenditori attenti e sensibili ai temi della sostenibilità ambientale, luogo che reputo eccellenza nazionale.

Quando per la prima volta sono andato in questo magico posto, dopo una riunione quasi da milanese imbruttito all'uscita ho incontrato due aironi appena giunti dall’Africa che stavano assicurandosi che il loro nido fosse ancora intatto.L’obiettivo che ho per il mio Studio è quello di diventare – spero – il primo Studio Professionale d’Italia ad impatto Zero.

Quali servizi fintech trovi utili in questa fase per gestire la crisi?

Francesco

Anticipo che non sono un esperto di fintech, ma penso che questa possa essere una buona occasione per fare capire il valore dell’innovazione tecnologica in ambito finanziario.

Grazie alle organizzazioni strutturate in maniera leggera, ad una maggiore efficienza della tecnologia e forse anche alla voglia di rischiare un po', le Startup Fintech non solo possono crescere d’importanza, ma possono anche essere di estremo aiuto al tessuto imprenditoriale per rafforzarsi e crescere.

Giuseppe

Si potrebbero enucleare centinaia di servizi ma per brevità ho provato ad immaginare una serie di step pratici per operare in tempo di crisi:

  • analizzare i flussi di lavoro interni all'impresa facendosi aiutare da un software per disegnare una mind map;
  • far emergere ove i processi generano dispendio di risorse umane, temporali e finanziarie;
  • entrare in ottica di automazione. Nel settore della contabilità, della redazione dei bilanci e relative dichiarazioni fiscali ad esempio è possibile gestire tutte le attività con sistemi evoluti che spesso giungono dal mondo fintech. Penso alla redazione della prima nota o delle spese di trasferta o della gestione delle autorizzazioni (poteri degli amministratori, legge 231, ecc.)
  • verificare se vi siano servizi di fintech adeguati, anche semplicemente sfogliando il vostro sito che ormai conta se non erro più di tremila applicativi e soluzioni per imprese e privati.
  • Predisporre sistemi di controllo (audit) a valle del lavoro svolto.

A ciò si aggiungeranno solo due steps ulteriori in cui è necessario l’intervento di soggetto esterno all'impresa:

  • La fase di elaborazione del bilancio e delle relative dichiarazioni fiscali;
  • L’intervento del consulente esperto per l’applicazione corretta delle norma tributarie e fiscali e dunque anche l’individuazione di margini di miglioramento.

Entrambi gli interventi sono oramai totalmente automatizzabili

Tutto il mondo fintech può esser di aiuto perché fa risparmiare tempo, perché fornisce risultati certi e perché consente di non stampare neppure un foglio, ops, scusate, tagliare un albero.

A margine però desidero citare i servizi per i privati. Mia mamma e mio padre (papà per galanteria ho citato prima mamma) vivono in una delle prime Zone Rosse. Sono anziani, mezzi sordi e con gli acciacchi dell’età.

Il fintech ha consentito a noi figli di aiutarli. Per i pagamenti per esempio. I sistemi di doppia autenticazione, di controllo e gestione dei conti bancari, di gestione e tracciamento delle decisioni prese hanno aiutato i miei genitori a pagare le bollette, a gestire online un paio di posizioni contrattuali (banche e locazioni) e convincerli che gli avrei fatto aprire un nuovo conto on line che gli consentiva la rendicontazione automatica on line, così da poter esser sereni.

Come vedi il futuro dell'ecosistema fintech in Italia?

Francesco

Prendo spunto dalla risposta alla domanda precedente per rispondere a questa.

Penso che l’Italia sia un ottimo terreno per una Startup Fintech, per la sua crescita e per il suo sviluppo. Oggi almeno il 25% della popolazione italiana si è trovata ad utilizzare almeno una volta, un servizio Fintech. Ci basti pensare alle più comuni piattaforme di mobile payment (Paypal, Apple Pay e Satispay), ai portali bancari online e alla gestione di carte prepagate.

Il settore Fintech in Italia è un settore in rapita crescita ma ancora relativamente inesplorato e per questo è destinato ad attirare l’attenzione di startup, aziende e fondi d’investimento. Vari fondi di Venture Capital stanno infatti investendo nelle realtà Fintech della nostra nazione, rendendo l’Italia un polo riconosciuto in tutto Europa e allo stesso tempo creando un crescente interesse nei confronti di questa realtà.

La tecnologia e l’innovazione possono essere di estremo valore in questa situazione, ma chi può fare la vera differenza sono le persone. La tecnologia è, come sempre, solo un amplificatore delle nostre capacità.

Giuseppe

Potenzialmente la sfida non la ritengo nazionale, ma globale. Nel mondo fintech ormai in Italia stanno maturando (o nascendo) realtà importanti e strutturate. Se comprendiamo il grande sforzo che molti imprenditori stanno facendo per adeguarsi all'innovazione vi sarà spazio - per le professioni come la mia – per smettere di fare la contabilità, lasciare qualche euro in più nelle tasche dei clienti e farli investire in tech, diventando noi reali consulenti che si assumono (anche per certezza dei dati emergenti) la responsabilità degli obiettivi che ci pongono i nostri clienti.