- 26/06/2018
Sempre più spesso leggiamo notizie di banchieri che abbandonano il settore dei servizi finanziari tradizionali, con posizioni e stipendi altisonanti, per unirsi a imprese o startup fintech. Nella maggior parte dei casi, gli stipendi che percepiscono in una impresa fintech non si avvicinano neanche lontanamente a quelli percepiti all'interno del settore bancario (con bonus annessi ovviamente). Ma anche le responsabilità e le sfide a livello personale sono molto diverse.
Per i banchieri che stanno pensando di passare dalla banca al fintech, magari con una loro impresa, è raccomandabile avere un'idea che permetta di utilizzare la tecnologia per risolvere un punto dolente all'interno di una banca o di una assicurazione oppure in caso contrario inviare il proprio CV a imprese fintech che basano il proprio business plan e la loro attività proprio su questo tipo di vantaggio competitivo.
Questo può essere il caso di un banchiere che dopo anni di esperienza in ambito risk management, dove si occupava di capire le ragioni del fallimento delle transazioni e misurarne il loro impatto finanziario decide, per esempio, di voler automatizzarne il processo.
Spesso è possibile attraverso l'aggregazione di dati provenienti da diverse fonti e l'aiuto di alcune tecniche di intelligenza artificiale, consolidare una mole di informazioni e estrapolarne delle preziose conclusioni a supporto di decisioni presenti e future. Purtroppo, questo tipo di iniziative all'interno di una grande banca difficilmente riesce ad essere una delle priorità nella lunga lista di cose da fare. Inefficienze di questo tipo possono costare ad una banca o a una assicurazione un sacco di soldi alla fine dell'anno.
Il fintech però non è solo per banchieri con anni di esperienza lavorativa alle spalle, ma cerca talenti sopratutto tra i più giovani, qui di seguito vi elenchiamo alcune delle figure professionali più ricercate anche grazie all'aiuto della partnership che abbiamo stretto con Meritocracy, la piattaforma internet specializzata nella ricerca e nella selezione delle professionalità legate all'innovazione e al mondo digitale che da poco ha annunciato l'acquisizione da parte di Openjobmetis S.p.A.
Abbiamo chiesto a Meritocracy attraverso una ricerca all'interno del loro database di offerte di lavoro di fornirci un quadro riassuntivo delle macro-categorie e della distribuzione delle specifiche posizioni lavorative in ambito fintech che startup, ma anche banche e assicurazioni stanno cercando.
I risultati della ricerca hanno mostrato che la maggior parte dei profili attualmente ricercati nel loro database dalle imprese corrispondono alla macro-categoria dell'ingegneria del software e della programmazione per il 24%, alcune delle figure più ricercate sono il front-end engineer e il back-end developer. Entrambe le figure fanno riferimento allo sviluppo e la programmazione web e sono tra le professioni attualmente più richieste sul mercato Europeo. Fondamentali per entrambe è la conoscenza di diversi linguaggi di programmazione, sia per quanto riguarda lo sviluppo di applicazioni desktop (come ad esempio Slack, Atom, Spotify o il nuovo Youtube Music) che per lo sviluppo di applicazioni mobile (Facebook, Airbnb e Instagram). Con il crescente interesse che la tecnologia blockchain sta riscuotendo a livello mondiale, è sempre più difficile per startup, imprese, banche e assicurazioni trovare sul mercato sviluppatori blockchain. Le principali caratteristiche che vengono richieste a uno sviluppatore blockchain sono la conoscenza della programmazione ad oggetti ed in particolare Javascript, Solidity, Node.JS e alcuni framework front end, infrastrutture per la creazione di applicazioni composte da un insieme di funzionalità come Angular e React oltre a possedere una buona conoscenza e comprensione approfondita di strutture e sicurezza dei dati, algoritmi e tecnologie decentralizzate.
Al secondo posto di questa speciale classifica troviamo la macro-categoria del project management con il 18%. Con project management si intende l'insieme delle attività aziendali, svolte tipicamente da una o più figure dedicate e specializzate dette project manager, volte all'analisi, progettazione, pianificazione e realizzazione degli obiettivi di un progetto, gestendolo in tutte le sue caratteristiche e fasi evolutive, nel rispetto di precisi vincoli (costi, tempi, risorse, qualità e scopi). Oltre al project manager, anche partnership manager e operations manager con competenze e skills digitali sono molto ricercati.
Al terzo posto troviamo la macro-categoria sales & business development con il 12% delle posizioni ricercate in questo ambito, a riprova del fatto che oltre all'adozione e utilizzo delle più recenti tecnologie e della fornitura di una migliore user experience e una maggiore fruibilità e semplicità di utilizzo, c'è bisogno di figure professionali che spieghino, anche grazie all'educazione finanziaria, a consumatori e imprese quali sono i vantaggi delle soluzioni fintech rispetto ai prodotti e servizi finanziari tradizionali.In quarta posizione la macro-categoria del customer service con l'11%, le imprese fintech sono alla ricerca di figure professionali che "cullino" i loro clienti e li facciano sentire al sicuro e protetti. Insomma, un amico del quale fidarsi e sempre a disposizione, da poter raggiungere comodamente dallo smartphone o da qualsiasi altro canale, in un'ottica omnicanale, in modo da sviluppare una strategia efficace di servizio clienti digitale dalla quale i clienti possano ottenere una risposta in tempi brevi (max 24-48 ore), non settimane.
A pari merito troviamo le macro-categorie del marketing e della sicurezza informatica con il 9% delle posizioni ricercate nei due ambiti. Per quanto riguarda il marketing ovviamente le ricerche si concentrano sugli specialisti in ambito SEO, esperti in content marketing e social media manager. All'aumentare degli attacchi informatici, banche, assicurazioni e imprese fintech non rimangono alla finestra a guardare, le figure professionali più ricercate sono gli specialisti di sicurezza informatica quali i cosidetti hacker etici, che simulano gli attacchi di hacker maligni con lo scopo di trovare le vulnerabilità nei sistemi informatici, cercando in questo modo di prevenire e risolvere i problemi. Lo scopo della loro attività è quello di contrastare le attività criminali degli hacker non etici mossi da uno spirito di benevolenza, o, come sempre più spesso accade, perché richiesto dal loro contratto di lavoro.
Tra le figure più ricercate che sono a cavallo tra diverse macro-categorie svettano sicuramente nella lista dei desideri due profili professionali difficili attualmente da trovare sul mercato: growth hacker e data scientist. Per quanto riguarda il growth hacker (da non confondere in nessuno caso con gli hacker maligni che progettano e realizzano attacchi informatici a imprese e organizzazioni governative) è una figura a cavallo tra l'informatico smanettone, l'esperto di marketing e il business analyst. Il marketing per troppi anni è stata solo una sfida creativa senza alcun fondamento scientifico. Con la comparsa delle startup tutto è cambiato: il budget è limitato è quindi necessario sapere sempre e con la massima precisione dove si stanno spendendo i soldi e che sforzo questa spesa produce per la mia azienda. Il growth hacker cerca di massimizzare i risultati, limitando al minimo gli sforzi lato marketing con le risorse limitate che spesso hanno a disposizione. Un data scientist invece è un esperto di analisi dei dati, insieme alla enorme mole di informazioni che generiamo attraverso gli smartphone, le email, gli abbonamenti ai mezzi pubblici, i social network e le ricerche su Google è nata anche l'esigenza di poter gestire e analizzare questi dati per fare delle previsioni, anticipare dei trend o trarne semplicemente informazioni utili.
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