- 20/09/2022
I mercati finanziari presentano molti “varchi” attraverso cui accedere per allocare il proprio capitale nel tentativo di farne aumentare il valore nel tempo.
Uno di questi “varchi” è rappresentato dagli exchange traded fund (ETF), uno strumento di investimento che ha saputo catalizzare l’attenzione degli investitori grazie ai bassi costi di ingresso e di uscita, oltre che ai bassi costi di gestione che essi presentano.
Qui apprenderai in modo completo cosa sono gli ETF, come vengono sviluppati e da chi, quali sono le tipologie di ETF su cui puoi investire e le strategie di base per trarre profitto da questa modalità di investimento nei mercati finanziari.
Cosa sono gli ETF (Exchange traded fund)?
L’acronimo ETF significa exchange traded fund, che in italiano possiamo tradurre come fondi negoziati in borsa. Gli ETF nascono nei primi anni ‘90 come strumento finanziario derivato sviluppato per consentire l’accesso passivo agli indici di borsa agli investitori individuali.
Gli ETF, tuttavia, hanno una stretta correlazione con i fondi comuni di investimento indicizzati. Questi ultimi sono stati sviluppati a partire dal 1973, ma avevano come audience un tipo di investitore istituzionale.
La struttura dei fondi comuni di investimento indicizzati non facilitava l’accesso degli investitori al dettaglio poiché erano costosi e dunque proibitivi. Per questo si giunge alla creazione degli ETF, il cui meccanismo di funzionamento è più vicino a un fondo comune gestito passivamente.
Gli ETF hanno catalizzato l’interesse degli investitori al dettaglio perché tracciando gli indici, grazie all’uso delle più recenti tecnologie di tecnofinanza, imitano quasi fedelmente i mercati finanziari permettendo all’investitore di esporsi riducendo in parte i rischi.
Per definire meglio cosa sono gli ETF, possiamo affermare che si tratta di una tipologia di fondo di investimento con due caratteristiche distintive:
- è negoziato in borsa come un titolo azionario;
- la sua missione è di replicare l’indice al quale è stato legato (gestione passiva).
Ricapitolando, per capire cosa sono gli ETF pensa a uno strumento di investimento che riassume tutte le caratteristiche tipiche di un fondo e delle azioni, permettendo agli investitori individuali di sfruttare i punti di forza dei due strumenti finanziari:
- diversificazione del capitale;
- riduzione del rischio (tipica dei fondi);
- flessibilità; trasparenza della negoziazione in tempo reale (tipica delle azioni).
Ecco perché gli ETF vengono definiti tracker degli indici azionari e obbligazionari.
Come vengono creati gli ETF
Per capire come funzionano gli ETF è importante conoscere come essi vengono creati e gestiti.
Un ETF viene creato a partire da un indice, tra cui gli indici azionari composti dalle azioni di società quotate in Borsa.
Per la loro creazione possono essere usate anche le obbligazioni (ETF obbligazionari).
Altra cosa sono i fondi negoziati in borsa che tracciano l’andamento delle materie prime, in tal caso prendono il nome di ETC (exchange traded commodity).
Nonostante gli ETF vengano sviluppati per tracciare il più fedelmente possibile l’andamento dell’indice sottostante, la società che si occupa di svilupparli (Amundi, iShares, Lyxor, ecc.) può comporre un ETF aggiungendo delle attività finanziarie non incluse nell’indice di riferimento.
Prendiamo come esempio un ETF che fa da tracker dell’indice FTSE MIB. La società sviluppatrice dell’ETF può decidere di allocare una parte dei fondi raccolti dagli investitori in valuta straniera (liquidità) o in altri strumenti derivati.
Allocando una parte dei fondi raccolti in attività finanziarie diverse da quelle dell’indice di riferimento, si viene a creare una sorta di discrepanza tra ETF e indice di cui l’investitore deve tenere conto.
Nei fogli informativi (KIID) emessi obbligatoriamente dalle società proponenti, è spesso possibile leggere il rendimento del fondo passivo e dell’indice (il benchmark). Quanto più il rendimento dell’ETF si avvicina al rendimento dell’indice, tanto più l’ETF è “fedele” al benchmark.
Per quanto riguarda la gestione ed allocazione delle quote di un ETF, introduciamo il partecipante autorizzato (PA), una “figura” giuridicamente definita e autorizzata di solito impersonata da una grande banca come JPMorgan Chase o Goldman Sachs.
Il partecipante autorizzato garantisce la trasparenza e la liquidità sufficiente al mercato dell’exchange traded fund, acquistando le attività sottostanti necessarie per avviare il processo conosciuto come meccanismo di creazione delle quote di un ETF.
Meccanismo usato anche per l’eventuale riscatto delle quote da parte dell’investitore finale.
Quali sono le tipologie di ETF disponibili
Lasciamo la parte più teorica dei fondi negoziati in borsa per avvicinarci agli aspetti più pratici. Presentiamo qui, in sintesi, le tipologie di ETF più comuni.
- ETF azionari: tracciano l’andamento di titoli azionari presenti in un benchmark come può essere l’indice Dow Jones o DAX 40.
- ETF obbligazionari: sono legati ai titoli obbligazionari di Stato, ai corporate bond e alle obbligazioni municipali. Garantiscono all’investitore un reddito regolare che dipende dalla performance dei bond sottostanti e dall’eventuale cedola staccata. La vita degli ETF obbligazionari non è legata alla scadenza delle obbligazioni sottostanti.
- ETF con copertura valutaria: il veicolo di investimento offre esposizione alle coppie di valute straniere scambiate nel mercato forex. Acquistare gli ETF valutari offre diversificazione del portafoglio e copertura contro eccessiva volatilità nel forex. In alcune strategie di investimento vengono utilizzati come scudo contro l’inflazione.
- Short ETF (o ETF inverso): una tipologia di ETF sviluppata per quanti investono allo scoperto, ovvero puntando al ribasso dei mercati azionari. Investire negli ETF inversi permette di guadagnare dai crolli delle azioni. Lo strumento è particolarmente rischioso e complesso e richiede una appropriata conoscenza del mercato a cui lo short ETF è legato. La maggior parte dei fondi inversi, infatti, sono degli exchange traded notes (ETN), i quali sono costituiti da una obbligazione scambiata come una azione (sono gestiti da una banca).
Quelle appena elencate sono le tipologie di ETF di base suddivise in particolare per tipo di asset che rappresentano (azioni, obbligazioni, valute). Se ci soffermiamo ai soli tipi di ETF azionari, essi si dividono anche in base ai settori industriali replicando le prestazioni delle società che operano in quel comparto (energia, moda, beni di consumo, servizi).
Altri tipi di ETF tracciano i trend di investimento e per questo vengono definiti ETF tematici. Ne sono un esempio gli ETF fintech, gli ETF pagamenti digitali, gli ETF sicurezza informatica, ecc.
I fondi negoziati in Borsa, ancora, possono essere sviluppati partendo da indici regionali e replicare le azioni scambiate nelle sole borse europee (ETF Euro STOXX 50) o replicare i titoli azionari di una singola nazione (ETF Ftse Russell 2000).
Qual è la differenza tra ETF, fondi indicizzati e fondi comuni di investimento?
Per un investitore che in precedenza ha investito o letto di fondi indicizzati e di fondi comuni di investimento, potrebbe essere confuso dal modo di comportarsi di un ETF, e dal fatto che spesso ci si riferisce a esso come a un “fondo” o a un “fondo passivo”.
Qui proviamo a fare chiarezza spiegando la differenza tra gli ETF, i fondi indicizzati e i fondi comuni di investimento.
Differenze tra ETF e fondi indicizzati
Entrambi prevedono una gestione passiva, ma i fondi indicizzati non sono necessariamente quotati in borsa mentre gli ETF sono negoziati in borsa.
L’altra differenza la riscontriamo nel modo di sviluppare i fondi indicizzati, il cui portafoglio viene costruito rispecchiando fedelmente i titoli compresi nell’indice. Essi variano nel tempo soltanto per riflettere le modifiche occorse nella composizione dell’indice di riferimento.
Differenze tra ETF e fondi comuni di investimento
La differenza principale sta nel tipo di classi di attività in cui investono i due veicoli di investimento e nella forma di negoziazione. Come hai appreso gli ETF investono solo in indici di attività quotate in borsa, mentre i fondi comuni investono anche in altri asset finanziari. Gli ETF sono quotati in borsa e in tempo reale, i fondi comuni no. Non ultimo, gli ETF replicano solo l’indice sottostante mentre i fondi comuni di investimento comprano direttamente gli asset su cui investono, compresi gli exchange traded fund.
Come iniziare a fare trading sugli ETF?
Sin qui hai appreso le basi di funzionamento degli ETF, adesso passiamo alla pratica e vediamo come puoi iniziare a fare trading sugli ETF.
Per investire negli ETF dovrai registrarti presso la piattaforma di un operatore abilitato e autorizzato a offrire i fondi negoziati in borsa. Tali operatori abilitati sono noti come broker online e tra questi troviamo la piattaforma di Degiro.
Alcune piattaforme di trading ti chiederanno una piccola commissione di negoziazione per acquistare e vendere gli ETF, mentre altre come BUX Zero offrono la compravendita di alcuni titoli finanziari a zero commissioni.
Quello appena descritto è l’acquisto diretto di quote di ETF direttamente dal mercato, cioè senza intermediari e scegliendo fai da te su quali ETF investire, ma esiste un altro modo di investire in ETF.
Puoi infatti investire nei fondi negoziati in borsa attraverso un piano di accumulo del capitale (PAC).
Il principio di funzionamento di un PAC è semplice, scegli quanto investire ogni mese (50€, 100€, 150€, ecc.) mentre il gestore patrimoniale a cui ti rivolgi investirà la somma in un certo numero di ETF selezionati in fase di sottoscrizione del piano.
Questa modalità di investimento negli ETF è quella propostahttps://www.fintastico.com/it/servizi/reviews/moneyfarm/ da Moneyfarm.
Quali sono i rischi dell’investire in ETF?
Nonostante una delle caratteristiche degli exchange traded fund sia quella di abbassare il rischio di perdite sul tuo investimento (perché diversifica investendo su un ampio numero di azioni o di obbligazioni), non si può escludere che lo strumento di investimento possa subire delle perdite anche significative.
Tra i rischi principali a cui dovrai prestare attenzione trovi i seguenti:
- Rischio legato all’andamento generale dei mercati finanziari;
- Rischio legato alle caratteristiche specifiche del trading sugli ETF;
- Rischi relativi al pagamento delle tasse;
- Rischio di illiquidità del fondo passivo;
- Rischio di chiusura del fondo.
La presenza di più ETF legati a un identico indice (Amundi ETF S&P 500, HSBC S&P 500, Invesco S&P 500) può comportare un rischio se non comprendi le differenze specifiche di ciascun veicolo di investimento.
Infatti, come spiegato in questa guida agli investimenti in ETF, gli sviluppatori di fondi negoziati in borsa possono discostarsi dall’indice di riferimento aggiungendo altre classi di attività finanziarie che faranno la differenza.
Trovare i migliori ETF per il portafoglio di un principiante
Dal momento che gli ETF non sono privi di rischi, per iniziare sarà meglio posizionarsi su quelli che per storia e caratteristiche forniscono delle “garanzie” di crescita e bassi rischi.
Ciò ti permetterà di avere il tempo di comprendere i meccanismi di funzionamento dello strumento finanziario e via via di perfezionarti aggiungendo ETF più complessi alla tua strategia.
Meglio quindi preferire i fondi negoziati con un’ampia esposizione, come gli ETF globali i quali investono su tutti i mercati mondiali contemporaneamente.
Sul fronte della crescita dovresti preferire quelli che presentano le maggiori caratteristiche di stabilità e resilienza durante le fasi ribassiste dei mercati. Un’altra buona prassi che dovresti seguire riguarda la scelta degli ETF che presentano basse commissioni.
Dunque, quali sono i migliori ETF che presentano quasi tutte le caratteristiche appena elencate? Qui alcuni esempi:
- Vanguard S&P 500 ETF;
- SPDR Portfolio S&P 500 Value ETF;
- iShares Core S&P Total U.S. Stock Market ETF.
Inizialmente evita di investire in ETF a leva per il loro alto profilo di rischio. Fare trading con gli ETF a leva significa operare in un contesto altamente speculativo, solitamente utilizzato dai trader professionisti per approfittare nel breve e brevissimo termine dei movimenti di prezzo sugli indici.
Si presentano come ancor più rischiosi gli ETF inversi a leva, il cui obiettivo è di puntare sul ribasso dei titoli allo scopo di sfruttare le fasi negative del mercato per incassare un guadagno.
Strategie di trading ETF per principianti
Passiamo alle strategie di trading ETF che puoi adottare per trarre i massimi profitti. Tante le strategie tra cui potrai scegliere, come la rotazione per settori, lo short selling, i trend stagionali. Qui ti presentiamo le maggiori strategie per investire sui migliori ETF dei mercati di borsa.
- Growth investing: la strategia punta sugli ETF che rappresentano settori in rapida crescita (o almeno potenziale). Lo stile di investimento mira a far crescere il capitale più rapidamente, in un arco temporale breve. Il rovescio della medaglia è un rischio più elevato dovuto all’esposizione in settori nascenti e poco sperimentati.
- Dividend growth investing: la strategia punta su ETF legati a un azionario che garantisce dividendi crescenti anno dopo anno. Alcuni di questi fondi negoziati sono soliti riconoscere all’investitore il dividendo (distribuzione, Dist), mentre altri lo reinvestono (accumulazione, Acc).
- Value investing: la tecnica si basa sull’attesa delle fasi ribassiste significative dei mercati di borsa. Attraverso una valutazione qualitativa degli ETF su cui investire, scegli di esporti su quei fondi passivi che, pur avendo ridotto di molto il loro valore, dimostrano di avere degli indicatori di forza positivi che li spingeranno verso l’alto al termine della fase ribassista.
Pro e contro degli ETF
A favore:
- Basse commissioni
- Meno tasse da pagare
- Ampia diversificazione del capitale investito
- Caratteristiche di trading identiche alle azioni
- Permettono di investire in comparti industriali specifici
- I dividendi delle società rappresentate vengono immediatamente reinvestiti
Contro:
- Gli ETF presentano dei costi di gestione annuali non presenti nelle azioni e obbligazioni
- Il rendimento derivante dal dividendo è più basso rispetto al possesso delle singole azioni
- Gli ETF a leva se tenuti per un periodo di tempo superiore alle 24 ore potrebbero rapidamente moltiplicare le perdite
Conclusione
Al termine della guida hai compreso che gli ETF sono uno strumento finanziario derivato negoziato in borsa come un'azione, e che l’obiettivo di investimento è replicare l’indice di riferimento (benchmark).
Per questo gli ETF sono anche detti “tracker”, perché replicano passivamente l’indice sottostante.
Hai anche appreso che esistono vari tipi di ETF (obbligazionari; azionari; valutari) e che gli ETF azionari si dividono in base ai temi di investimento (ETF ESG), in base all’area geografica (Australia) o altri tipi di suddivisioni (mercati di frontiera, mercati emergenti).
Hai in seguito appreso la differenza tra ETF, fondi indicizzati e fondi comuni di investimento e quali sono i vantaggi e gli svantaggi degli ETF.
Tra i vantaggi principali spiccano l’economicità dello strumento, la diversificazione su un ampio insieme di titoli, e il diritto a ricevere il dividendo su quelli azionari.