Come gli scandali finanziari influenzano il nostro comportamento

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Dopo la grande crisi finanziaria del 2008 l’opinione pubblica sul sistema bancario è cambiata notevolmente.

Causa di questo cambiamento fu anche l’uscita del documentario “Inside job”, che spiegò nel dettaglio come il crash economico e finanziario più grande dal 1929 ad oggi, sia stato causato da persone avide e non da eventi accidentali.

La diffidenza nei confronti delle banche, e del loro settore in generale, è complessivamente aumentata. A giovarne sono state le forme alternative di investimento e prestito che negli anni, per colpa e per merito dei fatti accaduti nel 2007/08, hanno espanso sempre più la loro posizione sul mercato.

Per rinfrescare la memoria, il Peer to Peer Lending (P2P) è un prestito tra privati, erogato e richiesto attraverso siti web, il quale non ha bisogno di nessun tradizionale canale di intermediazione.

Nel corso degli anni, questo ha vissuto un incremento esponenziale, fino a raggiungere il volume di circa 35 miliardi di euro nel 2020 solo nel mercato statunitense.

Se da una parte questo ramo ha permesso ad imprese ed individui di sfruttare le potenzialità di un settore che da sempre è monopolizzato dalle realtà bancarie, dall’altro ha vissuto una crescita quasi priva di regolamentazione ed attenzione da parte degli organi di vigilanza.

La storia ha avuto modo di insegnarci come le persone reagiscano quando il settore finanziario tradizionale tradisce la fiducia dei proprio consumatori, ma cosa succederebbe nel caso in cui fosse il P2P lending a ledere gli interessi dei propri utenti?

Lo scandalo di Lending Club

Un esempio non ha tardato ad arrivare.

Lending Club, quella che al tempo era la piattaforma di lending più diffusa sul territorio americano, è stata protagonista di uno scandalo proprio nel 2016.

Quest’ultima, tra le varie cose, fu la prima ad offrire un mercato secondario per lo scambio di prestiti. In poche parole, una volta finanziato il sogno nel cassetto del vostro vicino, avevate la possibilità di rivendere quel determinato contratto ad un soggetto terzo, che riceveva tutti i rispettivi benefici.

Sulla piattaforma gli investitori potevano scegliere che tipo di progetto finanziare, ricevendo una dettagliata descrizione del richiedente di fondi, tutto accompagnato dal tasso di interesse che sarebbe stato concesso per il prestito.

Generalmente il mercato andava a gonfie vele, secondo alcune analisi del Cambridge Center for Alternative Finance, il volume dei P2P lending negli Stati Uniti è triplicato dal 2013 al 2015, segnando un +233% solo nell’ultimo anno.

Tutto sembrava andare per il meglio, fino a quando nell’Aprile del 2016, così come altre piattaforme, Lending Club dovette alzare il rendimento dei prestiti per attirare investitori.

Al contempo, le date di prestiti per un valore di circa 3 milioni di euro furono cambiate, senza il consenso (almeno quello ufficiale) del CEO Renaud Laplanche.

Un'inchiesta da parte di una azienda esterna prese luogo e durante le indagini fu scoperto che circa $22 Milioni in prestiti erano stati venduti a Jefferies Investment senza rispettare i criteri di preferenza di quest’ultima.

In aggiunta, scoprirono che Laplanche non aveva informato il consiglio amministrativo di avere una quota di partecipazione in un fondo che stava considerando l’acquisto di Lending Club.

Il 9 maggio del 2016, Renaud Laplanche dava le dimissioni come direttore della societĂ  dopo aver preso la fiducia dei suoi collaboratori.

Le conseguenze dell’accaduto

Inutile dire che l’evento causò particolare rumore all’interno del settore, tanto da far crollare il mercato americano del 40% in due anni.

Secondo Cambridge Centre for Alternative Finance (CCAF), il volume totale di prestiti online ha raggiunto e superato il livello del 2016 solo nel 2020, ovvero quattro anni dopo.

Se da un lato si potrebbe ipotizzare che sia stato un evento globale e non direttamente connesso al fatto accaduto con Lending Club, sempre i dati di CCAF ci dicono che in paesi come Italia, Spagna, Francia, Germania e Inghilterra, i principali altri protagonisti in termini di volume per il P2P lending, hanno aumentato i loro volumi nel 2016 e nel 2017.

In aggiunta, il livello di prestiti non è l’unica metrica scesa per Lending Club. Il livello medio dei credit score dei clienti è calato per l’azienda, a riprova che i migliori prenditori e richiedenti hanno cambiato aria.

Interessante però è ciò che è accaduto al resto del settore.

In una analisi condotta da alcuni studenti presso l’Erasmus University Rotterdam si è scoperto che Prosper, quella che al tempo era la seconda piattaforma di P2P lending sul territorio americano, ha sì vissuto un calo dei prestiti simile a quello della piattaforma concorrente, registrando però un impatto ben diverso sul credit score medio.

Contrariamente da ciò che ci si poteva aspettare, Prosper ha beneficiato, almeno da punto di vista della qualità degli utenti, dello scandalo accaduto nell’aprile del 2016, aumentando la quantità di High-Quality Borrowers nella piattaforma.

Il fatto che lo score medio sia cresciuto è un interessante spunto per questo settore. Considerando infatti che coloro che hanno lasciato la piattaforma furono proprio i migliori prenditori di fondi, non avrebbero di certo avuto nessun problema a richiedere lo stesso prestito presso un istituto bancario tradizionale.

Al contrario, quest’ultimi, anche se solo parzialmente, sono rimasti fedeli a questo innovativo e dirompente settore che prende sempre più piede nel mondo bancario.

Se non per fedeltĂ  ed avvicinamento, difficilmente si riesce a spiegare questo risultato.

Difatti, secondo uno studio pubblicato sul Journal of Financial Economics, uno dei giornali piĂą famosi a livello mondiali per la letteratura e la ricerca finanziaria, impariamo che le piattaforme fintech (tra cui le P2P lending) caricano normalmente interessi maggiori ai propri clienti rispetto a quelli dei settori tradizionali.
Questo a riprova che la decisione non è neanche dettata da un discorso economico.

Un'analisi sul settore dei prestiti tradizionale è stata anch’essa condotta. A differenza di ciò che qualcuno si poteva aspettare, non sono state riscontrate particolari differenze nel volume e nel credit score delle banche dopo lo scandalo del 2016.

Se da una parte può essere spiegato con il fenomeno sopra descritto, per cui alcuni clienti sono rimasti fedeli al settore, dell’altra è difficile ipotizzare che uno scandalo che ha coinvolto qualche miliardo di euro di prestiti possa sensibilmente intaccare il business del lending tradizionale che muove miliardi di euro ogni giorno

Conclusioni

Per concludere, il P2P lending è un settore dinamico, innovativo e rivoluzionario, che metterà a dura prova il settore bancario tradizionale nei prossimi anni.

A differenza di ciò che la storia ci insegna, non vi è bisogno di intermediari, caratteristica che permette di cancellare la maggior parte degli interessi privati, interessi che hanno portato alla catastrofica crisi del 2008.

Tuttavia, essendo appena nato, pochi sono stati gli scandali, reputazionali e non, che hanno messo a dura prova questo ramo della finanza.
Ad aprile del 2016 abbiamo potuto vivere e meglio comprendere come i prenditori ed i prestatori di fondi vivono determinati shock.

Dal punto di vista dei volumi totali l’effetto è stato distruttivo, con una perdita del 40% in due anni. Allo stesso tempo però, nonostante questo crollo abbia riguardato gli utenti con la migliore reputazione, parte di loro è rimasta nel settore, affidandosi ad altre piattaforme.

Interessante e per studi futuri sarĂ  vedere come il P2P lending reagirĂ  a regolamentazioni.

Con l’imminente aumento di volumi ed interesse, l’attenzione degli organi di vigilanza si sposterà sempre più verso questo tipo di realtà, e la sensibilità dei suoi clienti potrebbe giocare brutti scherzi a questa innovativa piccola rivoluzione.

Cosa ci potremo aspettare in futuro nessuno lo sa, ma di certo c’è da starne pronti!

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