- 24/05/2022
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La scelta su come finanziare una startup è decisamente delicata in quanto influisce sul futuro dell’attività e può implicare anche una perdita di autonomia decisionale.
Questa scelta deve tenere conto sia delle caratteristiche dei vari metodi di finanziamento, sia della fase di vita in cui si trova la startup.
Ogni fase, infatti, presenta esigenze di finanziamento diverse che possono essere soddisfatte solo con specifici strumenti.
Scopri, allora, come finanziare una startup con i vari strumenti disponibili e le loro caratteristiche, vantaggi e svantaggi.
Cosa preparare per raccogliere investimenti per la tua startup
La ricerca di fondi per finanziare una startup è un’operazione delicata e complessa e trovarsi preparati di fronte agli investitori è una condizione imprescindibile per riuscire a ottenere il finanziamento.
A tal proposito è necessario preparare con cura:
- business plan, documento di strategia economico-finanziaria in cui vengono esposti gli obiettivi della startup e gli strumenti che si useranno per raggiungerli;
- pitch, documento che sintetizza le principali informazioni e i dati riguardanti il progetto.
Dalla scelta delle informazioni che verranno inserite in questi documenti dipende il futuro della startup.
Metodi per finanziare una startup
Esistono molteplici metodi per finanziare una startup che presentano caratteristiche diverse.
Bootstrapping
Il termine Bootstrapping deriva dall’inglese bootstrap che in ambito informatico significa processo di autoavviamento di un sistema.
Il Bootstrapping è la prima e unica forma possibile di finanziamento per avviare l’attività di una startup e consiste nell’autofinanziamento.
Durante questa primissima fase è, infatti, molto difficile trovare dei finanziatori esterni e il ricorso al proprio capitale investendo qualche centinaio o migliaio di euro è sicuramente il metodo più semplice per far partire l’attività.
Love capital: family, friends and fools
Il Love capital proveniente da family, friends e fools è una formula di finanziamento che consiste nel chiedere a familiari, parenti, amici o conoscenti del capitale.
Quando un progetto è ancora al suo stadio iniziale è più facile trovare fondi facendo leva su legami di amicizia e di stima che chiedere a investitori esterni che farebbero probabilmente ancora fatica a individuare le potenzialità della nuova attività.
I vantaggi di questo metodo sono molteplici: si ottiene liquidità velocemente e senza dover presentare garanzie e si mantiene la proprietà dell’attività.
Il consiglio è esplicitare in maniera chiara i potenziali rischi dell’operazione alle persone coinvolte sia per correttezza, sia per evitare di litigare o rovinare un rapporto nel caso non si riesca a ripagare il debito.
Business Angel o investitori privati
I Business Angel sono degli investitori professionali dotati di un ampio capitale che mettono a disposizione delle startup in fase di avvio.
Il loro investimento può variare da poche migliaia di euro fino a cifre importanti e in genere dipende dalla valutazione di 3 fattori ovvero le 3 T:
- team, le cui capacità sono essenziali per eseguire qualunque tipo di idea;
- technology, può offrire un vantaggio competitivo capace di fare la differenza;
- traction, dimostrazione che il prodotto o servizio offerto abbia un valore economico e un appeal sul mercato.
Esistono due tipologie di Business Angel:
- Active Angel, mette a disposizione oltre al finanziamento anche servizi aggiuntivi come, ad esempio, il proprio network, le proprie competenze o anche servizi e infrastrutture collaterali di altre aziende che finanzia;
- Passive Angel, investe solo del denaro.
Per entrare in contatto con un Business Angel è possibile cercarlo online tramite Linkedin oppure rivolgersi a una delle diverse associazioni nate con lo scopo di raggruppare questi soggetti.
Bisogna considerare che l’ingresso di un Business Angel nella startup potrebbe comportare una limitazione della capacità decisionale.
Un investitore può, infatti, chiedere di concordare o comunque di prendere insieme molte decisioni.
Incubatori e Acceleratori
Gli incubatori e acceleratori hanno scopi e funzioni diversi ma strettamente correlati.
Gli incubatori non sono un metodo di finanziamento diretto ma hanno lo scopo di supportare i potenziali imprenditori nella definizione del modello di business considerando replicabilità e scalabilità, e nella raccolta dei dati che serviranno poi a essere condivisi con gli investitori.
Gli acceleratori, invece, investono direttamente nella startup con una quota che, in genere, si aggira tra il 5% e il 15% e offrono anche un network ed eventuale supporto tecnico per favorire l'accelerazione del processo di maturazione della startup.
Crowdfunding
Il crowdfunding è una forma di finanziamento dal basso che offre l'opportunità di ricevere denaro da molteplici finanziatori, anche non professionali, che decidono di investire cifre che possono spaziare da poche centinaia a qualche migliaio di euro.
Esistono molteplici forme di crowdfunding che si differenziano in base al tipo di remunerazione richiesta dagli investitori:
- reward crowdfunding, in caso di esito positivo del progetto l’investitore riceve il prodotto o servizio oggetto della startup;
- equity crowdfunding, l'investitore riceve una percentuale delle quote della startup in base alla quantità di denaro investito;
- lending crowdfunding, prevede che all'investitore venga ritornato il denaro investito con gli interessi a prescindere dall’andamento della startup;
- donation crowdfunding, l’investitore non riceve nulla in quanto il suo esborso di denaro è da considerarsi una donazione.
Finanza Agevolata e Bandi Pubblici
Un altro metodo di finanziamento per le startup è rappresentato dai finanziamenti pubblici erogati da enti europei, nazionali o locali.
In genere per accedere a tali finanziamenti è necessario partecipare a dei bandi di concorso e i contributi possono essere a fondo perduto o prevedere tassi agevolati di rimborso.
Finanziamenti bancari
La richiesta di finanziamenti bancari è uno dei metodi più consolidati per finanziare un’attività ma spesso per le startup può avere delle barriere d’ingresso come, ad esempio, la necessità di presentare i bilanci degli anni precedenti.
Negli ultimi anni, comunque, si è assistito a un proliferare di prestiti per giovani dalle condizioni agevolate che possono rivelarsi interessanti anche per chi desidera avviare un’attività.
Venture Capital e Corporate Venture Capital
In genere, i Venture Capital e i Corporate Venture Capital rappresentano un importante volano per trasformare una startup in una realtà aziendale avviata.
Il Venture Capital è una forma di finanziamento a medio e lungo termine effettuata da investitori istituzionali che investono in progetti ad alto rischio per trarre elevati guadagni.
Una tipologia di Venture Capital è il Corporate Venture Capital che avviene quando un soggetto giuridico decide di fare open innovation entrando nel capitale di una startup per guidare lo sviluppo del prodotto o servizio al fine poi di usarlo.
Sia nel caso del Venture Capital che del Corporate Venture Capital la remunerazione dell’investimento avviene con quote della società incidendo sulla sua governance e indipendenza.
Il rischio concreto è la perdita di controllo quasi totale sulla startup, quindi, è necessario considerare in maniera approfondita i rischi e benefici di questo tipo di operazione.
Premi e competizioni
La partecipazione a premi e competizioni oltre a offrire finanziamenti in caso di vittoria può rappresentare un’ottima opportunità per testare la propria idea, fare networking e ottenere visibilità. Spesso, infatti, a questi concorsi presenziano investitori che decidono di offrire del capitale a prescindere dai risultati.
Una criticità da considerare è che la partecipazione può richiede un notevole investimento di tempo per la preparazione del materiale a fronte di un’incertezza sul risultato.
Il finanziamento migliore per ogni fase
La scelta del metodo migliore per finanziare una startup dipende dalla fase in cui questa si trova.
Ogni metodo di finanziamento, infatti, presenta caratteristiche che lo rendono idoneo a essere utilizzato in diversi momenti della vita della startup che sono ovviamente caratterizzati da esigenze finanziarie diverse.
Fase Iniziale o di Pre-Seed
Quando la startup si è appena costituita è necessario avere fondi che consentano di dedicarsi a indagini di mercato, sperimentazioni e test volti a sviluppare e perfezionare l’idea alla sua base.
Si tratta di un momento molto delicato e complicato in quanto può essere difficile valutare e valorizzare i punti di forza di un’idea quando si trova in uno stato così embrionale.
Di conseguenza, è difficile trovare investitori esterni e i metodi di finanziamento più comuni sono il bootstrapping, il Love Capital o il reward crowdfunding.
In questa fase può essere, inoltre, utile valutare la disponibilità di finanziamenti e bandi pubblici.
Fase di Seed
L’obiettivo di questa fase è validare l’idea, prototipizzarla e renderla scalabile al fine di lanciarla sul mercato, operazioni che richiedono la necessità di investimenti ingenti e non sostenibili con il capitale proprio o prestato.
I metodi di finanziamento più consoni sono rappresentati dalla ricerca di un Business Angel o dal ricorso all’equity crowdfunding.
Fase di startup
In questa fase è necessario iniziare ad assumere persone, investire in infrastrutture tecnologiche, sviluppare il business plan e continuare a fare ricerche mentre i ricavi possono essere ancora nulli.
In genere, i finanziamenti necessari possono essere molto ingenti e avvengono in round a cui partecipano Business Angel o Venture Capitalist.
Fase di Growth
Durante la fase di growth o consolidamento si ha il lancio del prodotto o del servizio sul mercato, si iniziano a generare i primi ricavi e ad analizzare le metriche.
Il metodo di finanziamento più consono per questa fase è il Venture Capital in quanto sono necessari ingenti investimenti.
Fase di Bridge
In questa fase, la startup pur non essendo ancora totalmente matura si è trasformata in una scale up e di conseguenza può puntare a ottenere l’emissione di un prestito obbligatorio.
Fase di Exit
La startup in fase di exit ha raggiunto la sua completa operatività e può iniziare a espandersi e ad autofinanziarsi.
È possibile puntare a un IPO oppure a un’operazione di Mergers and Acquisition che consente a chi ha investito nelle fasi precedenti di ottenere il rimborso del capitale con la relativa remunerazione.