Come cambierà il Superbonus 110% con il governo Meloni?

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Il Superbonus 110% introdotto nel 2020 con il decreto “Rilancio” aveva un duplice obiettivo, da una parte riavviare nel più breve tempo possibile il settore dell’edilizia trascinando con sé gli altri rilevanti settori industriali collegati, dall’altra parte avviare in Italia un profondo rinnovamento degli edifici residenziali esistenti con particolare attenzione ai condomini.

L’intervento non è stato il primo rivolto all’efficientamento energetico dell’edilizia residenziale, si ricordano negli anni le diverse detrazioni (alcune ancora in vigore) dal 50% all’85%. Tuttavia, mai nessuna delle precedenti agevolazioni aveva superato in copertura l’importo da spendere, per di più aggiungendo ai costi dei lavori di riqualificazione un 10%.

Una scelta quella di ricompensare i cittadini con il 110% di quanto speso, che ha assunto i caratteri di un investimento con guadagno certo.

Non sono mancate le “sbavature”. La norma sembrava inizialmente dover portare a un boom di cantieri dalle città ai più piccoli paesini italiani, ma i “difetti” della normativa che aveva dato vita al Superbonus 110% hanno costretto due governi (cosiddetto “Conte bis” e “governo Draghi”) a intervenire con 16 decreti correttivi, e l’Agenzia delle Entrate a emettere numerose comunicazioni interpretative per aiutare gli interessati a destreggiarsi tra le procedure per non incappare in sanzioni amministrative, o rilevanti sotto il profilo penale.

Nominato dal presidente della Repubblica, il nuovo governo a guida Giorgia Meloni si occuperà di una riformulazione della normativa relativa all’aliquota di detrazione delle spese sostenute per gli interventi di efficienza energetica e per la riduzione del rischio sismico.

Il nuovo Superbonus dovrebbe essere depotenziato nell’aliquota in detrazione e tornare a essere un bonus che non supererà l80% del costo sostenuto dal contribuente per riqualificare l’edificio.

Al momento si tratta solo di una ipotesi, tuttavia, come fa notare anche l’Economia del Corriere della Sera, già durante la campagna elettorale Giorgia Meloni aveva spiegato in un video come il suo governo avrebbe riformulato l’agevolazione fiscale.

Il Superbonus 110% secondo il governo Meloni: come sarà

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Anzitutto non c’è l’intenzione da parte del nuovo governo di abolire il beneficio fiscale.

La volontà è quella di fornire a imprese e cittadini una norma chiara, semplice e semplificata che preveda comunque rigorosi controlli antifrode e una durata temporale lunga.

La modifica all’attuale Superbonus 110% potrebbe essere portata dal governo Meloni già nell’imminente manovra economica da approvare entro il 31 dicembre 2022.

In particolare la detrazione fiscale sulla prima casa dovrebbe passare dall’aliquota al 110% a una aliquota all’80% o al 70%.

La detrazione fiscale sulle seconde case dovrebbe passare a una aliquota compresa tra il 50% e il 65%.

Il nuovo governo di Giorgia Meloni non ha intenzione di creare confusione a quanti hanno già avviato l’iter autorizzativo o i lavori.

La nuova norma potrebbe includere una clausola di salvaguardia per tutte le pratiche avviate entro una certa data, applicando la nuova norma solo sulle nuove pratiche: quelle aperte dopo l’entrata in vigore della nuova legge.

Il “riordino e l’armonizzazione degli incentivi”, va aggiunto, potrebbe essere soggetta al reddito del beneficiario adeguando le aliquote al reddito delle persone richiedenti.

Al momento il reddito personale o familiare non contemplato dal Superbonus 110%, infatti non fa alcuna distinzione di reddito. Se dovesse essere aggiunto questo criterio di accesso, i redditi più bassi probabilmente otterrebbero una agevolazione maggiore rispetto ai redditi più alti.

Come si può comprendere restiamo nel campo delle ipotesi, anche perché non sappiamo se il nuovo governo avrà tutto il tempo di rivedere l’intera normativa, per creare un bonus edilizio unico, entro la scadenza di presentazione della legge di bilancio.

Una modifica strutturale all’intero impianto delle agevolazioni fiscali in ambito riqualificazione edilizia, infatti, potrebbe richiedere molto tempo.

Ecco perché chi ha in mente di riqualificare la propria abitazione, per ora deve attenersi alla normativa vigente che riportiamo in sintesi proseguendo la lettura.

Com’è strutturato al momento il Superbonus 110%

Va ricordato che già il governo uscente di Mario Draghi aveva introdotto nella scorsa legge di bilancio un percorso di riduzione delle aliquote in detrazione.

Fino a quando un nuovo decreto non modificherà le scadenze del Spuerbonus in vigore, esse saranno le seguenti.

  • Lavori di riqualificazione nei condomini: l’aliquota in detrazione dei lavori al 110% è in vigore per tutto il 2023, mentre nel 2024 scenderà al 70%, per scalare al 65% nel 2025.
  • Villette e abitazioni unifamiliari: possono approfittare del Superbonus 110% solo entro il 31 dicembre 2022, a patto che entro il 30 settembre 2022 siano stati effettuati almeno il 30% dei lavori previsti dall’intervento complessivo (nel computo rientrano anche le spese per lavori non agevolati).

Per quanto riguarda le villette e abitazioni unifamiliari, se le normative dovessero restare quelle attuali, dal 2023 potranno continuare a beneficiare delle altre detrazioni vigenti nei limiti previsti dalle specifiche normative.

Le abitazioni unifamiliari potranno, cioè, beneficiare di detrazioni che vanno dal 50% all’85% per le spese sostenute per interventi di recupero del patrimonio edilizio (“sismabonus”), riqualificazione energetica degli edifici (“ecobonus”).

Cosa si può riqualificare e ristrutturare con il Superbonus 110%

lavori sul tetto

L’agevolazione fiscale consiste in una detrazione del 110% dell’imposta lorda sugli interventi di riqualificazione che aumentano l’efficienza energetica dell’edificio di almeno due classi, o ne migliorano la resistenza a eventi sismici.

Il Superbonus 110% spetta per le spese sostenute per interventi fatti su parti comuni di edifici e su unità immobiliari funzionalmente indipendenti.

Vi possono accedere le unità immobiliari singole (abitazioni unifamiliari) o poste all’interno di edifici plurifamiliari (condomini, piccoli edifici con due o tre famiglie).

L’agevolazione richiede una serie di adempimenti burocratici tra cui il visto di conformità, l’asseverazione tecnica relativa agli interventi di efficienza energetica o di riduzione del rischio sismico.

Al netto delle documentazioni necessarie per avviare l’iter autorizzativo indispensabile per ottenere lo sconto del 110%, il Superbonus suddivide gli interventi intrainanti” e “trainati”. I primi sono obbligatori pena il decadimento dell’agevolazione, i secondi sono accessori e legati all’esecuzione congiunta con gli interventi trainanti.

Interventi “trainanti”

Tra gli interventi trainanti troviamo:

  • interventi antisismici tra quelli già previsti dal “sismabonus”;
  • l’isolamento termico delle superfici opache (verticali, orizzontali e inclinate) relative all’involucro dell’edificio;
  • sostituzione degli impianti di climatizzazione invernali o estivi esistenti, a patto che i nuovi impianti di riscaldamento e raffrescamento siano centralizzati (in un condominio, per esempio, è possibile sostituire anche la vecchia caldaia privata ma con una centralizzata);

Interventi “trainati”

Gli interventi trainati si applicano in base al tipo di intervento trainante scelto. Chi sceglie gli interventi di isolamento termico o di sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale, può accedere:

  • abbattimento delle barriere architettoniche;
  • installazione dei sistemi di ricarica di veicoli elettrici negli edifici;
  • agli interventi di efficientamento energetico previsti dall’ecobonus.

I successivi interventi trainati si applicano anche agli interventi antisismici, oltre che a quelli trainanti già citati:

  • installazione di impianti fotovoltaici connessi alla rete elettrica;
  • installazione di sistemi di accumulo dell’energia elettrica generata dagli impianti fotovoltaici.

Chi non può beneficiare del Superbonus 110%?

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A meno che il governo Meloni, nel riordinare la normativa degli ecobonus edilizi, non decida diversamente alcune unità immobiliari residenziali non possono beneficiare di nessuna delle agevolazioni fiscali fino a ora applicate.

Si tratta delle categorie catastali A1 (abitazioni signorili), A8 (ville), A9 (castelli).

Per capire se la propria unità immobiliare può beneficiare del Superbonus 110% o di una delle altre agevolazioni vigenti, è sufficiente leggere la visura catastale del proprio immobile e verificare in quale categoria catastale rientra.

Superbonus 110%: detrazione, sconto o cessione?

Per usufruire del Superbonus 110% si può optare per una delle tre opzioni previste dalla normativa, scegliendo quella che si ritiene essere la migliore per il proprio caso specifico.

  • Fruizione diretta della detrazione: il contribuente anticipa totalmente la somma per gli interventi di edilizia, e riceve in 5 rate annuali di pari importo la somma prevista. L’opzione ha senso quando l’imposta lorda che il contribuente deve versare al fisco è almeno pari alla rata annuale del Superbonus, altrimenti si perde una parte della rata che non può essere usata negli anni successivi.
  • Sconto in fattura: la persona fisica si accorda con la ditta (e fornitori) che dovrà effettuare i lavori per uno sconto in fattura. Soluzione ideale per il cittadino perché demanda ogni passaggio burocratico all’impresa. Non sempre queste ultime hanno la disponibilità economica per applicare lo sconto al cliente.
  • Cessione del credito: rivolgendosi a una banca è possibile cedere il credito vantato con l’Agenzia delle Entrate, evitando di dover anticipare le spese per i lavori. La soluzione è sì molto pratica, ma richiede l’attivazione di uno speciale prestito a carico del richiedente che erode parzialmente il beneficio fiscale. Non si riceve il 110%, ma qualche punto percentuale in meno. Alcune banche non sono disposte o non accettano più la cessione del credito.

I numeri del Superbonus 110% secondo l’Enea

Concludiamo riportando i dati aggiornati sull’utilizzo dei fondi del Superbonus 110%. I dati sono raccolti dall’Enea, l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile e fotografano la situazione al 30 settembre 2022.

Il numero totale delle asseverazioni è stato di 307.191, per un totale di investimenti ammessi a detrazione di circa 51,2 miliardi di euro di cui il 68,9% (38,8 miliardi di euro) sono investimenti ammessi a detrazione per lavori conclusi.

I condomini hanno presentato 37.838 asseverazioni e catalizzato 22,1 miliardi di euro sul totale ammesso a detrazione. Nei condomini il 67,1% dei lavori è stato portato a termine. L’investimento medio per condominio è stato di quasi 586 mila euro.

Gli edifici unifamiliari hanno presentato 178.785 asseverazioni, convogliando nei lavori di riqualificazione 20,2 miliardi di euro. Qui il 68,5% dei lavori è stato ultimato. L’investimento medio per edificio unifamiliare è stato di poco superiore ai 113 mila euro.

Le unità immobiliari funzionalmente indipendenti hanno presentato 90.562 asseverazioni, e ottenuto 8,78 miliardi di euro. La percentuale dei lavori ultimati è la più alta con il 74,4% realizzati. L’investimento medio per la categoria di immobile è stato di 97 mila euro.

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Fabio Carbone

Scrittore web tecnico ma versatile dal 2013, ha studiato informatica e filosofia ed anche un pizzico di sociologia. Dal 2016 si occupa di temi legati all'Industria 4.0 e al mondo del digitale. Scrive di finanza, criptovalute e blockchain per quotidiani online, siti di settore e aziende.

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