- 17/04/2019
Il Cambridge Centre for Alternative Finance (CCAF) ha pubblicato il suo rapporto sulla finanza alternativa ed il crowdfunding in Europa. Il rapporto si intitola Shifting Paradigms, the 4th European Alternative Finance Benchmarking Report, per sottolineare le dinamiche di questo mercato ancora relativamente nuovo e rispondere alle richieste dei consumatori e ai recenti cambiamenti normativi.
L'analisi dell'università inglese è stata condotta da un pool di ricercatori esperti nel campo della finanza alternativa e, anche se si riferisce ai dati del 2017, offre una ottima panoramica per comprendere a pieno il settore.
Il report ha raccolto dati da 269 piattaforme di crowdfunding - in ambito donation, equity, invoice trading, lending (per aziende e per privati), real estate, reward e (con una certa approssimazione) anche royalty - per un totale di 45 Paesi.
Lo studio mostra che nel complesso il mercato europeo della finanza alternativa online (compreso il Regno Unito) è cresciuto del 36% fino a raggiungere 10.436 milioni di euro nel 2017.
Il Regno Unito è ancora il mercato più ampio nell'ambito della finanza alternativa, anche se la sua quota di mercato è passata dal 73% nel 2016 al 68% nel 2017. Escludendo il Regno Unito dal volume complessivo, il mercato dell'industria della finanza alternativa è cresciuto del 63% passando da € 2.063 milioni a € 3.369 milioni nel 2017. Questa crescita è più lenta rispetto agli anni precedenti, nel 2016 il mercato era cresciuto del 102%. Tra il 2013 e il 2017, il tasso medio di crescita annuale per il mercato europeo è stato dell'80%.
Francia, Germania e Paesi Bassi sono rimasti i primi tre mercati nazionali per la finanza alternativa online per volume di mercato in Europa, escluso il Regno Unito. Di seguito i volumi raggiunti da i diversi Stati:
- Francia - 661 milioni di euro
- Germania - 595 milioni di euro
- Paesi Bassi - 280 milioni di euro
- Italia - 241 milioni di euro
- Finlandia - 197 milioni di euro
I paesi nordici (Danimarca, Finlandia, Islanda, Norvegia e Svezia) hanno generato complessivamente 449 milioni di euro, diventando il terzo più grande mercato regionale in Europa per volumi. Dopo i paesi nordici, troviamo il Benelux (Belgio, Paesi Bassi e Lussemburgo) con 371 milioni di euro, l'Italia con 241 milioni di euro, i paesi baltici (Estonia, Lettonia e Lituania) con 235 milioni di euro, l'Europa dell'Est con 179 milioni di euro, la penisola iberica con 169 milioni di euro, l'Europa centrale con 110 milioni di euro, l'Irlanda con 107 milioni di euro e l'Europa sud-orientale con 45 milioni di euro.
Analizzando più nel dettaglio i dati del nostro Paese è possibile osservare una crescita per il mercato italiano che è passato da un volume di mercato pari a 127 milioni di euro nel 2016, ad uno di 241 milioni di euro nel 2017, con una crescita del 89,5% rispetto al 2016. Nel 2017, il volume del mercato della finanza alternativa in Italia è cresciuto di quasi 114 milioni, che è in assoluto la maggiore crescita fatta registrare dal 2013. Alla luce di questi risultati, l'Italia è il quarto più grande mercato per la finanza alternativa nell'Europa continentale.
Il modello più esteso all'interno del mercato della finanza alternativa in Italia è stato quello dell'invoice trading, che ha rappresentato il 57% del mercato italiano nel 2017 ed è cresciuto del 313% rispetto al 2016. Da solo, l'invoice trading ha raccolto quasi 140 milioni di Euro per le PMI italiane, rendendo l'Italia il più grande mercato dell'Europa continentale in termini di volumi totali per quanto riguarda questa modalità. La lotta delle imprese per ottenere finanziamenti dagli investitori istituzionali sembra aver stimolato la crescita delle piattaforme di P2P lending per aziende, facendo registrare un aumento del 293% rispetto al 2016.
Le piattaforme di P2P lending per il finanziamento fra persone è la modalità che si è posizionata al secondo posto in termini di volume, passando da 25,3 milioni di euro nel 2016 a 59,1 milioni di euro nel 2017. Questa modalità continua la sua crescita a tre cifre rispetto agli anni precedenti e ha rappresentato il 24,5% dei volumi di finanza alternativa italiana nel 2017.
L'equity crowdfunding si è notevolmente ripreso dal calo nel volume totale che ha fatto registrare nel 2016, crescendo del 180% nel 2017. Nonostante questa crescita, i volumi fatti registrare sono insufficienti per eguagliare i risultati fatti registrare nel 2015. I volumi contenuti in Italia possono essere spiegati dal quadro normativo, che fino a poco tempo fa permetteva solo l'investimento in "startup innovative" e "PMI innovative", escludendo l'accesso a questa fonte di finanziamento per la maggior parte delle imprese italiane.
Il reward-based crowdfunding, pur facendo registrare una crescita maggiore rispetto all'equity crowdfunding, ha mostrato un calo del 46% rispetto ai livelli del 2016, raggiungendo circa 11 milioni nel 2017. Ciò potrebbe essere dovuto ad un alto livello di incertezza in merito alla tassazione dei fondi raccolti attraverso una campagna di crowdfunding, in particolare per quanto riguarda l'applicazione dell'IVA sui prodotti preordinati.
Alla luce dei dati raccolti, i ricercatori del Cambridge Centre for Alternative Finance sono dell'idea che nonostante la crescita della finanza alternativa in tutta Europa, è importante per la sua maturazione, avere delle regolamentazioni che favoriscano lo sviluppo del settore e permettano di espandere le operazioni a livello internazionale.