- 19/09/2018
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Sempre più Cina nel settore dei brevetti legati alla tecnologia blockchain. Lo conferma l'ultima classifica in materia, pubblicata lo scorso 31 agosto da iPR Daily, organo di stampa specializzato in proprietà intellettuali, basata su dati raccolti in Cina, Europa, America, Giappone e Corea del Sud e sulle informazioni contenute nel Sistema Internazionale Brevetti della Organizzazione Mondiale per la Proprietà Intellettuale (WIPO).
I dati, relativi all'ultimo anno, parlano chiaro: a svettare, con 90 brevetti, è Alibaba, il colosso cinese di e-commerce fondato da Jack Ma che precede IBM, a quota 89, e MasterCard con 80. Completano la cinquina di testa Bank of America (53) e la Banca Popolare Cinese (44).
Una tendenza che conferma quanto emerso da una recente ricerca di Thomson Reuters: il 56% dei 406 brevetti di blockchain rilasciati in tutto il mondo nel 2017 provenivano dalla Cina, con gli Stati Uniti secondi, con il 22%. In combinazione con la rapida crescita del numero di brevetti blockchain, dai 134 del 2016 ai 406 del 2017, i dati raccontano la storia di una vera e propria corsa ai diritti di proprietà intellettuale che la Cina sta vincendo in modo deciso.
Il Nikkei Asian Review riporta inoltre che dei 406 brevetti di blockchain emessi nel 2017, solo Alibaba ne ha archiviati 43, ovvero oltre il 10% del totale mondiale, con altri giganti della tecnologia cinese come Tencent e Baidu che hanno dominato anche la lista dei proprietari di brevetti di blockchain. Se gli Stati Uniti sorpassano ancora la Cina in termini di numero complessivo di brevetti blockchain depositati, quest'ultima sta rapidamente colmando il divario, essendo saldamente in testa a livello annuale.
Ma quali sono gli utilizzi di questi brevetti? Parlando proprio di Alibaba, la sua controllata Ant Financial e Alipay un paio di settimane fa hanno annunciato una partnership con il governo municipale di Wuchang, nella provincia nord-orientale di Heilongjiang, per utilizzare la blockchain per garantire l'autenticità del riso prodotto lì. Così dal 30 settembre, ogni pacchetto di riso Wuchang in vendita in un flagship store sulla piattaforma Tmall di Alibaba verrà contrassegnato con un codice QR. Scansionando il codice attraverso l'app Alipay, i clienti saranno in grado di tracciare le spedizioni e accedere alle informazioni correlate, incluso il luogo di raccolta e il tipo di seme utilizzato. Il nuovo sistema ridurrà anche i tempi di consegna.
Alibaba sta lavorando a progetti simili contro le frodi alimentari in Australia e Nuova Zelanda in collaborazione con PwC e i servizi postali in entrambi i paesi. Allo stesso tempo, sta cercando di utilizzare la tecnologia blockchain in ambito sanitario con una partnership con la città cinese di Changzhou per immagazzinare dati medici su una blockchain, dando al personale sanitario autorizzato accesso immediato alle storie cliniche complete dei pazienti.
A giugno inoltre la società ha lanciato a Hong Kong un servizio di rimesse basato proprio sulla blockchain, gestito da Ant Financial e dal suo omologo filippino GCash, per trasferire denaro a livello internazionale in modo più veloce ed economico rispetto alle banche: un'applicazione blockchain che può avere un enorme potenziale in Asia, dove c'è una grande percentuale di lavoratori migranti che inviano regolarmente a casa il denaro.
Ma non c'è solo Alibaba. Tencent, ad esempio, ha avviato un progetto pilota con la città di Shenzhen per sviluppare Fapiao, un sistema di fatturazione elettrica che impiega blockchain. Mentre Baidu ha lanciato Totem, un servizio di archiviazione di foto su tecnologia blockchain, per proteggere il copyright di singoli fotografi e agenzie fotografiche.
Questo spiccato interesse verso la tecnologia blockchain (descritta dal presidente cinese Xi Jinping come una nuova generazione di tecnologie che "sta sostanzialmente rimodellando la struttura economica globale") non cambia di una virgola, però, la altrettanto chiara ostilità del Paese verso le criptovalute e le ICO, visto il divieto totale istituito quest'anno su tutte le operazioni di trading delle criptovalute e di raccolta di capitali attraverso una ICO.